martedì 31 marzo 2015

Eparchia di Piana degli Albanesi. Il nuovo Vescovo è Giorgio Demetrio Gallaro sacerdote dell'Eparchia greco-melkita di Newton (Usa), nato a Pozzallo (Ragusa)

Dalle Chiese Orientali Cattoliche, 31.03.2015


Nomina del Vescovo Eparchiale di Piana degli Albanesi di Sicilia (Italia)
Il Santo Padre ha nominato Vescovo dell'Eparchia di Piana degli Albanesi di Sicilia il Rev.do Giorgio Demetrio Gallaro, del clero dell'Eparchia di Newton dei Greco-Melkiti (Stati Uniti d'America).

Rev.do Giorgio Demetrio Gallaro
Il Rev.do Giorgio Demetrio Gallaro è nato il 16 gennaio 1948 a Pozzallo, in Sicilia (Italia). Ha compiuto gli studi medi e secondari presso il seminario di Noto. Trasferitosi nel 1968 negli Stati Uniti d'America ha completato i corsi teologici al Saint John Seminary of Los Angeles, California. È stato ordinato diacono nel 1971 e presbitero nel 1972.
Dopo aver servito per otto anni due comunità parrocchiali nell'Arcidiocesi di Los Angeles, ha compiuto gli studi superiori al Pontificio Istituto Orientale di Roma e alla Pontificia Università di San Tommaso in Urbe, conseguendo il dottorato in diritto canonico orientale e la licenza in teologia ecumenica.
In seguito ha svolto attività di parrocchia e d'insegnamento nella sua Eparchia Melkita di Newton, Massachussets, in quella Ucraina di Stamford, Connecticut, e nell'Arcieparchia Rutena di Pittsburgh, Pennsylvania. Dal 2011 è stato il Vice-Presidente della Società di Diritto Orientale e dal 2013 Consultore della Congregazione per le Chiese Orientali. Al presente svolge gli uffici di sincello per gli affari canonici e di vicario giudiziale nell'Arcieparchia di Pittsburgh, di docente di diritto canonico e teologia ecumenica al Seminario Bizantino Cattolico dei Santi Cirillo e Metodio di Pittsburgh, e di giudice d'appello per l'Arcieparchia di Philadelphia degli Ucraini.

Il nuovo Eparca. Melkiti, i cattolici-bizantini del Medio Oriente e quelli della diaspora

Con il termine melchita si designano i cattolici di rito bizantino del Medio Oriente. Essi comunque al pari degli arbëresh sono sparpagliati in tutto il mondo.
I melkiti seguono le varianti greche del rito bizantino circa la guida, la teologia e la spiritualità. Per questo sono anche detti "Cattolici orientali", "Cattolici bizantini" o "Greco cattolici".
Negli Stati Uniti le Diocesi di rito orientale immediatamente soggette alla S. Sede sono comunque tante.
1) Eparchia di Newton Our Lady of the Annunciation in Boston (melchita): mons. Cyrille Salim BUSTROS 
2) Eparchia di Newark Our Lady of Deliverance (siriaca): mons. Yousif HABASH 
3) Eparchia di Los Angeles Our Lady of Lebanon (maronita): mons. Robert Joseph 
4) SHAHEEN Eparchia di Brooklyn Saint Maron (maronita): mons. Gregory John MANSOUR 
5) Eparchia di Saint George di Canton (rumena): mons. John Michael BOTEAN 
6) Eparchia di San Diego Saint Peter the Apostle (caldea): mons. Sarhad Yawsip HERMIZ JAMMO 
7) Eparchia di Chicago Saint Thomas the Apostle (siro-malabarese): mons. Jacob ANGADIATH 
8) Eparchia di Saint Thomas the Apostle di Detroit (caldea): mons. Ibrahim Namo IBRAHIM 
9) Eparchia di Nostra Signora di Nareg in New York: mons. Mikaël Mouradian 

Il nuovo Eparca di Piana degli Albanesi è incorporato nell'Eparchia melkita di Newton.
L'Eparchia di Newton dei Melkiti o eparchia di Nostra Signora dell'Annunciazione dei Melkiti a Boston è una giurisdizione della Chiesa greco-melkita cattolica negli Stati Uniti eretta nella sua forma attuale il 28 GIUGNO 1976.
E' una Chiesa cattolica orientale della tradizione bizantina. 
L'Eparchia di Newton è una diocesi il cui territorio copre tutti gli Stati Uniti, per i cattolici greco-melchiti. A capo di questa struttura è ovviamente un vescovo che ha la cattedra nella Cattedrale dell'Annunciazione a Boston, Massachusetts.
I fedeli sono circa 25.000 con più di sessanta sacerdoti distribuiti in quarantadue parrocchie che compongono l'eparchia.
Il nuovo Eparca di Piana degli Albanesi insegna nell'ArciEparchia di Pittsburg.
Archeparchy of Pittsburgh map.png
L'arcieparchia di Pittsburgh  è una sede metropolitana della Chiesa greco-cattolica rutena. I ruteni sono il  gruppo etnico degli slavi orientali insediati storicamente fra Ungheria, Slovacchia e Polonia.
Nel 2012 contava 58.200 battezzati. 
L'Arcieparchia ha giurisdizione nelle contee orientali dell''Ohio, Oklahoma, Louisiana, Pennsylvania, Tennessee, Texas e Virginia Occidentale.
È attualmente retta dall'arcieparca William Charles Skurla.

Giorgio Demetrio Gallaro. Il nuovo Eparca di Piana degli Albanesi

Giorgio Demetrio Gallaro, 
Eparca di Piana degli Albanesi


E' sacerdote incardinato nell'Epachia di Newton (Mass.) di rito greco-melkita. E' nato in Sicilia, a Pozzallo (Ragusa).
E' professore di Diritto Canonico e di Ecumenismo nel Seminario di San Cirillo e Metodio dell'ArciEparchia di Pittsburg.
Il 19 febbraio 2014 è stato nominato consultore nella Congregazione delle Chiese Orientali.
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Scorriamo alcuni dati biografici, scusandoci con l'interessato e con i lettori per possibili errori ed omissioni.


La biografia del neo Eparca Gallaro, siciliano trasferitosi ancora giovane seminarista negli U.S.A., evidenzia a parte qualche breve periodo di studio in Italia e l'esperienza al Concilio per l'unità dei cristiani (1992 - 1993) che Egli ha operato ininterrottamente dalla sua ordinazione (1972) in America.

                             George Demetrio Gallaro
-Ph.B. Seminario Diocesano di Noto, Italia (1968);
-JCOD (legge della Chiesa orientale), Pontificio Istituto Orientale, Roma (1981);
-STL (teologia ecumenica), Pontificia Università della San Tommaso d'Acquino, Roma (1994),
-Attestato in teologia liturgica, Pontificio Istituto liturgico, Roma (1980).


Ordinato sacerdote a Los Angeles (1972).
Vicario parrocchiale: Los Angeles, CA (1972-1978);
Cancelliere: Eparchia di Newton, MA (1983-1992);
Vicario giudiziale: Eparchia di Newton, MA (1986-1992);
Membro dello staff c/o Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unita" dei Cristiani - Città del Vaticano (1992-1993).
Istruttore di catechesi: Arcidiocesi di Los Angeles, CA (1974-1976); 
Istruttore di diritto canonico: Istituto teologico di Boston, Boston, MA (1982-1992)
Pastore: Worcester, MA (1991-1992) e Warren, MI (1996-2005);
Difensore del vincolo: Arcidiocesi di Los Angeles, CA (1977-1978); 
Difensore del vincolo e promotore di giustizia: Eparchia di Newton, MA (1982-1985);

Rettore: Seminario di San Gregorio il Teologo, Newton, MA (1994-1996); 
Direttore: Programma di formazione diaconale, Eparchia di Newton, MA (1994-1996);
Coordinatore: Continuando la formazione del clero melchita (1994-1996).
Docente dal 1997
Vicario giudiziale: Arcieparchia di Pittsburgh, Pittsburgh, PA (2009).
Amministratore parrocchiale: Chiesa di Sant'Andrea Apostolo a Gibsonia, PA (2005-attualmente), in Pennsylvania, contemporaneamente  assolve le funzioni di Vicario giudiziale, Coordinatore della vita studentesca, e
Professore di diritto canonico e l'ecumenismo nel Seminario di San Cirillo e Metodio nell'Arcieparchia di Pittsburg.

Nominato il 19 febbraio 2014 consultore nella Congregazione delle Chiese Orientali - Citta' del Vaticano

Pasqua Arbëresh. Nei paesi albanesi di Sicilia serve la vittoria della vita

Ricevuto e volentieri pubblicato 
(ore 11,00)
Nel mondo cattolico-bizantino della piccola-grande Eparchia di Piana degli Albanesi tanti sono convinti che con la Pasqua 2015 il grande nemico, quello che inquieta e avvelena il modo di vedere il mondo sarà sconfitto. 
E' ovvio, è sempre stato così, la buona notizia all'inizio verosimilmente viene accolta nella sorpresa e non c'è alcun dubbio che serve un periodo di allenamento contro ogni evidenza contraria. 
Perchè quindi non fidarsi ?
L'uomo ha sempre avuto fiducia nella Resurrezione. 
Pure l'Eparchia tornerà alla vita piena.

Se la Basilica di San Pietro è simbolo della cristianità la Torre Eiffel lo è della laicità


La Torre Eiffel, la più famosa costruzione di tutta la Francia e una delle più conosciute del mondo, fu inaugurata a Parigi con una festa di conclusione dei lavori il 31 marzo 1889, dopo ventisei mesi di cantiere. E appena in tempo per il successivo 6 maggio, quando aprì l’Esposizione universale del 1889 - nel centenario della Rivoluzione Francese -  per la quale la torre era stata pensata. 
Il nome di Torre Eiffel (Tour Eiffel, in francese) lo prese solo successivamente, da quello dell’ingegnere che ne aveva guidato la costruzione, Gustave Eiffel (il progetto non era suo, ma di un gruppo di ingegneri e architetti del suo studio).

Pasqua bizantina. Capire il significato di ciò che facciamo

Perchè a Pasqua si dona un uovo ? 
Nella tradizione della Chiesa bizantina a Contessa e nei paesi dell'Eparchia le ragazze e i ragazzi vestiti in costumi arbëresh distribuiscono ai partecipanti alla processione del Kristos Anesti delle uova colorate.
Ci sono molti significati dietro questo gesto, ma quello che fa parte di antiche tradizioni cristiane lo riportiamo qui.
Nell’iconografia cristiana, l’uovo è il simbolo della Resurrezione, il suo guscio rappresenta la tomba dalla quale esce un essere vivente. 
Le uova, associate alla primavera per secoli, con l’avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell’uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole.

Hanno detto ... ...

ROBERTO ESPOSITO, scrittore
”Dopo anni di assenza, la teologia politica è al centro di un dibattito internazionale iniziato in America. 
La religione diventa un antidoto al dominio dell’economia. 
L’identificazione tra modernità e laicizzazione non è scontata.

Dopo una lunga parentesi di relativa autonomia, politica e religione tornano ad incrociare le proprie traiettorie con effetti inquietanti, di cui le tragiche vicende di Parigi e Tunisi costituiscono gli ultimi episodi. La condanna più intransigente degli attentatori e la rivendicazione della libertà di espressione in tutte le sue forme è la sola risposta adeguata. Ma ciò è ben lontano dall’esaurire una questione più di fondo, che riguarda il nodo che da qualche tempo si va stringendo tra teologia e politica. La tradizionale tesi della progressiva fine delle religioni nel mondo moderno, portata avanti dai sociologi della secolarizzazione, si scontra con dati di fatto sempre più evidenti. Come già aveva argomentato a suo tempo Gilles Kepel in La rivincita di Dio ( Rizzoli), l’identificazione tra modernità e laicizzazione è tutt’altro che scontata.
A quella che era stata definita “eclissi del sacro”, è parso opporsi il suo “risveglio”. Il primo segno dell’inversione di tendenza è stata la rivoluzione khomeinista in Iran, seguita da una ripresa di fondamentalismo religioso in forme molto diverse, ma convergenti nel riaprire uno scenario teologico-politico che sembrava chiuso per sempre. Senza voler assimilare fenomeni ben differenti, l’integralismo della destra conservatrice americana, il cattolicesimo anti-conciliare, la linea più ortodossa del sionismo ebraico già rompevano in più direzioni lo schema della distinzione liberale tra sfera pubblica della politica e sfera privata della religione. 
L’esplosione dell’estremismo islamico ha conferito un elemento di assoluta drammatizzazione in questo quadro, ma non va isolato da esso.
Non è un caso se la questione della teologia politica è tornata da qualche anno al centro del dibattito internazionale. Se in America libri come The Faith of the Faithless di Simon Critchley (Verso), Crediting God, a cura di Miguel Vatter (Fordham) o The Power of Religion in the Public Sphere , a cura di E. Mendieta e J. Vanantewepern, con saggi di Butler, Habermas, Taylor (Columbia), stanno monopolizzando la discussione, anche in Europa il rapporto tra teologia e politica è divenuto uno dei temi dominanti. Da Habermas a Taylor, da Zizek a Badiou, da Cacciari a Tronti, la domanda sul ruolo della teologia nella società attuale sta monopolizzando l’attenzione. La religione contribuisce a generare o a moderare la violenza? È fattore di coesione sociale o di conflitto? La risposta è tutt’altro che scontata. Come risulta dalla Encyclopedia of Wars di Charles Phillips e Alan Axelrod, che prende in esame 1800 conflitti nella storia, meno del 10 per cento di essi è stato causato da motivi religiosi. Se le Crociate, le guerre tra cattolici e protestanti, le prime conquiste islamiche e ovviamente le attuali stragi jihadiste attestano una palese implicazione della religione nella violenza, il numero di morti ascrivibile a conflitti di tipo laico, come le due guerre mondiali, resta di gran lunga superiore. Non si dimentichi che il primo genocidio moderno, quello degli armeni, è stato compiuto dai Giovani Turchi filo-occidentali e secolarizzati, mentre devoti musulmani cercavano di salvare i superstiti.

THOMAS PIKETTY, economista
Perchè il popol tradisce la sinistra ?
”Perché le classi popolari voltano sempre più le spalle ai partiti di Governo?

E perché voltano le spalle in particolare ai partiti di centrosinistra che sostengono di difenderle? Molto semplicemente perché i partiti di centrosinistra non le difendono più ormai da tempo. Negli ultimi decenni le classi popolari hanno subito l’equivalente di una doppia condanna, prima economica e poi politica. Le trasformazioni dell’economia non sono andate a vantaggio dei gruppi sociali più sfavoriti dei Paesi sviluppati: la fine dei trent’anni di crescita eccezionale seguita alla seconda guerra mondiale, la deindustrializzazione, l’ascesa dei Paesi emergenti, la distruzione di posti di lavoro poco o mediamente qualificati nel Nord del pianeta. I gruppi meglio provvisti di capitale finanziario e culturale, al contrario, hanno beneficiato appieno della globalizzazione. Il secondo problema è che le trasformazioni politiche non hanno fatto che accentuare ancora di più queste tendenze. Ci si sarebbe potuti immaginare che le istituzioni pubbliche, i sistemi di protezione sociale, in generale le politiche seguite dai Governi si sarebbero adattati alla nuova realtà, pretendendo di più dai principali beneficiari delle trasformazioni in corso per concentrarsi maggiormente sui gruppi più penalizzati. Invece è successo il contrario.
Anche a causa dell’intensificarsi della concorrenza fra Paesi, i Governi nazionali si sono concentrati sempre di più sui contribuenti più mobili (lavoratori dipendenti altamente qualificati e globalizzati, detentori di capitali) a scapito dei gruppi percepiti come “imprigionati” (le classi popolari e i ceti medi). Tutto questo riguarda un insieme di politiche sociali e servizi pubblici: investimenti nei treni ad alta velocità contro pauperizzazione delle ferrovie regionali, filiere dell’istruzione per le élite contro abbandono di scuole e università, e via discorrendo. E riguarda naturalmente anche il finanziamento di tutto quanto: dagli anni 80 in poi, la progressività dei sistemi fiscali si è drasticamente ridotta, con una riduzione su vasta scala delle imposte applicabili ai redditi più elevati e un graduale aumento delle tasse indirette, che colpiscono i più poveri.
La deregolamentazione finanziaria e la liberalizzazione dei flussi di capitali, senza la minima contropartita, hanno accentuato queste evoluzioni.

Politica. Cosa succede ?


Il Partito democratico con l'ennesima e verosimilmente non ultima ferita derivante dallo scandalo a Ischia va allo scontro finale sull'Italicum. 
Contro Renzi la minoranza schiera fino a 110 deputati.

Piana degli Albanesi. Religiose e clero eparchiale sono stati convocati per oggi alle 11,o

Secondo notizie circolate nella serata di ieri il clero e le religiose dell'Eparchia sono stati convocati, dall'Amministratore Apostolico Cardinale Paolo Romeo, a Piana, per comunicazioni urgenti per le ore 11,oo di oggi.

Il pensiero ovviamente corre alla possibilità che possa finalmente essere comunicata l'avvenuta nomina dell'Eparca.

Se la convocazione di questa mattina è quella auspicata da tanti, a mezzogiorno dovrebbero  -secondo antiche usanze- suonare le campane in tutte le chiese.

lunedì 30 marzo 2015

Flash sulla nostra Storia

Quell'indimenticabile 1520

I capitoli con cui nasceva l’Università di Cuntissa sono del 2 dicembre 1520. 
Don Alfonso Cardona nella sostanza concedeva in enfiteusi agli arbëresh due dei suoi innumerevoli feudi (quelli più scoscesi e meno produttivi) e nello stesso tempo dava forma giuridica e ordine alla comunità degli arbëresh istituendo lo “stato feudale”.
Sin dalla riforma di Federico III era previsto che in ogni Stato feudale cessassero di operare le figure del baiolo e dei giudici di nomina regia e che subentrassero degli ufficiali “elettivi”.
Si trattava del subentro della “curia dei giurati” che appunto dal secondo decennio del Trecento cominciava ad essere presente in tutte le realtà comunitarie riconosciute della Sicilia. L’organismo lo si ritrovava infatti sia nelle città demaniali (dipendenti direttamente dall’autorità regia) quanto nelle Terre baronali.
Che i giurati dovessero essere eletti lo si può leggere nei “capitula iuratorum” del 1324, indirizzati a tutte le città dell’isola, con cui Federico III d’Aragona impone il nuovo assetto. L’obiettivo dichiarato era di limitare l’ingerenza aristocratica nella vita delle comunità. 
Buona intenzione ma di nessuna incidenza: nella realtà di quei tempi le influenze e le interferenze nobiliari nella vita locale erano inevitabile nella stessa misura in cui era inevitabile l’aria per respirare.
La maggiore autonomia concessa alle città e agli stati feudali si tradusse nei fatti -al contrario- in elemento di forza per il baronaggio che disponeva di strumenti idonei ed efficaci per imporre al ruolo di “giurati” le persone ad esso più fedeli o comunque preferite.
Proprio il ricordato provvedimento di Federico III costituisce infatti per gli storici l’inizio in Sicilia del processo di affermazione poderosa dell’aristocrazia.

Ma, andiamo alla visita a Contessa nei primi del 1521 di Alfonso, visita che aveva il compito di impiantare in quella comunità di arbëresh l’intero apparato di governo.
Non risulta che siano sussistenti o comunque disponibili i documenti di istituzione dello “stato feudale” pertanto con un po’ di creatività possiamo immaginare che in quella prima elezione dei giurati (a cui partecipavano solamente i capi famiglia con un certo livello di reddito) siano risultati eletti -su discreta proposta di Don Alfonso- quattro dei sette soggetti che il due dicembre avevano sottoscritto i capitoli: Palumbo d’Erme, Paolo Zamandà, Luca Carnese, Teodoro Schirò, Francesco Chisesi, Paolo Cavalcante e Giovanni Zimandà.
Vedremo in prosieguo compiti e funzioni della corte dei giurati. Compiti amministrativi e poco rilevanti. 
Il potere vero, nello stato feudale, stava nell’apparato di gestione  del mero e misto imperio. E su questo versante Don Alfonso, ne siamo certi pur non disponendo di documentazione, non affidò nulla ai nuovi arrivati arbëresh.

Col potere del mero e misto imperio ogni feudatario teneva in mano i suoi possedimenti e pertanto gli incaricati furono tutti estranei alla comunità, provenienti secondo alcuni elementi acquisiti, dal messinese, lì dove Don Alfonso si recava piuttosto frequntemente.

Pensionati. Ingrao, il comunista che non si è ancora accorto che il suo "sistema" ha prodotto morti e miseria

Compie un secolo di vita Pietro Ingrao

Di lui chi scrive non condivide nemmeno una virgola sul suo percorso politico-culturale
Perchè ?
1) Ha flirtato col Fascismo in gioventù
2) E' stato intransigente e miope comunista
3) Non si è accorto del fallimento del comunismo e delle immani stragi di quel sistema
A seguire lui è sembrato che
 Era caduto il comunismo? Ma lui che c’entrava? Forse non se ne era neanche accorto.
 Il suo comunismo era altrove.
I calcinacci di quel muro -è sembrato- riguardavano quelli che a quel sistema avevano creduto. Egli era impegnato ad "altra cosa".

4) Nel 1976 è divenuto Presidente della Camera, al posto di Sandro Pertini, ed è stato uomo delle istituzioni, piuttosto
pacato. A raffronto con Pertini Egli sembrava un un benpensante mentre il Sandro un rivoluzionario.


A lui, comunque, tanti auguri di lunga vita, fiduciosi che il tempo lo faccia riflettere e
correggere su un sistema -che nonostante crollato e rivelato di aver causato decine di milioni di morti- ha continuato a difendere.

Cose da tenere in considerazione

Sono 13 milioni gli over 65 in Italia.
Essi hanno il diritto/dovere di difendere le condizioni di salute per sè stessi e per la società che cresce.

domenica 29 marzo 2015

Domenica delle Palme. Comincia La Grande e Santa Settimana (Java e Madhe)



Ogni anno, nella domenica precedente la Pasqua vengono benedetti  rami di ulivo o di palma nelle chiese. 
Inoltre una piccola processione precede la celebrazione della liturgia.
I rametti di ulivo e di palma benedetti vengono distribuiti ai fedeli, che li portano a casa per tenerli come simbolo di pace.

Aspettando il nuovo Eparca (59)

Si sussurra in giro a bassa voce -ma non tanto 
se pure Facebook lo riporta- che, in questo periodo
di Resurrezioni, potrebbe
toccare pure all'Eparchia  

Sento dire che l’Eparchia di Piana degli Albanesi è bloccata, non si possono prendere iniziative di una certa importanza perché è priva del Vescovo, o come viene chiamato dalle nostre parti dell’Eparca.
Di iniziative da intraprendere forse ne esistono tante, a cominciare da quella –credo- fondamentale di far crescere “cristiani” in una terra, la Sicilia, dove prosperano finti cristiani e contigui alla mafia, ma anche e soprattutto quella di istituire un punto d’ascolto e di dialogo con quelli che impropriamente vengono chiamati “i lontani”.
E’ curioso, ma i “lontani” chissà perché sono (ovviamente a mio modo di vedere) più umani e aderenti all’umanità di tanti cosiddetti “vicini”, che –a dire di alcuni- sembrerebbero aver perso la bussola.

Visto che siamo in tema di ciò che potrebbe essere il ruolo di un Eparca, provo a scrivere da laico cosa io vorrei attendermi da un Eparca, da un buon Eparca.
-1) L’ho detto, ma lo ripeto, bandisca da sé e da tutte le strutture eparchiali l’integralismo ed il fanatismo che nulla hanno a che fare col Cristianesimo ed apra, apra a 360°, nei confronti di chi non è clericale, di chi crede ma coltiva moltissimi e forti dubbi, di chi non crede affatto ma conduce una vita umana, molto più umana dei cosiddetti “devoti”.

-2) L’Eparca, il tipo di Eparca che potrebbe piacermi, non taccia ma sia vigile in materia di bene comune e su tutte, le tantissime, emergenze socio-economiche che toccano il territorio della piccola Eparchia di Piana degli Albanesi. Da noi non sono scoppiati scandali di "corruzione" tanto diffusi su scala nazionale, tuttavia l'uso del Potere pubblico per fini di parte è abituale, anzi è dato per scontato.

-3) Nell’agenda quotidiana di un Eparca, o in quella “almeno” settimanale, non dovrebbe mancare mai un appuntamento o un incontro col mondo dei laici, che si tratti di circoli, associazioni, pro-loco o addirittura sezioni di partiti. Certo in queste ultime potrebbe imbattersi con gli opportunisti, quelle figure tanto comuni in terra di Sicilia e di certo non affidabili, però -ritengo- è soprattutto a questi che va spiegato "il tutto".
L’Italia è, purtroppo, il paese più corrotto dell’Unione Europea.

-4) Mi piacerebbe che ogni sei mesi –più frequentemente di quanto forse prescrivono le norme canoniche- effettuasse la visita pastorale nelle varie parrocchie:
-sia per controllare i libri contabili (si, i libri contabili) delle parrocchie medesime e conseguentemente per attestare come vengono spese le risorse che la gente generosamente dona con le più varie motivazioni. Se la Chiesa mostra trasparenza poi avrà titolo ad esigerlo dal Potere Pubblico,
- sia per incontrare le comunità ed interpretare esigenze e preoccupazioni.

-5) Chi scrive non è mai stato clericale e si augura di non esserlo mai, però  auspica che il nuovo Eparca non si chiuda per tempi lunghi nel Palazzo di p.tta San Nicolò a Piana degli Albanesi; instauri uno stile di vita che lo porti a vivere in mezzo alla gente, a condividere le stesse condizioni povere (e talora, misere) di questa popolazione. Perché non pensare a soste cicliche di 10/15 giorni a Palazzo Adriano, Mezzojuso, Contessa Entellina e Santa Cristina Gela ?
L’Eparca viva come tutti i cittadini/fedeli e rinunci a tenori di vita che non siano appropriate rispetto al resto della popolazione.
Sappiamo bene che gli competerà lo stesso titolo (onorifico ?) di un Prefetto dello Stato: “Sua Eccellenza”.
Dico subito che questa espressione proprio non mi piace. Se dovessi incontrare l’Eparca preferirei rivolgermi a Lui con un “Buongiorno” o “Buonasera”, un po’ alla Francesco.
Noi tutti sappiamo -inoltre- che il nuovo Papa, Francesco, ha una idea sinodale, collegiale, e non gerarchizzata di guidare la Chiesa. Piana degli Albanesi è Eparchia di rito orientale, quindi sinodale per antonomasia. Faccia, quindi, il nuovo ed auspicato Eparca della collaborazione e della collegialità il motore della sua missione.
Immagino che sarà per Lui compito non facile quello di adoperarsi per la conservazione dell’identità “bizantina” della sua Chiesa e -nei limiti del possibile- dell’etnia “arbëresh” della sua popolazione. 
Piana degli Albanesi è Eparchia perché ha l’onere di conservare queste due espressioni ora ricordate. Piccola e al contempo grande Eparchia, quindi.
Ma su questo mi propongo di poter scrivere meglio e più ampiamente in seguito.

-6) Avendo ipotizzato per l’ipotetico nuovo Eparca di vivere “la strada”, in mezzo alla gente, mi piacerebbe che Egli provasse pure a far uscire pure i preti (soprattutto i non sposati) dalla corporazione sacerdotale, dal corpo separato in cui danno la sensazione di vivere. 
Nei nostri paesi i sacerdoti, quelli sposati, sono sempre vissuti come normali (e al contempo, speciali) uomini. Sarebbe buona cosa se, sparito il corpo separato, tutti i sacerdoti diventassero “umani”, fra gli esseri umani.

Ritengo che se il nuovo Eparca accogliesse, almeno in parte, quanto finora mi sono permesso di esternare, nel giro di appena sei mesi Egli potrebbe conoscere personalmente tutti i 20.000 residenti nel perimetro dell’Eparchia (Chiesa della Martorana compresa). Potrebbe divenire piuttosto che l'Eparca in abiti imperiali e da cerimonia il "Parroco" dell'intera comunità.
Questa riportata è -ovviamente- una mia nota di “auspici” personali  nei confronti del nuovo ed auspicato Eparca, sia esso diocesano o extradiocesano. Se conosce il Vangelo è colui che serve, sarà persona umana.

L'Umano e il Divino mi è stato spiegato tempo fà -da un buon papàs- non differiscono nei loro intenti. 
Anzì, mi disse: "chi è umano, veramente umano, è già divinizzato".

sabato 28 marzo 2015

Pensioni in Italia. Sono basse per tutti, tranne per i privilegiati

Il governo che sulla carta (solo sulla carta) sarebbe di Sinistra ha posto gli occhi sulle pensioni. Non su quelle d'oro o d'argento. No, su quelle popolari.
Pare che stia facendo dei pensierini, perchè nonostante la riforma Fornero la spesa pensionistica italiana resta comunque alta, oltre il doppio della media europea in proporzione al Pil. Secondo la documentazione che tira fuori il Governo la spesa complessiva per pensioni dal 2011 -quando era pari al 15% del Pil- è adesso arrivata al 17%.

I dati governativi nulla ci dicono però su cosa pesa sui conti pubblici in termini di "fasce di pensionati". In pratica ad incidere sui conti sono le pensioni d'oro dei (finti) dirigenti pubblici, i vitalizi dei politicanti ladroni, o le pensini del coltivatore diretto (€. 500/600 mensili) ?

La Fornero
Prevede che la pensione venga calcolata in base ai versamenti effettuati dai lavoratori e non agli ultimi stipendi percepiti.
La legge Fornero ha inoltre  portato all'innalzamento  dell'età pensionabile.

Nonostante queste misure, pare, che la spesa sia aumentata (o forse, essendo calato il Pil è cresciuta l'incidenza della spesa previdenziale).

La societa' dei corrotti. Esistono vie di uscita con questa classe dirigente ignorante ?


Sotto il titolo sopra riportato ci proponiamo di riflettere sul tipo di società in cui viviamo. 
Un convincimento di tipo vecchio-socialismo verosimilmente ci guida, come -per esempio- l'idea che tanta "corruzione" è frutto, conseguenza, del tipo di società. La struttura socio-economica, insomma, produce questa "puzza", per dirla con Papa Francesco.
Chi intende seguire questa pagina, periodica, sappia comunque che essa si svilupperà fra le discipline dell'Economia e della Sociologia.
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Ormai da quindici anni viviamo dentro il terzo millennio.
Sotto il profilo socio-economico due sono i fenomeni che stanno incidendo sul benessere (o forse per meglio dire, sulla vita) dell'uomo dei nostri giorni.
L'ascesa e il dominio sempre più consolidato del "capitalismo globale" e l'assoluta necessità  di imporre, per la sopravvivenza dell'uomo, un modo di progettare il futuro -nel contesto in cui viviamo- nell'ottica ecologica e della sobrietà.

Non bisogna essere economisti per capire che il capitalismo dei nostri giorni è di gran lunga diverso, molto diverso, da quello di venti/trenta anni fà. Allora il capitalismo era costretto ad operare entro frontiere e confini nazionali e a riconoscere e rispettare le leggi di ciascuno stato. Oggi il capitalismo globale ignora le regole e le intenzioni di ciascun governo, esso ha infatti perso il contatto con le realtà oggettive del produrre umano, è diventato solamente ed esclusivamente (al livello decisionale) capitalismo finanziario che conosce ed agisce attraverso le reti elettroniche dei flussi finanziari e informativi.
L'obiettivo di questo nuovo tipo di capitalismo, così come esso si presenta ed opera -ai nostri occhi-, è di massimizzare la ricchezza e il potere delle èlite.

Questo nuovo tipi di "economia" è nata dalla rivoluzione della tecnologia dell'informazione degli ultimi trenta/quarant'anni e si struttura non tanto attorno ai poli industriali o comunque produttivi di ciascun paese bensì attorno alle reti dei flussi finanziari.
Grazie alle sofisticate tecnologie dell'informazione e delle comunicazione, il capitale (il denaro) può spostarsi rapidamente in tutto il pianeta alla continua ricerca di più elevate opportunità di rendimento. 
La realtà è tale che nell'arco di una sola giornata ingentissimi capitali finanziari possono fare più volte il giro del mondo da New York a Francoforte, da Milano a Singapore, da Sidney a chissà dove.
E' palese al lettore che ha deciso di seguirci che il nuovo modello di capitalismo poggia sui modelli informatici capaci di gestire la complessità generata dall'irrilevanza delle frontiere e la infinità varietà dei nuovi strumenti finanziari.

Solo per dare il senso di come funziona il sistema capitalistico di ultima generazione, riteniamo di poter dire che fino a trent'anni fà il benessere di un paese, dell'Italia o della Germania, dipendeva in larghissima parte dagli uomini di governo; oggi il benessere o il malessere dipende da "entità" che stanno nei piani più alti dei grattacieli di New York o di Sidney.
I nostri politici, quelli che in Italia occupano i posti in Parlamento o al Governo, sono semplicemente dei burattini annoiati che aspettano che qualcuno gli dica, o non dica, cosa fare e come votare. 
Per superare la noia, ovviamente rubano.
Ecco perchè la politica è caduta tanto in basso. E' scomparsa la distinzione fra fronte politico socialista (Sinistra) e fronte politico liberale (Destra) poichè è stato sterilizzato il ruolo dei politici. 
Oggi basta guardare la Tv e accorgersi che i politicanti sono divenuti semplicemente dei "pappagalli" che parlano di cose che ignorano nel loro significato più vero e che comunque non sono nella loro portata.

Il nuovo tipo di "economia" è talmente complesso e turbolente da sfuggire alle analisi della tradizione politico-economica.
(segue)

Attualità. Un giallo che trova soluzione ...

E' definitiva l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall'omicidio di Meredith Kercher. La quinta sezione penale di Cassazione ha annullato la sentenza dell'appello bis che si era concluso con la condanna dell'americana a 28 anni e mezzo e dell'informatico pugliese a 25 anni.
Per il collegio, presieduto da Gennaro Marasca, i due imputati non hanno commesso il fatto. 
E' definitiva, invece, la condanna a 3 anni di reclusione per Amanda per la calunnia ai danni di Patrick Lumumba. 

EXPO 2015. L'Italia dell'inefficienza e della corruzione si presenterà al mondo

Il primo maggio a Milano apre, dovrebbe aprire, l'Expo 2015, la vetrina dell'Italia e del mondo sul terzo millennio. I soldi, i miliardi si sono spesi senza controlli ed hanno pure finanziato i referenti del signor Greganti (quel comunista che incassava per il PCI negli anni '90, ma che non parlava) eppure il Padiglione Casa Lombardia, il Padiglione Italia -dicono i giornali- ancora sono da elevare.

Nessuno viene licenziato per inettitudine !!

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha messo sotto esame le gare e lunedì dovrebbe arrivare una sua decisione finale: una sorveglianza speciale. 
Il magistrato e il prefetto, che avrà materialmente il compito di eseguire la sentenza, hanno già studiato la possibilità di aggiungere alla pena la sostituzione dei vertici. Così sembrerebbe.

venerdì 27 marzo 2015

Lazzaro. Nelle prossime ore notturne nelle comunità arbëreshe si annuncerà che la resurrezione è pure per gli uomini

Eleuterio Fortino su L’Osservatore Romano del 26 marzo 2010 così presentò la tradizione su “Lazzaro” ancora presente nelle Comunità italo-albanesi.
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 Gli albanesi emigrati nel XV secolo in Italia hanno conservato, nonostante inevitabili condizionamenti politico-culturali, le loro tradizioni, compresa la lingua e la tradizione liturgica bizantina.
La storia delle numerose comunità nel contesto della situazione culturale dell’Italia meridionale, in particolare della Calabria e della Sicilia, fa constatare che, nei periodi passati di diffuso analfabetismo, la propria cultura è stata trasmessa per mezzo della tradizione orale.
Si trattava ed ancora in una certa misura si tratta di gruppi consistenti di gente che parlavano la lingua albanese, che usavano la lingua greca nella liturgia e che, a differenza della maggioranza locale latina, era di tradizione bizantina; inoltre i pochi che nei secoli passati  potevano frequentare qualche scuola erano obbligati a seguire la lingua italiana, non essendo previsto alcun insegnamento proprio.
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Nonostante il trascorrere del tempo alcune tematiche religiose sono tuttora  trasfuse nel folklore che è diventato canale di comunicazione, particolarmente per i momenti centrali dell’anno liturgico come per la passione e per la risurrezione di Cristo, per il Natale e per altre feste.
Esiste un ampio e diffuso repertorio con una grande quantità di varianti da luogo a luogo. Questa tradizione è diffusa nell’intera regione balcanica fino alla Romania. Una di queste è la Resurrezione di Lazaro.

Nella Chiesa bizantina il sabato precedente la Domenica delle Palme si commemora liturgicamente la risurrezione di Lazzaro.
La “memoria” di questo intervento straordinario di Cristo ha grande rilievo liturgico, e kerigmatico. Appartiene al nucleo centrale della fede cristiana: la risurrezione dell’uomo.
Nel simbolo niceno-costantinopolitano il fedele professa: “Aspetto la risurrezione dei morti”. 
Il tema, nelle comunità italo-albanesi, è entrato anche nel folklore religioso.

Nella tradizione popolare arbëreshe alla vigilia di alcune grandi feste, gruppi di giovani sogliono recarsi di casa in casa per cantare inni popolari di augurio, inerenti alla festa celebrata.
Tra gli albanesi d’Italia, con termine proveniente dal greco, si chiamano Kalimere (Buon giorno). 
Sono canti di augurio di buona festa. E nello stesso tempo sono strumenti di una catechesi popolare che serve a cementare la comunità e a trasmettere elementi della propria identità culturale e religiosa.
 Le kalimere vengono cantate con musiche che variano da luogo a luogo. Nella prima strofa il gruppo dei cantori chiede attenzione e indica l’oggetto del canto come “una buona novella”: “Buona sera – buon mattino a darvi son venuto – una buona novella. Un miracolo -fece Iddio davanti a tutti – in Betania”

Quindi il canto racconta che c’era un uomo di nome Lazzaro che aveva due sorelle, “amato da Cristo”. Poi si narra la morte, la sepoltura, il pianto delle sorelle, il rimprovero fatto a Gesù per la sua assenza, perché se fosse stato presente, “non avrebbero perduto” il fratello. Gesù le consola: “Tergete quelle lacrime non abbiate timore perché nel sepolcro Lazzaro dorme. Non abbiate timore – io vi ripeto, io sono la vita – io sono il vero Dio”.
Ma esse sanno che è morto, da quattro giorni ormai e già manda cattivo odore. Quindi Gesù con voce forte chiama Lazzaro a ritornare in vita, che venga a raccontare come è terribile rimanere nel buio della terra nera.

“Si levò Lazzaro, uscì dal sepolto, adorò Iddio”.
La kalimera al termine dà il suo insegnamento: “Chi vive con fede – e con rettitudine, per risorgere – egli muore”.

La risurrezione anticipata di Lazzaro preannuncia la risurrezione di Cristo stesso e quella di tutti gli uomini.


I testi liturgici a cui si ispira la kalimera dichiarano la risurrezione di Lazzaro come rafforzamento nella fede della “comune risurrezione.