martedì 15 luglio 2014

Il post-moderno. Sono aumentate le disuguaglianze, la povertà, il degrado morale, la disoccupazione, l’insensibilità verso gli altri

Hanna Arendt, filosofa politica e perseguitata a causa delle sue origini ebraiche, dopo avere seguito il processo ad Eichmann per crimini di guerra ha evidenziato come quello che era stato un efferato criminale, nella vita quotidiana e familiare fosse una persona assolutamente “normale“ e tranquilla rispetto alla spietatezza che esercitava invece nel suo “ lavoro  di aguzzino“ . 
Arendt si chiedeva, in un suo libro, come mai individui apparentemente normali e giudicati tali da esperti psichiatri possano manifestarsi in particolari circostanze criminali efferati senza il minimo senso di colpa? 
 
Cosa cova nell'animo umano ?
Conosci te stesso era la massima esortazione incisa sul frontale del tempio di Apollo a Delfi; devi conoscere la tua mente per capire il mondo e le persone che ti circondano sosteneva Platone. 

Sembra però che quest’indicazione si sia persa nei nostri giorni.
Tutti oggi siamo indipendenti nelle scelte della vita,  privi di capacità critica ed d’immaginazione ma influenzati da un modello culturale invasivo ed omologante,  in balia delle onde e del vento, incapaci di guardarci dentro, pronti a tradire amicizie, valori e mete prima inseguite.
Oggi le domande della Arendt  ritornano insistenti e preoccupanti: cosa cova nell'animo umano ?
-Corruzione ed immoralità diffuse vengono commesse da persone assolutamente “normali“, magari additate da imitare,
-ragazzi che nei loro paesi di origine erano considerati amabili da tutti, incapaci di cattiverie si trasformano altrove in mascalzoni.

Come mai le persone buone diventano cattive, ladri, corrotte, insensibili ai bisogni altrui ?
Arendt sostiene la tesi della perdita della struttura morale interiore che è diventata labile ed inconsistente, lontana dalle radici e senza memoria. Un comportamento morale presuppone una capacità interiore - il riflettere su se stessi - di capire quale azione sia un bene o un male e quindi di comportarsi di conseguenza ma senza questa struttura interiore si diventa facili prede di comportamenti passivi che ci rendono schiavi di certi influssi esterni che vengono imposti da presunti interessi superiori. 

La cultura razionale oggi dominante ci fa vedere solo il futuro come garanzia di successo; si dimentica del passato e degli errori fatti, così viene meno la memoria e la previdenza che è la dote che ci distingue dagli animali.
 La “ tecnica “ ci ha distaccato dall’intimità delle vere relazioni personali sentite, vissute e partecipate; eventi importanti nella vita come il concepimento, la nascita, la malattia e la morte sono ormai considerati meri eventi biologici. Le modalità relazionali sono virtuali, fugaci, fulminee e superficiali fatte da un limitatissimo numero di parole', questo e' un modello culturale che scivola sull’onda molto più rapidamente del tempo che sarebbe necessario per scendere in profondità.  Si forma una non-cultura 

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