sabato 24 maggio 2014

Contessa Entellina: SANTA ROSALIA ... ... di Calogero Raviotta

Storia, chiesa, statua, tradizioni, quartiere (parte III)

Tradizioni - Una delle più popolari e antiche tradizioni di Contessa, purtroppo scomparsa già dall’inizio del secolo scorso, si svolgeva sul piazzale S. Rosalia.
Alessandro Schirò, nel suo libro dedicato a Contessa Entellina, così la descrive: “Fra le tradizioni patrie vi é anche la lotta, tenuta  tanto in istima dai Greci. La domenica di Pasqua i giovani più robusti, si portano nello spiazzo S. Rosalia, e combattendo con atterrarsi scambievolmente in mezzo a molta gente, che formano un cerchio a guisa di anfiteatro, del quale fanno parte, come spettatrici, anche le donne, che, al pari degli altri spettatori, levano or gridi di applauso ed or di derisione. L’atleta più forte vien portato in trionfo sulle braccia dai compagni fino al paese”.
Fanno parte delle tradizioni scomparse anche le passeggiate serali estive dal centro abitato al piazzale di S. Rosalia. Quando, al tempo della trebbiatura, le aie di S. Rosalia erano impegnate dalla metà di giugno fino alla metà di agosto per la battitura del grano, la sera, anche se la strada che portava alle due aie di S. Rosalia non era illuminata, perché fuori dal centro abitato, a gruppi molti andavano a passeggio fino alla cappella di S. Rosalia e quindi si intrattenevano a chiacchierare con i contadini, che trascorrevano il giorno e la notte a battere e vagliare il grano.
Prima che fosse introdotta anche a Contessa la meccanizzazione agricola, per secoli i contessioti infatti dopo la mietitura battevano le spighe sulle aie, in alcune località fisse ben esposte ai venti, per poter separare facilmente la paglia dai chicchi di grano.
Le aie (lëmi) sorgevano numerose in tutti i feudi ed alcune erano vicine al centro abitato: due sulle colline Brinjat (lëmi Bambinelit e lëmi  Sant’Antonit) ed uno sullo spiazzo di S. Rosalia (lëmi Santa Rrusullis), su terreno comunale,  che Epifanio Viviani, a proprie spese, aveva  sistemato con selciato in pietra calcarea, a poca distanza dalla cappella. Quanti utilizzavano le due aie per la battitura del grano, in estate, offrivano del frumento, che veniva venduto per comprare l’olio necessario per tenere accesa una lampada nella cappella S. Rosalia.

Quartiere e contrada S. Rosalia - La  contrada “S. Rosalia” é un toponimo affermatosi dopo la costruzione della cappella, cioè alla fine del secolo XIX, per indicare l’ubicazione dei terreni circostanti. Il quartiere “S. Rosalia” é un toponimo molto  recente, perché affermatosi alla fine del secolo XX, quando cominciarono a sorgere nuove abitazioni nelle sue vicinanze.  Per questo motivo i due toponimi (quartiere e contrada) non sono citati nei riveli e negli atti di compravendita dei secoli passati.
Il quartiere “S. Rosalia” (un’area di circa 2.400 mq tra via Albania, prolungamento di via Ciaccio e prolungamento di via Morea, incluso lo spiazzo di S. Rosalia), é stato urbanisticamente sistemato dopo il terremoto del 1968: restauro della cappella, nuovi giardini pubblici, strade di collegamento con via Albania  (Circonvallazione Nord) e con via Ciaccio (Circonvallazione Sud), piazzale nuovo, nuove abitazioni.
Il quartiere “S. Rosalia”, dopo che é stato sistemato a verde attrezzato (panchine di pietra, aiuole, muretti di sostegno, impianto di illuminazione pubblica, ecc.), é animato dalla presenza di anziani, ragazzi e giovani, che si danno appuntamento sul piazzale o nella nuova e accogliente “Villa comunale”, curata da volontari, residenti nelle case costruite nelle aree adiacenti.
Nella “villa”, sul piazzale o davanti al sagrato della cappella di S. Rosalia, si ritrovano di giorno i bambini per giocare e gli anziani per fare quattro chiacchiere tra loro, e la sera invece i ragazzi ed i giovani per stare insieme, parlare, ascoltare musica e  divertirsi.

Cessione alla Parrocchia latina  - Il 18 settembre 1897, in Corleone, con atto del notaio Giacomo
Pincitore, (registrato il 19 settembre 1897), Viviani Epifanio, ha ceduto in perpetuo e irrevocabilmente al parroco latino protempore di Contessa Entellina, canonico Nicolò Genovese, la chiesa di S. Rosalia, da lui costruita, riservandosi il diritto di patronato religioso.
Oggi questo diritto di patronato é esercitato dagli eredi di Epifanio Viviani (Cantone Maria) .
Il parroco ha accettato per sé ed i suoi successori la cessione, obbligandosi di tenere aperta al culto la cappella, di celebrarvi ogni anno in perpetuo insieme col suo clero due messe cantate, l’una il quindici luglio  e l’altra il quattro settembre, facendo precedere quest’ultima da una novena di pubbliche preghiere colla recita di una terza parte del rosario, il canto di apposite canzoncine e la benedizione con la reliquia della Santa.

Preghiere ed inni dedicati a S. Rosalia.
Primo inno
Diva cui flores tribuere nomen                                         Diva, cui diedero lor nome i fiori
et pias regum dedit aula cunas                                          o santa nobile stirpe di re!
haec tuis laeti meritis sacramus                                         Tu il puro anelito dei nostri cuori
munera  laudum.                                                               Tu il faro vigile di nostra fé.
O rosa fulgida che dolce aulia
O giglio candido spruzzato d’or!
Fiore freschissimo, o Rosalia,
accogli il palpito del nostro cuor.

Monte sub celso latitans, caterva                                      Tu che di gelida caverna in seno           
tartaris fundis, superisque victrix                                      scolpivi il nobile patto d’amor
nomen in saxo, genus et perennes                                     fra cento ostacoli concedi almeno
sculpis amores.                                                                  Che della grazia serbiamo il fior.
O rosa fulgida che dolce aulia...

Praebet hic aedem specus et soporem                               Tu che sui culmini del Pellegrino
excipit rupes pluit aetra potum                                         sfogavi all’aura l’immenso ardor
silva dat mensam, potus et beatae                                    tu fa’ che il fervido fuoco divino
gaudia vitae.                                                                     Avvampi ogni anima, bruci ogni cuor.
O rosa fulgida che dolce aulia…

Nunc tui Iesus, sacra sponsa, vultum                                Tu che sollecita della tua terra
redde pacatum, procul ut furores                                      la luce malefica fugasti un dì
pestis et belli, famis ipse nostris                                        o pia difendici da fame e guerra
pellet ab oris.                                                                     D’ogni contagio che ci colpì.
O rosa fulgida che dolce aulia…

Sit salus Illi decus atque virtus                                         Tu che con l’anima in Dio rapita
qui super  coeli solio coruscans                                         sorella agli angeli fosti quaggiù
totius mundi series gubernat                                             l’arcano  insegnaci della tua vita
Trinus et  Unus. Amen                                                      sogna la Patria, cercar Gesù.
O rosa fulgida che dolce aulia…

Secondo inno

Si muovono al monte le turbe pietose                              
al monte che olezza di gigli e di rose.                              
                                 Salve, salve, o Rosalia!                   
                                 Salve, salve, o Rosalia!

Un giorno lasciasti la casa paterna
e lieta abitasti la lieta caverna
                                 Salve, Salve........

Proteggi dal cielo  o pia verginella
la gente devota che a Cristo s’appella.
                                 Salve, salve.......
Invocazioni

V) Col tuo sembiante e con la tua bellezza;
R) Avvicinati, vieni presto e regna.
Preghiamo: O Dio, che hai condotto la beata vergine Rosalia dalle delizie di una casa regale alla solitudine dei monti, per i suoi meriti e la sua intercessione concedici di essere trasferiti dalle voluttà del mondo all’amore delle cose celesti e di essere liberati dall’ira dei tuoi flagelli. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Nota - Sono noti anche a Contessa alcuni  canti popolari in dialetto siciliano, molto diffusi nei paesi limitrofi. Se vengono messi a disposizione dai pochissimi fedeli, che ne conservano la memoria, è possibile riportarli per completare quanto precedentemente descritto sul culto di  Santa Rosalia a Contessa Entellina.


Nessun commento:

Posta un commento