martedì 22 novembre 2016

Hanno detto ... ...

Quelli del SI e del NO
EMMA BONINO, leader radicale
Al referendum costituzionale sarà «un sì senza entusiasmo». 
Non sono un’appassionata del Senato, ma il titolo V, cioè la restituzione al centro di una serie di competenze passate alle Regioni, non è da sottovalutare. 
I Radicali voteranno liberamente, ma secondo me rimettere un po’ di ordine in questo federalismo malriuscito è un bene. E se vincesse il no? «Non penso che la vittoria del no sarebbe la fine del mondo, non è il Medioevo».

MAURO DEL BUE, direttore de Avanti!
Il ministro Delrio è stato ... loquace e ha precisato che se vincesse il no Renzi si recherà da Mattarella per le dimissioni. Ora io penso che il presidente del Consiglio debba essere molto chiaro su questo punto e credo che la chiarezza gioverebbe alla giusta causa del sì. 
Bisogna distinguere tra personalizzazione e conseguenza politica. Se Renzi non vuole personalizzare il referendum lasci la parola ad altri, utilizzi gli esponenti della sua maggioranza che sanno di cosa parlare per convincere gli elettori. Fuoriesca in questi decisivi ultimi dieci-dodici giorni dal presenzialismo continuo, dalla spinta a esporsi da solo contro tutti, anche perché l’accozzaglia è molto più consistente della sua autosufficienza.
Ma la conseguenza politica del voto referendario è implicita. Se vinceranno i sì si rafforzerà la stabilità e la governabilità, se vinceranno i no si configurerà una prospettiva incerta e visto che al Pd di Renzi non c’è alternativa in questo Parlamento o si formerà un esecutivo con la stessa maggioranza ma senza l’attuale presidente del Consiglio, che resterà segretario del suo partito in una posizione di assai complicata convivenza, o si formerà una maggioranza di scopo e fatta la legge elettorale si andrà al voto. 
MATTEO RENZI, premier
“Noi faremo campagna referendaria con il sorriso sulle labbra. Noi andiamo nel merito del referendum, loro no. Oggi quelli del No dicono che se perdono faranno ricorso. Noi non faremo ricorsi e controricorsi, faremo una battaglia con il sorriso e parliamo del merito. Loro hanno paura di parlare del merito perché se si capisce che la domanda è sul rendere il Paese più semplice non ce n’è per nessuno. Il tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità, parliamo nel merito”.
PIER CARLO PADOVAN, ministro dell'Economia
La riforma del titolo V della Costituzione fa passare dalle Regioni allo Stato molte competenze sulla salute dei cittadini, sul turismo, sulle politiche attive del lavoro. Grazie a questo cambiamento diminuirà il contenzioso tra i diversi livelli di governo, miglioreranno i processi di spesa, migliorerà la qualità dei servizi ai cittadini e sarà più semplice e veloce realizzare gli investimenti sulle infrastrutture».

ALESSANDRO PACE, costituzionalista
"Il voto nelle circoscrizioni estere non è né libero né segreto"

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