lunedì 27 agosto 2018

Contessa Entellina. Una Comunità che attende di uscire dal declino

Leggere la realtà,
Impostare una visione,
Perseguire il disegno.

La festa dell’8 Settembre, festa religiosa e festa popolare, è sempre stata per  i contessioti festa identitaria. In essa sentimentalmente sono sempre stati uniti i residenti e gli emigrati di ogni parte del mondo, i credenti e coloro che in chiesa ci vanno una volta l’anno.
Non si capisce bene se ad attrarre i contessioti sia la bellezza della statua, o forse della Vara, o ancora la magnificenza della liturgia pontificale bizantina oppure l’interesse per i fuochi artificiali. Tutti questi aspetti sono in verità condivisi sia largamente che generalmente.
Tutti i Sindaci hanno colto che nei giorni di quella festività il sentimento dei contessioti vi è sotto più aspetti coinvolto e partecipato.
Pensandoci bene si potrebbe partire da questi aspetti e manifestazioni della vita civile-religiosa “identitaria” per rilanciare quel senso di appartenenza che da solo, se saputo interpretare, potrebbe salvare e addirittura rilanciare questa Comunità.
Servirebbe partire da una lettura della realtà storica e di quella corrente ai nostri giorni per imprimere un ritmo che partendo dalla base larga identitaria scalasse adeguatamente la vita civile del paese e poi, gradatamente, i temi socio-economici fino ad arrivare a scoprire il che fare e il come fare per uscire dal declino che sta sotto gli occhi di noi tutti e che ai nostri giorni pare irreparabile.
L’impegno non sarebbe facile, però se la gente nota la serietà dell’impegno inizierebbe lentamente a partecipare perché la voglia di uscire dal declino che ci sta sotto gli occhi è contagiosa, se ben guidata diventa cntaggiosa. 
La gente che qui ancora resiste a vivere (e a sopravvivere) è più che matura a partecipare ad un progetto del paese e per il paese che (lo ripetiamo) deve partire dalle basi identitarie per pervenire nei tempi e modi opportuni alle tematiche socio-economiche.
Perché non dirlo ?
Le Amministrazioni più recenti si sono mostrate sorde e distratte rispetto al tema dello spopolamento del nostro paese. Tema sicuramente generalizzato nelle aree interne della Sicilia, di cui però i contessioti posseggono qualche carta in più per uscirne se solo tornano a leggere la realtà locale in tutte le sfaccettature.

A chi scrive sembra che l’Ente Comune da ormai parecchio tempo è stato usato come giocattolo, usato per soddisfare le vocazioni di presunta affermazione di un gruppo su un altro gruppo, di un personaggio su un altro personaggio.
Il nostro paese, ripetiamolo, ha infinite narrazioni possibili di se stesso. Questo è il suo fascino che oggi pochi sanno leggere ed interpretare. Un paese che certamente ha nel suo essere posto in quest’angolo di Sicilia dei gioielli mai saputi mettere in evidenza e mai amministrati in funzione di un progetto ampio.
Va iniziata quindi, ma dopo un non breve periodo di interpretazione e lettura delle potenzialità, una narrazione progettuale, culturale e promozionale di tutto il nostro mondo-locale. Il paese deve essere scoperto dai suoi cittadini (che non sempre sanno o forse finora non hanno voluto sapere).
 

Conclusione
La verità dei contessioti e la loro diversa appartenenza sociale, umana e linguistica va –come sopra detto- individuata nella grande festa religiosa-popolare dell’8 settembre. Questa occasione di convergenza appartiene a tutti, sovrasta tutte le altre convergenze. A partire da qui, chi ha occhi, sentire e voglia di strategia inizi a tessere la grande tela per far uscire dal buio questo territorio.

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