giovedì 11 ottobre 2012
Tagli nella spesa pubblica di Mamma Regione
Le imprese siciliane, in mancanza di un cambio di indirizzo politico-economico della classe dirigente siciliana, il prossimo anno soffriranno molto piu' che nel 2012. In questo anno che volge alla fine la Regione Sicilia ha interrotto ogni psgamento nei loro confronti per lavori, forniture e servizi in aprile. Il rischio, in mancanza appunto di cambio di indirizzo, e' che gia' a febbraio 2013 verranno interrotti i pagamenti.
Il tetto massimo fissato dal patto di stabilità blocca infatti a 4,8 miliardi di euro la spesa che la regione siciliana potrà sostenere nel 2013. Il vincolo del patto di stabilita' e' stato infatti irrigidito per tutta la pubblica amministrazione del paese.
Argini precisi che impongono alla Regione di riorganizzarsi, di fissare gli obiettivi prioritari da perseguire e soprattutto di ELIMINARE I PRIVILEGI CHE OFFENDONO 5 MILIONI DI SICILIANI, col sono fine di beneficiarne meno di centomila. I limiti di spesa si ridurranno in pratica di 80 milioni di euro.
Secondo l'Assessore Armao dovranno effettuarsi tagli nel settore scolastico ed nei trasferimenti ai Comuni. Andrebbe contratto pure il finanziamento della sanità regionale. Nulla passa in testa all'Assessore per ridurre il parassitismo nel settore politico. Per esempio potrebbe proporre, in maniera anche provocatoria, che chi vuole fare il deputato regionale deve sapere che l'indennita' mensile non potra' superare i 2.000,oo euro, una cifra comunque superiore al reddito medio di un lavoratore dipendente.
Una mannaia quella che si abbattera' sulla Regione siciliana nel 2013 che effettivamente e' pesante.
Nel 2011 infatti, lo Stato aveva autorizzato 6,7 miliardi di euro di spesa, nel 2012 si è arrivati a 5,2 miliardi e per il prossimo anno, appunto, si fissa la somma massima di 4,7 miliardi di euro.
In previsione inoltre, nel 2014, sono stabiliti ulteriori tagli per 200 milioni di euro fissando a 4,4 miliardi il tetto massimo di spesa certificabile dalla Regione.
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