In Italia il comportamento dei politicanti è raccapricciante.
Hanno portato il paese alla catastrofe e parlano di futuro, di ricandidature
elettorali, di prossime compagini di governo, di prossime agende di governo.
In qualsiasi parte del mondo una classe dirigente che porta
la responsabilità di non avere capito che stava per condurre la nazione, la regione, alla deriva, dovrebbe
avere la dignità di ritirarsi e di cedere il passo a forze fresche e creative.
Da noi tutto questo non accade.
Tutti i politicanti hanno buone giustificazioni per esigere di ricandidarsi,
tutti incolpano “altri” del disastro, tutti si sentono all’altezza della
situazione.
Nessuno di loro ovviamente è sincero.
E’ tutta gente, quella che si ripropone dopo 30, dopo 20 e
dopo 10 anni di partecipazione al malgoverno, scorretta e che cerca di
conservare la professione del “politicante” per continuare a vivere con €.
20.000,oo al mese. Del paese tutta questa gente non conosce le condizioni e
non dispone di terapie appropriate.
Facciamo una panoramica
L’Italia, con Monti o senza Monti, continuerà per a-n-n-i ed a-n-n-i
a restare in gravi difficoltà
economico-finanziarie. E’ inutile farsi illusioni, le gesip, i licenziamenti,
le messe in mobilità, saranno il pane quotidiano del dopo elezioni (regionale e
nazionale) e con queste tensioni sociali ci dovremo misurare.
L’Italia ha un gruppone
pesante, un debito di 2.000 miliardi di euro che si è impegnata a ridurre
in 20/25 anni; per questo fine serviranno dai 40 ai 50 miliardi annui, che inevitabilmente
verranno sottratti ai servizi sanitari, previdenziali, alla scuola, al nostro
benessere. Per fronteggiare queste misure terribili serviranno inoltre riforme
strutturali che ci cambieranno –in peggio-
il nostro modo di vivere. Tutto ciò verrà fatto da Monti o da altre figure, a
meno che non vogliamo essere emarginati dal mondo che corre, dal mondo che
insegue benessere e civiltà avanzata, dall’Europa e dall’Occidente.
I politicanti che si muovono in cerca di consensi elettorali
prospettano un dopo elezioni positivo e migliore dall’oggi. Lo fanno o perché sono responsabili del
disastro ( per non averlo previsto e per avere omesso gli opportuni
accorgimenti) o perché conoscono poco la situazione in cui siamo incagliati.
L’Italia da 20 anni non produce ricchezza e molti altri
paesi che prima invidiavano il nostro paese per la discreta prosperità di cui
disponevamo, oggi ci guardano con superiorità vedendoci inconsapevoli della
situazione che ci aspetta.
Per ricominciare a produrre ricchezza (PIL) serviranno
riforme che dovranno cambiare come un calzino la nostra società. Tutte le
riforme, in qualsiasi parte del mondo, nei primi tre o quattro anni, lasciano
il segno (dolori) sul corpo della gente. Solamente dopo un quinquennio e più
si potranno raccogliere i frutti dai sacrifici (quelli che ancora non abbiamo
affrontati).
Queste cose non vengono dette da nessuno dei politicanti.
Non lo dicono perché da parecchi decenni hanno invaso il terreno che una volta
era degli statisti e dei grandi “padri” della Repubblica.
Vediamo alcune linee che sono in elaborazione e di cui,
appunto, non si parla.
A)
Sta per essere
creato il Sistema Nazionale per gli Indigenti,
B)
Si pensa di riutilizzare le aree industriali dismesse (che purtroppo aumenteranno
nei prossimi anni)
C)
Si sta elaborando un disegno di legge per
bloccare la cementificazione del paese e porre fine alla contrazione dei
terreni agricoli
Come mai si è arrivati a pensare che l’edilizia, la costruzione di nuovi
plessi è divenuto un danno per il paese ? Non ci avevano insegnato nelle Università che
creare edifici -come funghi- negli spazi agricoli era motivo di sviluppo
economico ?
Il problema è che per tirare l’Italia fuori dalla
stagnazione ventennale in cui ci hanno infilato sia i governi di
centro-sinistra che di centro-destra si dovrà ingaggiare una sfida epocale.
Questa sfida epocale implica inizialmente il passaggio elettorale per poi
disporre di cinque anni per la “vera ristrutturazione”.
Ecco perché i partiti “liberisti”
(PDL, PD, UDC) parlano di “agenda Monti”, ossia di cose da fare nel dopo
elezioni, e nel puntare a queste misure prescindono dal fatto se a guidare il governo sarà Mario Monti o un suo
robot.
I veri problemi, gli italiani, li scopriranno proprio nel
dopo-elezioni, quando ci verrà spiegato che
-occorre riassorbire il debito pubblico (che ancora oggi,
con Monti, cresce a ritmi incredibili)
-occorre “asciugare” …. sentite, sentite, … le istituzioni
politiche. Tagliare quel mondo di 1.400.000 parassiti infatti non sarà una
opzione come oggi ci fanno credere che sia, sarà un obbligo oggettivo (… forse lo
faranno imporre alla Merkel… o ad una lettera ..... che arriverà dall’U.E.),
-occorre riqualificare la pubblica amministrazione
(difficilmente vedremo alla Regione Sicilia gente con la quinta elementare che
guadagna €. 5.000,oo al mese);
-occorre martellare, sul serio, sulla patologia -tutta
italiana- della corruzione dei politicanti e della burocrazia oltre che sull’evasione;
in Europa (Merkel o non Merkel) non sanno cosa farsene degli “italiani furbi”, che rubano il prossimo.
Qualcuno si chiede che c’entra tutto questo con ciò che
subiremo sul piano personale nel dopo-elezioni. C’entra, l’Italia è infatti
tenuta ferma da 20 anni e la causa è tutta della classe politica (di destra e
di sinistra) che ha creato un sistema parassitario procurando il soffocamento
del mondo della produzione, del mondo delle imprese, di quel modo che
incrementa, se libero dal parassitismo, la ricchezza del paese.
Il significato di tutto ciò è che in Sicilia non ci servirà
una Mamma Regione che con tante mammelle dà da mangiare a tutti. Mamma Regione verrà
ridotta all’osso e le risorse dovranno,
d-o-v-r-a-n-n-o, servire agli investimenti, per creare -per tale percorso- nel medio-lungo termine veri
posti di lavoro.
Le risorse serviranno non per i politicanti-parassiti ma per
creare un sistema a sostegno delle imprese.
Qualcuno dirà ? I politicanti non molleranno i “clienti”,
non si suicideranno. I politicanti in un sistema “europeo” come quello creato
da Prodi, Monti etc (i liberisti) verranno stritolati sotto i novelli carri-armati
(i mercati).
Alla luce di questa “agenda Monti” cosa sta facendo per il
dopo-elezioni il governo ?
Sta preparando il “Piano per l’indigenza” con centinaia di
milioni di euro da destinare alle derrate
alimentari da assegnare alle associazioni caritatevoli , banco alimentare,
Caritas …
Il Piano prevede che le aziende agro-alimentari e la grande distribuzione non butti, per motivi banali, tanta parte dei
generi da impacchettare. L’ipotesi di lavoro parte dal presupposto che
il 17% degli alimenti (6 milioni di tonellate) finiscano nelle discariche.
Ha un significato tutto ciò ?
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