lunedì 29 febbraio 2016

Regione Sicilia. Mancando politica e programmazione si prova a mettere le "pezze"



La Regione garantisce i fondi, arriva l'ultimo via libera alle proroghe dei precari degli enti locali,
Pass una delle norme più complicate della Finanziaria. Il governo ha dovuto alzare un muro per impedire che il recinto delle categorie ammesse alle proroghe per il 2016 si allargasse a dismisura. Solo dopo cinque ore di  scontri l'Ars ha approvato la norma che  stanzia il budget per i 24 mila precari degli enti locali siciliani. 
Pronti poco meno di 189 milioni. Soldi che servono a finanziare il percorso già avviato con la norma  che il governo nazionale ha fatto approvare a dicembre nella propria legge di Stabilità.
La novità della legge approvata ieri all'Ars riguarda l'obbligo per i sindaci di avviare i processi di stabilizzazione.  Finora ogni legge che ha previsto il posto fisso è rimasta sulla carta per problemi finanziari: i sindaci temono che dopo un iniziale finanziamento, la Regione non supporti più il pagamento degli stipendi. 
Ora Crocetta ha fatto approvare un articolo che impone ai sindaci di coprire con stabilizzazioni tutti i vuoti d'organico, pena la perdita dei corrispondenti finanziamenti. È il tentativo del governo regionale di scuotere i sindaci. 
Un emendamento di Vincenzo Vinciullo (Ncd) permette di erogare i finanziamenti e consentire quindi almeno le proroghe dei contratti nei Comuni in dissesto: una chance che in primis salverà i precari di Bagheria, Augusta e un'altra quindicina di città e paesi. 
Approvato anche l'articolo che garantisce i finanziamenti per tutti i dipendenti dell'Ente acquedotti siciliani, sia quelli ancora in forze all'ente che quelli trasferiti in altri uffici regionali. E anche la norma che garantisce i fondi ai consorzi di bonifica e ai suoi duemila dipendenti (mille dei quali precari) è stata approvata: il budget per quest'anno aumenta di 2 milioni e 296 mila euro raggiungendo così i 36 milioni e 336 mila euro. 
Tagliati però 50 mila euro destinati all'Ascebem (l'associazione dei consorzi), approvata invece una norma che impone di tagliare del 20% le spese di gestione (escluse quelle per il personale) a patto che questo taglio non sia già stato fatto l'anno scorso. 
Ma sui consorzi — ha ammesso l'assessore Cracolici — la partita è ancopra tutta da giocare perché serve una riforma che permetta di assorbire debiti e assegnare nuove funzioni. 
Cassati invece gli emendamenti che avrebbero offerto un paracadute (leggasi proroga) ai precari delle Province e ai 3.600 operatori degli ex sportelli multifunzionali della formazione professionale. 
Nel primo caso c'è ancora margine per intervenire prima del varo definitivo della manovra previsto per oggi. Nel secondo caso si rinvia tutto a una norma da discutere dopo la Finanziaria, anche perché il costo dell'operazione sarebbe di 36 milioni. 
Il no agli operatori degli sportelli multifunzionali è andato in scena mentre una delegazione di lavoratori era in pressing sul Parlamento. Santi Formica, Marco Falcone e Vincenzo Figuccia hanno a lungo tenuto bloccata l'aula nel tentativo di far inserire nell'articolo sui precari la norma per questa categoria. 
Allo stesso modo l'aula ha discusso per oltre un'ora di un emendamento che avrebbe salvato 8 precari licenziati dal piccolo Comune di Milo (nel Messinese) per problemi di bilancio: inutile il pressing di Forza Italia. Su queste norme è andato in scena un durissimo scontro fra i deputati e il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che ha bloccato gli emendamenti per evitare l'esplosione di proposte da parte di ogni deputato. Ma per Giuseppe Picciolo, Edy Tamajo, Michele Cimino, Totò Cascio, Salvo Lo Giudice, Totò Lentini e Marcello Greco (Sicilia Futura) «non è condivisibile l'intransigenza della presidenza dell'Ars su temi tanto delicati. Bisogna pensare allo sconforto di migliaia di famiglie». 
Ardizzone ha fatto da diga contro la pioggia di emendamenti che avrebbero radicalmente modificato la Finanziaria negli articoli più importanti e ha imposto al Parlamento una novità assoluta: «Niente sedute notturne per approvare norme tanto delicate». 
Con questa premessa stamani si riparte dal voto sul futuro di Riscossione Sicilia.

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