lunedì 16 marzo 2020

16 Marzo


Il 16 Marzo 1978 avvenne il sequestro del leader della Democrazia  Cristiana, Aldo Moro, ad opera delle Brigate Rosse: fu l’apice della Strategia della tensione e degli Anni di piombo.
Dopo 55 giorni, il cadavere dello statista venne ritrovato nel bagagliaio di un’auto.



Molte sono le motivazioni che stanno alla base delle motivazioni che portarono al rapimento (16 marzo 1978) e all’uccisione (9 maggio 1978) di Aldo Moro nel 1978 da parte delle Brigate Rosse (BR). E' certo tuttavia che ad oggi non esiste una univoca e certa spiegazione.
Moro era stato fautore del cosiddetto compromesso storico e in tanti vedono in quella apertura una traccia possibile di quell'inaudito assassinio. A partire dalla proclamazione della Prima Repubblica (1948) l’Italia aveva visto governi prettamente a guida democristiani spesso sbilanciati a destra, e negli anni sessanta  aperti al dialogo a Sinistra col Psi, ma mai sino a comprendere il Partito Comunista.

L’apertura di Aldo Moro fino a non escludere il PCI verosimilmente destò non poco clamore, non solo all’interno del suo partito (la Dc) ma anche da parte della Brigate Rosse che vedevano in Moro il simbolo di un accordo che avrebbe portato il Partito Comunista a un assoggettamento allo Stato Liberal-Democratico, circostanza da loro tanto assolutamente aborrita.
Tanti anni sono passati, tante indagini e tanti processi da quell'assassinio. Ma tantissimi enigmi restano.

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