venerdì 9 novembre 2012

Regione Sicilia. Lacrime e sangue attendono la nostra terra. Se non si procede sarà ancora peggio.

Palermo, Catania e Messina si infrangono contro gli scogli di una situazione finanziaria senza precedenti, perché tutti e tre i Comuni sono a secco.
La situazione è grave perché la spesa corrente ed i debiti fuori bilancio sono sfuggiti ad ogni controllo.
Mamma Regione dispone di conti ancora più pesanti, perché dovrà procedere a tagliare tutta la spesa clientelare che i governi Cuffaro e Lombardo hanno accumulato negli scorsi anni, cosa che difficilmente una maggioranza del 30% (e che calcolando il 50% di astensionismo diventa in termini di effettività del 15%) potrà fare; anche perché il Pd conta più o meno gli stessi deputati che in tre anni di maggioranza con il MPA non si sono di certo distinti per probità.
Gli osservatori ritengono necessari tagli per 3,5 miliardi, di cui un mld nella sanità, ove la corruzione, la disfunzione, la disorganizzazione e lo spreco di farmaci risultano senza limite, con direttori generali incapaci, spreconi conniventi con azioni poco civili.
I 17 nuovi direttori generali andrebbero scelti fra persone oneste, capaci e corrette, volti nuovi della sanità. Però in Sicilia queste sono cose inimmaginabili.
I continui ed inestinguibili disavanzi delle aziende ospedaliere e provinciali dimostrano una incapacità a ben gestire il servizio sanitario, anche perché è evidente la disfunzione e il disservizio generalizzato che si colgono negli ospedali e nei presidi.
Crocetta dovrà tagliare tutte le indennità clientelari, a cominciare da consulenti, formatori, e ben oltre, perché non ci sono più soldi per pagarli.
Tutti costoro non sono entrati nella pubblica amministrazione per concorso, ai sensi dell’art. 97 della Costituzione
.
Crocetta dovrà imporre l’immediata liquidazione, e quindi cancellazione, di tutte le partecipate regionali, con l’eliminazione degli inutili consigli di amministrazione e collegi dei revisori, togliendo quella caterva di dipendenti inseriti per raccomandazione.
Società partecipate che hanno avuto il compito di far mangiare questo o quello e di ingrassare i vampiri che hanno aspirato il sangue dei siciliani.
Crocetta avrà anche il compito di imporre ai Comuni la formulazione dei bilanci preventivi entro il 31 dicembre di ogni anno, per l’anno successivo, pena la decadenza di sindaci e Consigli. è assurdo che alla data odierna vi siano decine di Comuni che non hanno ancora approvato il bilancio preventivo del 2012.
Crocetta dovrà imporre anche ai Comuni la liquidazione di tutte le partecipate che sono servite per inserire trombati nei consigli di amministrazione e raccomandati negli organici, gonfiati a dismisura.
Tutto questo provocherà reazioni di piazza non indifferenti e non molto dissimili da quelle che sono accadute in Grecia. Ma non c’è un’altra strada. I conti della Sicilia vanno rimessi in ordine per poter fare emergere le risorse necessarie a intraprendere la crescita, senza della quale non si creano posti di lavoro produttivi. Se non si faranno investimenti il perpetuarsi del parassitismo ci porterà al livello dei paesi centro-africani.
Bisogna abbandonare la strada dell’assistenzialismo che hanno condotto la Sicilia a diventare una delle ultime regioni d’Italia per i gravi problemi economici e sociali che la appesantiscono.
Se l’Assemblea regionale, su proposta della Giunta di governo, non approverà la legge di stabilità 2013 (e per approvarla servono i tagli ), entro il termine perentorio del 30 aprile 2013, Giunta e Assemblea saranno mandate a casa dal commissario dello Stato, con la conseguente nomina di tre commissari da parte del Parlamento nazionale (articolo 8 della Statuto).
Lo scenario è chiaro, il percorso anche.
Chi non lo capisce, fa il finto tondo. O forse lo è per davvero.

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