venerdì 23 gennaio 2015

Il lungo cammino della cultura moderna (4)

Abbiamo trattato l'importanza della demografia in relazione alle condizioni di benessere che ciascun essere umano persegue.
Esiste una stretta relazione tra l'andamento della popolazione e le trasformazioni politiche, istituzionali, sociali ed economiche; trasformazioni queste tutte riassunte dai termini "crescita economica" o "modernizzazione".
Le scienze economiche e sociologiche  sono preposte a studiare e spiegare le variabili fondamentali di queste relazioni e si servono soprattutto della statistica.
Fermo restando che nessuno dei metodi scientifici finora in uso è in grado di misurare il grado di soddisfazione o di felicità dell'essere umano, e nemmeno l'unicità di una cultura, è sotto gli occhi di chiunque che in tutti i paesi del mondo la misurazione della variazione dei livelli di ricchezza e di reddito costituisce il punto di partenza per l'ottimizzazione dei sistemi socio-economici. 

LIVELLI DI RICCHEZZA E TASSI DI CRESCITA
(Nascono i problemi del terzo mondo)

Nel XIX secolo i tassi di crescita e l'accumulo di ricchezza e di capitali conobbero un'accelerazione senza precedenti nella Storia dell'umanità, accompagnata da quel fenomeno -divenuto inarrestabile fino ad oggi- altrettanto nuovo: il crescente squilibrio tra i livelli di reddito e di ricchezza delle diverse nazioni, regioni. 
Lo sviluppo della tecnologia
nel XIX secolo offrì un grandissimo
aiuto anche nello svolgimento
di molte attività del settore
terziario che, fino ad allora,
aveva accumulato un considerevole
ritardo rispetto all'industria manifatturiera.
La macchina da scrivere, ad esempio,
aprì nuovi orizzonti
produttive.
Il divario sempre più profondo tra paesi ricchi e poveri, tra economie tradizionali e progressiste, non era dovuto all'impoverimento delle nazioni più svantaggiate. L'aggravarsi delle disparità va imputata all'ulteriore arricchimento dei paesi ricchi, reso possibile dal progressivo aumento della produttività nel corso del secolo.
Alcuni osservatori hanno visto in questa crescente divergenza l'effetto dell'economia internazionale, che avevano causato l'abbassamento dei livelli di reddito dei produttori di beni primari del Terzo Mondo, costretti a vendere  le proprie merci ai paesi più ricchi.
Non mancano gli osservatori secondo cui  il commercio internazionale non potesse offrire ai paesi più svantaggiati le stesse possibilità di cui godevano le nazioni più progredite, le quali detenevano la maggior parte delle risorse finanziarie, commerciali, manageriali e tecniche necessarie per la conduzione degli scambi, traendone così utili più elevati.

Anche nelle dimensioni di ogni singolo paese permanevano (nel XIX secolo)  di maggiore povertà la cui arretratezza  era acutizzata dall'innalzamento dei livelli generali di prosperità e di reddito  delle aree circostanti.
Un punto va comunque tenuto presente. Le aree basate sull'esportazione di prodotti primari raggiunsero ovunque un certo benessere, comunque superiore a quello delle aree escluse dal commercio internazionale.

All'inizio del XIX secolo il divario di redditi medi fra India, Impero Ottomano, Europa Centro-Orientale, Meridione italiano e Russia non era significativo. 
Già allora gli stati dell'Europa Nord-Occidentale risultavano più ricchi del 30-40% rispetto alle aree sopra ricordate.
Conseguenza di quali variabili ?
Nel corso dei secoli precedenti era avvenuto nel Nord-ovest europeo 
-grande accumulo di capitali (derivanti dal commercio estero e dalla commercializzazione dei sistemi economici interni)
-nuove tecniche agrarie,
-pratica consolidata di investire  capitali nelle attività produttive,
-la relativa libertà intellettuale in un contesto culturale favorevole all'indagine e alla ricerca naturalistica,
-metodi sperimentali che incoraggiavano il progresso delle tecniche empiriche.

London Stock Exchange,
La borsa di Londra viene istituita
nel 1801. Il settore industriale non fu
necessariamente l'unico motore
di crescita. Altri aspetti della
modernizzazione come l'urbanizzazione,
il rinnovo delle infrastrutture e dei
sistemi dei trasporti, la creazione di
organizzazioni finanziarie e commerciali
o la modernizzazione dei sistemi
amministrativi e politici,
diedero a loro volta un
contributo decisivo.
In campo istituzionale (proprio il campo dove l'Italia stenta ancora nel terzo millennio) le novità erano molte:
-la proprietà individuale aveva sfoltito il mondo latifondistico che da noi persevererà fino al 1952
-i codici civili assecondavano le esigenze del commercio, quando in Italia fino a ieri esistevano privative, licenze, divieti
-la giurisdizione di garanzia a tutela dell'iniziativa privata; qui da noi una causa civile si protrae dai 10 ai 15 anni.
In buona sostanza nel Nord-Ovest dell'Europa già dal seicento era iniziato il processo che condusse all'eliminazione del potere, in materia economica, arbitrario quando ancora oggi, in Sicilia, per svolgere una attività bisogna chiedere il permesso alla Mafia di quartiere e pagare il pizzo.

La rimozione dei fardelli del vecchio mondo latifondistico e arbitrario crollati ovunque con la Rivoluzione francese unite alla sicurezza dei mezzi di trasporto e comunicazione e al lento e crescente controllo dell'uomo sui capricci della natura (controllo idrogeologico)  contribuirono in Europa a stimolare lo sviluppo dei sistemi economici e, al loro interno, delle imprese.

Avremo modo di capire perchè tutto ciò non avvenne in Sicilia.

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