giovedì 8 ottobre 2020

Bilancio di Previsione. Non è un libro da trascurare e devolvere agli esperti

Il bilancio dei comuni è il documento fondamentale per la corretta e lineare gestione di un ente pubblico; di un ente che non appartiene ai pochi che attorno ad esso dedicano l'impegno politico e/o quello burocratico, ma appartiene ai cittadini di ciascuna comunità che subirebbero (dal momento che viene meno il loro interesse) le decisioni dei pochi addetti ai lavori.

Ci proponiamo di soffermarci sul ruolo e la funzione del bilancio di "previsione" degli enti locali per trattegiarne alcune linee interpretative. Il presupposto che ci muove è che "Non si può essere buoni cittadini, buoni contribuenti, se non si sa cosa è il bilancio di previsione di un comune".

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In linea generale

Il Bilancio di previsione, ad esempio di un Comune, descrive le risorse finanziarie che il Comune ha a disposizione; deve indicare da dove provengono e come l’Amministrazione comunale, la maggioranza consiliare,  decide di impiegarle per il bene della comunità. Rimarchiamo: il denaro pubblico serve per accrescere il benessere della comunità a cui in linea teorica e pratica è rivolto.
Leggere, trattegiare i percorsi del denaro pubblico  permette di essere consapevole di come viene gestita la comunità; la logica non differisce fra una realtà piccola come è Contessa Entellina o una città grande come è Milano o Palermo. Fanno male quei cittadini che dicono che alla destinazione del denaro pubblico, che proviene dalle tasse, dai contributi e dalle tariffe e comunque dalla collettività devono occuparsi il sindaco, gli assessori ed i consiglieri (o i politici dell'Ars ...). No, in uno stato democratico esiste, deve esistere, la sorveglianza dei cittadini, dell'opinione pubblica, dei media, dei partiti (sempre che si sia fatto proprio l'importante messaggio che sta alla base della democrazia: No taxation without representation.
Se la gente non coglie il significato e l'importanza del "bilancio di previsione" del proprio comune, della propria regione, del proprio Stato, dell'Unione Europea, essa (la gente) non ha diritto di lamentarsi su quelle che in corso d'anno definisce le mascalzonate dei politici. A Contessa per un paio di decenni abbiamo avuto un sindaco che abitudinariamente, frequentissimamente, prima di portare il Bilancio in Consiglio Comunale indiceva assemblee pubbliche ora nel salone parrocchiale, ora nel baraccone di via Palermo, ora altrove proprio per ascoltare suggerimenti e bisogni della gente per poi decidere su dove e su come destinare le risorse pubbliche. Su dove e su come: (si discuteva persino su come impiegare le somme a destinazione vincolata). Alla burocrazia (segretatrio comunale, ragioniere, tecnici comunali) spettava semplicemente l'onere di dare forma e impostazione al documento contabile.

Con questa premessa che ci ha portato a ricordare Francesco Di Martino, intendiamo prendere le mosse su una serie di "post" intesa a ripercorrere l'intera materia finanziaria pubblica, soprattutto quella comunale. Perchè ? Perchè essa è troppo rilevante per le comunità cittadine e non può essere delegata ai cosidetti esperti. Se non si interviene, se non si dibatte sulla spesa pubblica ... non esiste democrazia. Si vive semplicemente di scelte burocratiche.

Iniziamo per intanto con messaggi per flash

avremo modo per entrare nel merito

 Il bilancio è un documento contabile attorno a cui si svolge l'intera attività degli Enti Pubblici. Nelle linee fondamentali Comuni, Città metropolitane, Regioni e Stato segnono metodiche sostanzialmente conformi.

 Il bilancio comunemente comprende due documenti da sottoporre all'approvazione: 

1 - bilancio di previsione, con cui il Comune, la Regione etc.  programmano l’attività e i servizi da offrire ai cittadini nei 3 anni successivi, indicando le fonti di finanziamento a cui attingeranno per pagare le spese;  Il documento specifica le entrate e le spese previste e autorizzate sulla base delle necessità e delle priorità individuate nelle assemblee pubbliche ovvero (come purtroppo spesso avviene) dai pochi che si autoproclamano esperti e competenti.

  Il bilancio è triennale per permettere una programmazione di lungo periodo.  Le spese e le entrate previste devono uguagliarsi per raggiungere il pareggio di bilancio, ciò è obbligatorio per legge, tranne per lo Stato che, lo sappiamo tutti, possiede debiti che difficilmente potrà mai saldare.

 Da anni recenti, pur rispettando il pareggio di bilancio, le pubbliche amministrazioni devono anche osservare ulteriori vincoli di finanza pubblica per garantire il contenimento della spesa. Contenimento, lo scriviamo per inciso, che è davvero saltato nei mesi recenti per far fronte alla pandemia che sta travagliando l'intero pianeta, con la previa intesa in sede Unione Europea e col vincolo che dovrà tornarsi a ripianare l'incontrollato deficit del bilancio statale.

 Ci intratteremo a lungo sul questo percorso e sulla rilevanza del bilancio pubblico. Chi pensa che si tratti di problematica tecnica, giuridica, contabile e materia non masticabile per il cittadino comune sbaglia alla grande. Nel bilancio pubblico si gioca la "democrazia" di qualsiasi comunità, locale, regionale ... Proprio dall'ingerenza nella spesa pubblica è lungo i secoli arrivato il bene della ... d-e-m-o-c-r-a-z-i-a.

 Alla interpretazione della legislazione, aggiungeremo valutazioni sociali, politiche e pure tecniche. Nostro intento è che il Bilancio non è e non deve diventare qualcosa di astruso che compete ai tecnici, agli esperti, ai presunti intellettuali (coloro che spesso si scopre che tali non sono). Se così fosse non servirebbe andare a votare ogni cinque anni per scegliere amministratori locali, deputati regionali, nazionali e persino europei. Se così fosse non significherebbe nulla che nel 1945 i nostri padri ci abbiano consegnato la "democrazia".

Quanto sosteniamo in questa pagina non è altro che la motivazione per cui curiamo da anni questo Blog, spaziando ora su una problematica ed ora su un'altra.

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