mercoledì 20 gennaio 2021

Contessa Entellina. Fasci Siciliani e quadro locale (3)

 Breve cronologia generale (2)

Dopo avere accennato al distorto processo di sviluppo dell'agricoltura siciliana nel corso dell'Ottocento, conseguenza dell'aberrante assegnazione in piena proprietà -nel 1812- delle terre delle disciolte baronie agli stessi ex baroni, i quali iniziarono quasi con immediatezza a vendere i vastissimi feudi ricadenti all'interno delle ex baronie ai nuovi "ricchi", che in genere -per elevarsi socialmente- si procuravano, inventavano e/o acquistavano fantasiosi titoli nobiliari. 

Per avere una idea: a fine Ottocento l'intero territorio di Contessa (che era di parecchio molto più estero degli attuali 13mila ettari) era già passato di mano a poco più di 15 presunti nuovi aristocratici, cavalieri, principi, nobiluomini etc. Nulla di contro cambiò per i contadini locali, anzi le loro condizioni peggiorarono immediatamente. I nuovi proprietari, rispetto ai precedenti baroni, intendevano ulteriormente arricchirsi e raggiungere livelli nobiliari sfruttando terreni e soprattutto contadini, peraltro senza mai attivare la logica capitalistica degli "investimenti". Era iniziato il "latifondismo" che per i contadini aggravò le condizioni di vita.

Come mai?

La baronia già di per sè era soffocante nel profilo socio-economica (almeno nell'ottica del III millennio), tuttavia era una "gestione pubblicistica". Il barone nominava i suoi amministratori locali che erano chiamati a gestire e regolamentare il "Comune/Municipio", la "Giustizia locale", "le Terre locali", "l'esportazione del grano" e tutte le altre funzioni che oggi definiamo e comprendiamo nel regime del "diritto pubblico". Generalmente questi amministratori erano persone locali, così almeno fu lungo gli oltre tre secoli baronali a Contessa, e pertanto -bene o male- conoscevano bisogni e realtà locali, anche se -va detto- che non mancarono insurrezioni dalla fondazione del paese. Con l'introduzione della proprietà privata latifondista la conduzione dei feudi passò in mani prettamente private e -come sopra riportato- di nuovi "padroni privati", i quali affidarono la gestione a persone fidate provenienti dalla città o comunque da altre località, gente per nulla disponibile o interessata a voler conoscere le situazioni o le condizioni dei "contadini senza terra". Si passo' -diremmo oggi- al regime disciplinato  dal "diritto privatistico".

E non è tutto. I latifondisti, conoscevano bene le condizioni di miseria dei contadini, e per allontanare dai loro latifondi pretese o aspettative di costoro si dotarono di strutture armate, uomini violenti, o come li conosciamo ai nostri giorni di "mafiosi".

Col sorgere subito dopo il 1812 del latifondismo, parallellamente, sorse in Sicilia -pertanto- il fenomeno della Mafia.

 Nostro intento -per intanto- è di arrivare a capire il come e il perchè subito dopo le vicende dei Fasci Siciliani Contessa si è svuotata (fino a ridursi a poche centinaia di residenti), conseguenza della violentissima repressione promossa dal governo Crispi. Una repressione sull'intera Isola contro la fame di terra e pure contro l'esplodere della violenza mafiosa al servizio dei latifondisti, iniziata -appunto- in quel 1812.

(Segue)

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