E’ probabile che la Storia
non venga studiata bene in questa Italia dei nostri giorni e la gente non
sappia più chi essa sia, da dove viene e soprattutto dove vada.
La seconda guerra mondiale
stravolse il nostro continente perché i governi, allora dominanti, di estrema
destra litigavano sui confini di ciascun paese. Da allora, dopo l’immane strage
e l’incommensurabile sofferenza di milioni e milioni di persone, le forze democratiche e
socialdemocratiche del Continente espressero la volontà di Unione dal
Mediterraneo al Mare del Nord. Trattati dopo trattati -con grandi scogli da superare- è stata concretizzata la libera circolazione delle
genti e, soprattutto, è stato risolto il problema della pace tra gli Stati,
creando uno spazio comune di norme, cultura, scambi e vivibilità.
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La memoria corta dei Salviniani-Di Maio meridionali e persino contessioti. |
Nei nostri giorni è sorto il problema che viene dalle frontiere
verso l’esterno, soprattutto l’Africa e il Medio Oriente, terre dalle quali per
ragioni di guerre civili e povertà radicale gli esseri umani scappano per cercare legittimamente di sopravvivere.
L’immigrazione, persino dai figli degli emigrati meridionali degli anni
cinquanta/sessanta, è avvertita come un problema perché ad essa non si intravede
una facile soluzione: i dannati della Terra –anche se i figli di quei primi
emigrati non si capacitano- si muovono e si muoveranno comunque, e non ci
saranno deserti, gli oceani e confini che li fermeranno.
La cecità dei figli degli
emigrati degli anni ‘50/60 è così assoluta che non si accorgono, loro che sono stati figli di
gente bisognosa, di essere finiti nelle mani (politiche) dell’estrema destra,
Il problema dell’immigrazione
esiste. Va affrontato, ma non a colpi di sciabolate tipiche dell’estrema
destra.
Il Sud del mondo si sta
ritrovando in impossibilità di vita: questo è il problema da risolvere. E non
va risolto chiudendo gli occhi e le frontiere.
Occorre comprendere che il continente europeo deve considerarsi
come un’unione di intenti.
All’origine dell’empasse di
oggi, infatti, c’è proprio la non esistenza di un governo politico europeo. L’Unione
Europea deve essere rafforzata, deve tendere a diventare Stati Uniti d’Europa. Altro
che meno Europa come dicono i Salvini ed i Di Maio. Le coscienze democratiche
chiedono e tendono verso gli Stati Uniti d’Europa.
Le frontiere sono tali in
relazione a un attore politico che le riconosca e le governi; e sono la
condizione a partire dalle quali l’Europa può essere in grado di intraprendere
politiche internazionali e di cooperazione economica con i continenti e i Paesi
terzi. Il fatto è che, in questo momento, sono i singoli Stati gli attori
protagonisti; l’Ue non ha leader ed è come
sbriciolata. I Salvini e i Di Maio la vogliono completamente sfasciare.
Il nazionalismo montante ovunque, anche nel Nord Europa, è un
segno preoccupante di questa situazione radicale. Paradossale. Poiché più i
governi e le opinioni nazionali si orienteranno verso il nazionalismo, più
l’inimicizia fra gli Stati si farà intrattabile. Più l’estrema destra scopre le
sue intime vocazioni al militarismo, all’odio del diverso ….. e chissà, alla
guerra.
Il nazionalismo (o come oggi lo chiamano: sovranismo) anche se è
diffuso in tutto il continente, non è interconnesso; se lo fosse non sarebbe -infatti- nazionalismo.
Il nazionalista Salvini non
ha nell’Austria nazionalista un alleato, ma un nemico. Il paradosso è che
Salvini non può chiedere e pretendere solidarietà dagli altri Paesi europei che
sono sovranisti; essi sono -come il suo governo- interessati solo all’interesse
dei propri connazionali. Siccome l’interesse dei nazionalisti è autistico e
autarchico non può che incontrare porte chiuse e ostilità.
Orbán sarebbe nemico di
Salvini se l’Ungheria confinasse con l’Italia; e Le Pen sarebbe non meno nemica
di Salvini se governasse al posto di Macron.
Tra nazionalisti non ci può essere cooperazione.
I governi e i partiti
nazionalisti dicono di volere un’Europa a loro immagine e somiglianza, ma non
possono averla perché il nazionalismo che predicano e praticano è respingente.
Con un Salvini o un Orbán o un Kurz ( e con il nazionalismo
montante in Germania e nel Nord Europa) non ci sono le condizioni per una
politica comune sulle frontiere: questa è la ragione della gravità del momento.
Che i figli degli emigrati degli
anni 50/60/70 del Meridione d’Italia aprano gli occhi.
I telegiornali di ieri
annunciavano l’avversione assoluta del governo sovranista verso le forze
democratiche e socialiste, quelle che l’Europa unita e forte la vogliono e intendono difenderla.
Questo Blog sta con esse.