sabato 22 marzo 2014

Assemblea Regionale. La peggiore classe dirigente d'Italia: i giornali raccontano

dal Giornale di Sicilia
I SOLDI DELLA SICILIA: CON LE NUOVE DELIBERE UNA TRASFERTA A ROMA COSTERÀ 755 EURO AL GIORNO, FINO A NOVEMBRE SE NE SPENDEVANO 542.
All'Ars riesplode il caso dei bonus viaggi
Per i deputati rimborso del biglietto aereo dopo l'abolizione del «forfait». Ruggirello: «Ma le missioni vanno autorizzate»

A fronte delle riduzione degli stipendi, non è calato il costo del personale perché un articolo ha fatto salvi per questa legislatura tutti i contratti stipulati entro il 31 dicembre 2013.
...Ci sono volute due delibere approvate tra fine novembre e qualche giorno fa dal consiglio di presidenza dell' 
Ars. E alla fine il bonus per i viaggi aerei che i deputati in missione avevano perso è tornato. E si aggiunge a una indennità di trasferta e a un rimborso spese giornaliere ritoccato al rialzo per poter comprendere perfino il costo del taxi. Una manovra in due mosse che ha fatto lievitare potenzialmentedi quasi il 50% il costo di ogni missione che i 90 parlamentari sono autorizzati a fare per ragioni istituzionali.
Per capire cosa è successo bisogna fare un passo indietro, all' ottobre 2012. Fino a quella data ogni deputato aveva diritto a un bonus forfettario di poco più di 10 mila euro per i viaggi in aereo, treno e nave. Per questo motivo, quando erano in missione istituzionale, ai deputati non veniva rimborsato il biglietto. A fine 2012 scattano i primi tagli in ottica spending review e il bonus forfettario viene cancellato (insieme ad altri contributi).
Da allora fino al novembre scorso chi ha viaggiato ha pagato di tasca propria.
Ma il 19 novembre scorso una delibera del consiglio di presidenza dell' 
Ars cambia una prima volta il regolamento per le missioni dei deputati.
Un rigo, uno appena, reintroduce «il rimborso di biglietti in tariffa economica». Numeri ufficiali non ce ne sonoma, calcolano i tecnici, considerando che la maggior parte delle missioni si svolge a Roma un biglietto costa mediamente 200 euro. E si aggiunge ad altre due spese che l' 
Ars sostiene quando un deputato è in viaggio istituzionale. La prima è l' indennità di missione e vale 155 euro netti al giorno, la seconda è il rimborso spese giornaliero: pranzi, spostamenti in città, hotel e altri acquisti che vengono pagati forfettariamente. Quanto? Fino a qualche giorno fa 387 euro netti al giorno, cifra che l' ultima delibera ha portato a 400 tondi. Un piccolo ritocco, spiegano all' Ars, calcolato in modo da comprendere il costo del taxi dall' aeroporto in città. E così una missione a Roma costerà ogni giorno 155 euro di indennità più 400 di spese forfettarie. E a questi 555 euro si aggiungono mediamente 200 euro di biglietti aerei. Il totale fa 755 euro a fronte dei 542 che si spendevano fino a novembre. E se si va in una capitale europea l' indennità sale a 180 euro e il rimborso forfettario a 500.
Dall' 
Ars provano a spiegare: «Con le delibere approvate - spiega Paolo Ruggirello, capo del collegio dei questori - abbiamo limitato la possibilità di andare in missione. Prima alcuni deputati, per la particolare carica, "comunicavano" di essere in missione mentre ora vanno autorizzati dal presidente. Le missioni diminuiranno. Inoltre fino a un paio di anni fa per ogni deputato c' era un contributo destinato ai biglietti aerei, con il rimborso effettivo -dietro presentazione delle ricevute - facciamo solo in modo che la missione istituzionale sia realmente pagata dal Parlamento». Inoltre gli 11 deputati membri del consiglio di presidenza possono portare in missione un collaboratore, al quale spetta il «rimborso delle spese di viaggio e di un importo forfettario giornaliero in misura paria due terzi di quello spettante ai deputati». Le stesse procedure si applicano agli assessori.
L' 
Ars costerà nel 2014 alle casse pubbliche 160,8 milioni. Nel 2013 era costato 164 milioni. Il risparmio è l' effetto della spending review, la legge che ha ridotto lo stipendio dei deputati da 11.780 euro netti a 8.300 circa euro netti. Una norma spinta dal presidente Giovanni Ardizzone malgrado varie resistenze (trasversali) che ne hanno ritardato l'approvazione di un anno.La stessa legge ha fortemente ridotto i contributi ai gruppi parlamentari per cene, convegni, segreteria e iniziative politiche .Anche se non è calato il costo del personale (portaborse, dipendenti stabilizzati e consulenti esterni) perché un articolo ha fatto salvi per questa legislatura tutti i contratti stipulati entro il 31 dicembre 2013: da qui la corsa a contrattualizzare.
da La Repubblica

 La politica e gli scandali
Alla Sicilia il record degli sprechi, tredici miliardi di spesa in eccesso
Report Confcommercio sulle Regioni. Centomila stipendi, servizi pessimi

LA SICILIA ha un triste primato.
Per la Confcommercio nazionale è la Regione che spreca di più in Italia, con un eccesso di spesa, rispetto alla media, di 13 miliardi di euro. Il tutto per erogare pessimi servizi, visto che l' Isola è penultima nella classifica dei «livelli qualitativi dei servizi pubblici, dalla scuola ai trasporti, dalla sanità alla burocrazia». Una fotografia forse troppo impietosa, visto che la Confcommercio nel report presentato non tiene conto del fatto che nella spesa corrente della Regione siciliana ci sono anche Motorizzazioni e Soprintendenze, ad esempio, che altrove sono a carico dello Stato. Ma che comunque lancia l'allarme su una Regione che spende moltissimo per servizi pessimi e che in tema di spending review è indietro rispetto al resto d' Italia: qui i dirigenti sono molti di più, le pensioni sono più pesanti e i costi della politica incomparabili con quelli delle altre Regioni.
LA REGIONE SPRECONA Lo studio presentato dalla Confcommercio evidenzia come, rispetto a un parametro ottimale pari a zero euro della Lombardia tra costi e resa dei servizi, la Regione spende per ogni siciliano 2.762 euro in più. In tutto, 13 miliardi di spesa da aggredire per tagli che non inciderebbero nella resa dei servizi pubblici, comunque pessima nell' Isola: secondo l' associazione delle imprese di commercio, la Sicilia ha un indice qualitativo dei servizi pari allo 0,38, contro l' 1 della Lombardia e lo 0,75 della Toscana. Fa peggio solo la Calabria con un indice pari allo 0,34. Eppure la Regione sicilianaspende molto più della media italiana in una serie di servizi: ad esempio, ha una spesa pro capite pari a 886 euro per servizi pubblici come trasporti e burocrazia, contro una media italiana di 691 euro. La Sicilia spende 174 euro pro capite per attività ricettive e culturali, contro una media di 111 euro. E, ancora, sull' istruzione la spesa è pari a 1.193 euro contro una media italiana di 998 euro. L'Isola spende di più anche per la protezione ambientale: 101 euro contro 87.
Di fronte a una spesa così importante ci si aspetterebbero scuole perfette, nessun dissesto idrogeologico o autobus puntualissimi. Invece non è così, e per un semplice motivo: la gran parte di queste spese serve a pagare stipendi, oltre 100 mila quelli a carico di Palazzo d' Orleans, considerando anche gli enti controllati.
CARROZZONI E STIPENDI D' ORO Nell' Isola un dirigente ha in media uno stipendio tra i 90 e i 100 mila euro lordi all' anno, i dirigenti generali interni variano tra i 150 mila e i 170 mila, e gli esterni possono arrivare a superare i 200 mila euro all' anno. In tutto la Sicilia ha a libro paga poco più di 1.800 dirigenti, uno ogni 9 dipendenti contro la Lombardia che ne ha uno ogni 14, mentre nelle altre Regioni a Statuto speciale la media è di uno ogni 19. E negli enti controllati e tra le partecipate di Palazzo d' Orleans, in molti casi veri e propri carrozzoni, in attesa di piani di riordino sempre annunciati e mai attuati il quadro è anche peggiore. Ad esempio, l' Istituto regionalevini e oli vanta un primato assoluto: ha 40 funzionari e 21 dirigenti.
Uno ogni due. E c' è di più: qui il contratto del direttore costa 170 mila euro all' anno. Stipendi d' oro anche all' Esa, dove il direttore ha un compenso di oltre 150 mila euro lordi all' anno. L' Irsap poi ha un direttore generale con uno stipendio di 170 mila euro all' anno e nella sua squadra ci sono ben sei dirigenti che hanno uno stipendio pari a 150 mila euro: in sintesi, guadagnano il 50 per cento in più di un pari grado regionale.
Stipendi che garantiscono pensioni d' oro: in media un regionale va in quiescenza con un assegno da 39 mila euro all' anno, contro i 23 mila degli statali, e la Regione spende quasi seicento milioni di euro all' anno per pagare le sue pensioni. I COSTI DELLA POLITICA Se poi si confrontano gli stipendi dell' Ars con quelli di altri Consigli regionali, emergono costi molto maggiori. Ad esempio, il segretario generale di Palazzo dei Normanni guadagna 13.145 euro netti al mese in quindici mensi-lità, contro i 6.590 del suo pari grado lombardo che ha solo tredici mensilità. Non a caso, con i suoi 160 milioni di spese correnti, l'Ars guarda dall' alto tutte le altre assemblee regionali. Il costo è di 33 euro per abitante. Il Consiglio lombardo ha appena varato un bilancio da 66,3 milioni, con una spesa pro capite di appena 6,6 euro: divario che si spiega con il fatto che la Lombardia ha quasi il doppio degli abitanti della Sicilia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Maggiori uscite per trasporti burocrazia, cultura ma il grosso se ne va in buste paga Un dirigente ogni nove dipendenti in Lombardia uno su 14. Più alti i costi dell'Assemblea

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