mercoledì 8 aprile 2020

Economia bloccata. Il governo promette risorse che non possiede

Tutti sperano che a maggio, o al più tardi a giugno, si dovranno riaprire tutte le aziende oggi ferme. Secondo Confindustria bisognerà ripartire con tre caratteristiche:
--scaglionati per settori,
--età e anzianità degli occupati,
--aree di insediamento.
Sempre secondo Confindustria nel terzo trimestre dell'anno la produzione recupererà ritmi vicini a quelli pre-crisi, ma la perdita di produzione dei primi tre trimestri non potrà mai essere recuperata. Leggendo il documento di Confindustria si apprende che nel 2020 esistono dei comparti, quelli alimentari, che avranno conseguito incrementi percentuali notevoli. Significa che gli italiani costretti a casa si saranno dati da fare in cucina,
Esiste il versante tragico delle aziende: non stanno incassando e nel contempo non sono in grado di onorare le scadenze.
Le aziende più colpite dalla crisi da coronavirus sono quelle del Nord (dove si concentra il grosso del potenziale produttivo del Paese). Nelle quattro regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna si produce poco meno della metà del reddito nazionale.

Il problema serio per le imprese, a Nord come al Sud, è la carenza di liquidità. Confindustria rispetto alle ipotesi governative di voler convogliare liquidità chiede che questa arrivi prescindendo da qualsiasi appesantimento burocratico.
Gli strumenti che probabilmente verranno attivati sono:
--Il Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese,
--La SACE per le imprese più grandi,
--Fondo Centrale perchè sia garantito il 100% del fabbisogno, a prescindere da ogni valutazione di merito
--Consorzio di garanzia Fidi.

Sotto il profilo sanitario, si legge nel documento, che servirebbe un progetto per la ricostruzione post-crisi fondato su investimenti sulla conoscenza e la formazione mirate entrambi alla tecnologia e all'innovazione organizzativa.

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