C'è da augurarsi che gli Usa, come spesso è capitato nella Storia, abbiano nella recente consultazione presidenziale anticipato una svolta di dimensione planetaria in tema di gusti e stili politici. Il grande demagogo e uomo disinvolto nell'affrontare i temi di politica estera (e non solo in quella) è stato nelle urne sconfitto. La democrazia americana c'è da augurarsi che sia stata, dopo gli anni di Trump, anticipatrice -in Occidente- del rigetto dei tanti, troppi, uomini politicamente di quella destra populista e demagoga protesa a curare i giardinetti di casa propria al punto da avere reso la "democrazia" umanitaria non più la bussola da seguira ma una semplice opzione.
L'isolazionismo di Trump ha, di fatto, in questi anni lasciato la bandiera dei diritti umani nel mondo all'Europa, dove non sono mancati peraltro tanti imitatori sovranisti e demagoghi.
Gli americani hanno scelto liberamente di cambiare direzione politica e quando un grande stato punta in direzione del centro sinistra spesso riesce a riequilibrare la rotta all'intero Occidente. Sovranisti e populisti pure in Italia dovrebbero, a questo punto, avere esaurito il loro ciclo di demagogia e di chiacchiere. Speriamo!
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