giovedì 1 agosto 2013

I piccoli comuni contro il governo Letta

L'A.N.P.C.I.: Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia ha pubblicato il seguente comunicato. 
Dopo anni di finta difesa dell'autonomia dei piccoli Comuni, di dichiarazioni ufficiali (pompose e retoriche) da strenua paladina della costellazione dei piccoli Comuni, finalmente, messa alle strette ed incalzata dalle domande dei nostri sindaci, l'Anci ha ammesso formalmente, nell'assemblea tenutasi a Torino martedì 23 luglio 2013, che la linea dell'associazione è quella di trasformare tutti i piccoli Comuni in unioni forzose. Solo dopo 4 giorni queste dichiarazioni si sono trasformate, vedi Consiglio dei ministri del 26 luglio scorso, in un disegno di legge che seppur chiamato «svuota Province», prevede che entro 5 anni tutti i Comuni sotto i 5.000 abitanti devono costituire unioni obbligatorie aventi un minimo di 5.000 abitanti in pianura e 3.000 in montagna. Ci risiamo, viene offerta al Paese la stessa solfa prodotta dal governo Berlusconi e che il Governo Monti (Governo tecnico) aveva eliminato parzialmente di fronte ai dati inoppugnabili da noi prodotti sui maggiori costi delle unioni. Fra qualche giorno (il tempo di esaminare il testo scritto come sempre in maniera disorganica, farraginosa e demagogica) esprimeremo le nostre puntuali osservazioni al disegno di legge. Nel frattempo rileviamo che per rendere digeribili le unioni forzose il testo prevede l'esonero dal patto di stabilità per le nuove unioni. Ma sino a ieri non ci dicevano che il patto era uno strumento economico assolutamente indispensabile per il risanamento della nazione? Oggi invece si dimostra essere un elemento ricattatorio per i Comuni che non accettano le unioni subito e una via di fuga per le nuove unioni che avendo maggiori costi, come da noi dimostrato, non potrebbero rispettare il patto, altro che politica di riduzione del debito. Rammentiamo a tutti i sindaci che questo testo è stato sostenuto ed approvato dal ministro Del Rio che solo 6 mesi fa, da presidente dell'Anci giurava e spergiurava che l'autonomia dei Comuni era il caposaldo della sua azione politica, oggi, trovandosi dall'altra parte del tavolo, ha rinnegato tutto. Bella coerenza ministro. E il suo sottosegretario agli Enti Locali, da paladino dei piccoli Comuni come dovrebbe essere, è d'accordo?
Cari sindaci, dobbiamo muoverci subito compatti con azioni forti e chiare e in primis con l'uscita di tutti i piccoli Comuni dall'Anci che, ormai è palese, non ci rappresenta. Agiamo subito in tal senso.
 
In Sicilia tutta la materia inerente l'ordinamento degli enti locali compete alla Regione. E' bene tenere presente, comunque, che in Grecia la ricetta somministrata dall'Unione Europea iniziò con l'eliminare migliaia di piccoli comuni.

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