"Anche nel parlamento regionale vi sono
eletti dalle cosche e non c'è consiglio comunale in Sicilia che non abbia un
eletto dalla mafia.
Dobbiamo avere la coscienza che il mondo politico non ha
rotto con la mafia. La lotta alla mafia si fa anche arrestando Matteo Messina
Denaro". Lo ha detto ieri sera il presidente della Regione Rosario
Crocetta prendendo parte, a Castelvetrano, a un consiglio comunale aperto con
all'ordine del giorno "Quali iniziative per la legalità e la lotta alla
mafia".
"Ho sentito dire che non ci si deve sentire nè antimafia
e nè mafia, io mi sento antimafia. - ha aggiunto - Non si può stare in mezzo al
guado. Vivo da condannato a morte dalla mafia dal 2003. Guai a dire che la
mafia con la politica non c'entra, se lo diciamo non siamo credibili agli occhi
dei cittadini".
Nel corso della seduta, alla quale hanno preso parte politici
nazionali, regionali e locali, il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero
e diversi altri rappresentanti di enti pubblici, tutti hanno espresso
solidarietà all'imprenditrice Elena Ferraro, vittima di un tentativo di
estorsione.
Quella di Nello Musumeci, presidente della Commissione regionale antimafia, è l'unica voce finora elevatasi sulle affermazioni di Crocetta. Ha detto: "Le affermazioni fatte dal presidente Crocetta
ieri a Castelvetrano sono di una gravità inaudita. Dire che all'Ars sono
presenti deputati eletti dalle cosche e che in tutti i Consigli comunali
dell'Isola c'è almeno un consigliere sostenuto dalla mafia non può essere stata
una battuta. Ecco perché, anche per il ruolo che occupo, ho il dovere di
chiedere al governatore di riferire, entro pochissimi giorni, nomi e cognomi
dei deputati beneficiati da Cosa nostra alla Commissione Antimafia o, se
preferisce, a qualsiasi Procura della Repubblica".
Nessun commento:
Posta un commento