domenica 31 ottobre 2010

Il sindaco Parrino a maggio ha chiesto altre due assunzioni di precari. Vuole mettersi al passo con Cammarata

articolo ripreso dal sito La Repubblica
Record di dipendenti al Comune


Sono 670 i lavoratori in esubero. Palermo ha il rapporto più alto fra le grandi città italiane: tre lavoratori ogni cento abitanti. L'amministrazione municipale che nel 1998 aveva solo 13.733 persone che dipendevano dalle sue casse, oggi paga 21.886 stipendi considerando i lavoratori diretti e gli assunti nelle società partecipate

I lavoratori che rischiano il licenziamento sono 667. In origine, un paio di mesi fa, sono state le 65 lettere di licenziamento spedite dal presidente Amia Essemme Filippo Cucina ad altrettanti spazzini. Poi è stata la volta di Gesip con il liquidatore Piero Mattei che una settimana fa ha spedito la missiva di "licenziamento di massa" a 500 dipendenti. Seguito a ruota, due giorni fa, dal presidente di Gesip Servizi Marcello Amato che ha annunciato il licenziamento a tutti i 102 lavoratori.

Nonostante le procedure di messa in mobilità, almeno per quanto riguarda Gesip, siano state congelate dopo gli impegni assunti dal sindaco Diego Cammarata in un tavolo in prefettura, c'è il rischio che a gennaio 667 persone si ritrovino senza lavoro. Al momento, quelle di Cammarata, sono solo promesse: tant'è che il liquidatore Mattei, all'indomani dell'incontro in prefettura, ha rassegnato le sue dimissioni. Il suo compito era quello di frenare le perdite da 800 mila euro al mese e l'unica strada che aveva trovato erano i licenziamenti di tutti i dipendenti, 488, assunti dopo la costituzione della società. La settimana prossima l'assemblea dei soci nominerà il nuovo liquidatore che con ogni probabilità sarà l'amministratore di Spo Massimo Primavera.
Il Comune che nel 1998 aveva solo 13.733 persone che dipendevano dalle sue casse, oggi paga 21.886 stipendi tra quelli di dipendenti comunali e di società partecipate. I lavoratori pagati dalle casse dell'amministrazione comunale sono troppi: la media è di 3,2 lavoratori ogni cento abitanti. Più che a Napoli, Milano, Roma e Torino. Un esercito di stipendiati pubblici che le casse dell'amministrazione non riescono più a garantire. Finora il Comune ha tentato di evitare il dissesto, aumentando le tasse: nel 2005 i precari del bacino Palermo Lavora furono assunti in Amia Essemme, mentre la Gesip, dopo che la società aveva assunto 1.500 persone a partire dal 2001, inglobò anche 350 giardinieri e assunse 105 precari nella società satellite Gesip servizi. Assunzioni di nuovo personale, a un paio d'anni dal ritorno alle urne, che hanno prosciugato le casse comunali costringendo Cammarata, nel 2006, all'impopolare stangata sui tributi: Tarsu cresciuta del 75 per cento, raddoppio Irpef e aumento Ici sulle seconde case.
Stangata che non è servita: tant'è che i primi a convivere con la spada di Damocle del licenziamento sono proprio i precari assunti nel 2005. Ogni anno il Comune spende di stipendi 623 milioni, il 72 per cento delle spese correnti. Il bubbone società partecipate adesso è esploso con le prime serie minacce sui livelli occupazionali. La settima prossima il sindaco incontrerà i sindacati proprio per affrontare il tema delle aziende. "Abbiamo chiesto che si riordini il sistema delle partecipate - dice il segretario cittadino della Cgil Maurizio Calà - innanzitutto perché i cittadini hanno bisogno di servizi migliori, poi per evitare i licenziamenti, infine per evitare il dissesto del Comune".
Una proposta di "riorganizzazione delle società partecipate" è arrivata anche dalla commissione consiliare Aziende: il presidente Nunzio Moschetti ha scritto ai consiglieri comunali. "Tutte le aziende sono in crisi", scrive Moschetti che invita Sala delle Lapidi "a votare un atto di indirizzo per l'amministrazione" che finora si è limitata "a rinviare i problemi". Per Moschetti serve la ridefinizione delle strutture delle aziende e l'eliminazione degli sprechi. "Non possiamo continuare a tollerare le perdite e non prendere provvedimenti". La proposta è quella di accorpare le società, nominare l'amministratore unico e comprimere le spese "inutili".

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