L’assemblea del PD
scioglie i nodi che apparivano problematici alla vigilia,
secondo la grande stampa italiana.
Infatti a metà giornata, verso le 14,30 con votazione quasi all’unanimità l’Assemblea vota la
sospensione dell’articolo statutario che prevede la partecipazione alle
primarie di coalizione del solo Segretario in carica, in questo modo si apre la
porta statutaria alle candidature di altri iscritti al Partito, dalla Cuppato a
Renzi e resta però in piedi la questione della preclusione della partecipazione al secondo voto di
ballottaggio a chi non aveva partecipato al primo voto, questione rinviata al tavolo politico della coalizione
di centrosinistra con Vendola e Rutelli.
Nessuna nota stonata
si è registrata durante la mattinata dei lavori all’Hotel Ergife, da me seguita
su Radio radicale FM 72,00,
presenti circa 600 delegati su
900 del Plenum dell’Assemblea nazionale.
Notata l’assenza di
Matteo Renzi , (in Puglia col suo camper
elettorale, presenti alcuni esponenti
dello staff ) che il grande
vecchio del Partito, Marini, non ha mancato di criticare per
l’evidente significato polemico,
mentre Renzi l’aveva giustificata con
una dichiarazione ufficiale per evitare
l’eccessivo personalismo amplificato
dai mass media, che poteva distrarre l’Assemblea dai contenuti del programma di governo per
l’Italia.
Il segretario Bersani
ha infatti caratterizzato tutto il suo intervento, da leader di un
grande Partito perno della coalizione a
sostegno del governo Monti per l’uscita
della crisi finanziaria e
politica.
L’orientamento del PD
per questo guarda all’Europa per la prosecuzione degli strumenti di sostegno dell’euro ma
anche a quelli che debbono diventare volano della ripresa,
al proposito l’attenzione del Partito,
secondo Bersani è rivolta all’azione
del Socialista Hollande
in Francia, al rinnovamento
generazionale del Partito Laburista in Inghilterra e dei Socialdemocratici in Germania.
NG
Nessun commento:
Posta un commento