lunedì 1 settembre 2014

Emigrazione. Il parassitismo tiene fermo il sistema economico

Ad emigrare, a lasciare l'Italia, ormai non sono solamente i giovani ventenni che non vedono possibilità di lavoro. A cercare fortuna, che poi è ciò che tutti dovrebbero avere, ossia il lavoro, non sono solo i giovani laureati o i "cervelli in fuga", ormai il fugi fugi dall'Italia è tornata a coinvolgere quarantenni e cinquantenni espulsi dal processo produttivo e che, in questo paese, non hanno possibilità di reinserimento.
L'Italia, al di là del verbalismo renziano e del movimentismo chiacchierone dei vari Crocetta d'Italia, il nostro paese è fermo; anzi corre verso gli anni settanta (e secondo taluni osservatori ancora più indietro).
La disoccupazione sta diventando un dato strutturale. Non è solamente colpa del ciclo economico. Questo, infatti, se ben guidato, può essere superato (come avviene negli altri paesi). Qui da noi il parassitismo è la grossa palla al piede. Eserciti ed eserciti di parassiti sono annidati e ben remunerati nella Pubblica Amministrazione, aziende partecipate, e aziende foraggiate, tutte palle pesanti ormai insostenibili.
Secondo una ricerca del Centro Studi Cna dedicata alle “Nuove emigrazioni” tra il 2007 e il 2013 hanno lasciato l’Italia circa 620mila persone, quasi il doppio rispetto ai sette anni precedenti.
E... purtroppo non si vede futuro. 
Il parassitismo sarà sconfitto da una nuova classe dirigente, di cui non si intravede ad oggi segno.

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