domenica 4 febbraio 2018

Alle urne. Nuovo sistema (ll Rosatellum)

Per la Camera dei deputati sono istituiti 232 collegi uninominali. Nei collegi uninominali le coalizioni e i partiti che corrono da soli propongono un solo nome. 
Chi prende più voti, viene eletto. 
Gli altri 386 seggi vengono assegnati con metodo proporzionale in base ai voti raccolti dalle singole liste nei collegi plurinominali. 
I collegi plurinominali assegnano un numero di seggi proporzionale al numero di abitanti. Per la ripartizione, conta la percentuale presa dalla lista su scala nazionale. Ogni collegio plurinominale elegge un massimo di deputati in base alla grandezza della popolazione.

Per il Senato sono istituiti 116 collegi uninominali in cui le coalizioni e i partiti che corrono da soli si sfidano con un solo candidato.

Chi vince, viene eletto. 

Gli altri 193 seggi vengono assegnati con metodo proporzionale in base ai voti raccolti dalle singole liste nei collegi plurinominali. 

I collegi plurinominali assegnano un numero di seggi proporzionale al numero di abitanti. La ripartizione dei seggi, per il Senato, avviene su base regionale. 
I seggi attribuiti dai collegi plurinominali variano a seconda della grandezza della popolazione. 

COME SI VOTA

L’elettore avrà due schede, una per la Camera e una per il Senato. 
Sulla scheda troverà i candidati al proprio collegio uninominale e i partiti che lo sostengono. 
A fianco al simbolo del partito, c’è il listino di 3-4 nomi dei candidati nel collegio plurinominale. 
L’indicazione ufficiale è quella di barrare solo il simbolo del partito scelto. In tal modo il voto sosterrà sia il candidato uninominale sia il partito nella parte proporzionale. 
Se si barra il nome del candidato uninominale, il voto non viene invalidato ma per il proporzionale viene assegnato in quota parte alle liste che compongono la coalizione a sostegno del candidato uninominale. 
Si può anche apporre una doppia X sul nome del candidato uninominale e su uno dei partiti che lo sostiene. 
Non è ammesso, e viene invalidato, il voto disgiunto: non si può cioè votare un candidato uninominale e un partito non collegato a quel nome.

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