venerdì 30 agosto 2013

Bilanci di previsione dei comuni. Per il 2013 prorogati i termini di 11 mesi su 12

Ancora una volta il governo ha prorogato i termini ai Comuni perché possano definire i bilanci. Questa volta è  arrivato a fissare la scadenza al 30 novembre, ad un mese dalla chiusura dell'esercizio.
La proroga è contenuta nel decreto Imu di due giorni fà.
Con questa proroga l'Italia conquista un record sul pianeta. La scadenza ordinaria -in tutti gli angoli del mondo- per approvare i bilanci di previsione è il 31 dicembre dell'anno precedente l'esercizio di riferimento.
Nel caso italiano basta una ulteriore proroga fino al prossimo 31 dicembre ed invece di parlare di "bilancio di previsione 2013" parleremo di "bilancio consuntivo 2013".
Nulla di cui meravigliarci: siamo governati da un premier nipote del consulente di Silvio Berlusconi, Gianni Letta. Siamo governati da due grossi partiti liberisti. Siamo governati da una classe dirigente che i giornali del pianeta definiscono cialtrona e corrotta al pari di quella che governa il Ghana.
 
Le motivazioni che ci vengono somministrate dal governo per questa farsesca situazione dicono:
-incertezza sui conti dei comuni.
In effetti i sindaci hanno difficoltà a potere chiudere i bilanci. Presumiamo
che anche il nostro sindaco, Sergio Parrino, abbia dei seri problemi a far quadrare i conti.
Ma, se difficoltà esistono in capo agli enti locali, questi derivano dall'inconcludenza del ceto politico nazionale, ed in parte da quello regionale, che ancora non definisce, non fissa, il grado di "concorso" ai bilanci dei comuni.
Il governo ancora non ha individuato i fondi con cui sostituire la rata di giugno e dicembre 2013 dell'Imu, ora abolite.
Berlusconi (che a suo tempo ha istituito l'Imu ha deciso, adesso, che va abolita, ma non si preoccupa di cosa dare in suo luogo ai Comuni).
Il nipote di Gianni Letta finora ha rintracciato la metà del gettito che sarebbe andato ai Comuni.
Ad otto mesi dall'inizio del 2013 il governo ha inoltre modificato la Tares e soprattutto la disciplina del Fondo di solidarietà comunale.
Questo era stato istituito con la legge di stabilità (l. 228/2013) al posto del Fondo sperimentale di riequilibrio. Però non è mai stato reso operativo.
La successiva legge 64/2013 l'ha parzialmente modificata ma l'impasse è rimasta tale e quale.
Esisterebbero, si dice, difficoltà su come procedere con la spending review.
Il governo, l'altro ieri, ha pertanto messo una pezza sulla triste situazione del "fondo di solidarietà": entro il 5 settembre i Comuni riceveranno 2,5 miliardi di euro.
 
I Comuni che non hanno approvato i bilanci dispongono, adesso, di altri tre mesi per farlo.
Il premier, nipote di Gianni Letta, pretenderebbe che in un paese dove non si è capaci di programmare la spesa pubblica ci sia Fiducia da parte degli investitori esteri.
E la borsa .... va giù !

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