mercoledì 15 settembre 2010

Le parole che Palermo aspetta dal Papa ...... di Nicola Graffagnini

Le parole che Palermo aspetta dal papa

Su LA Repubblica- Palermo di oggi, una pagina è riservata alla visita del papa fissata per il 3 Ottobre e vari commentatori intervengono sulle possibili questioni che il Papa Benedetto XVI potrebbe toccare, ne ho scelto due stralci per i temi trattati.
Padre Cosimo Scordato, Sacerdote dell’Albergheria afferma: “Dia alla città un segno forte schierandosi con Don Pino Puglisi”
Secondo Scordato : “Il Papa dovrebbe ribadire una condanna chiara della mafia e approfittare della sua venuta per assicurarci che andrà avanti la pratica di beatificazione di Don Puglisi. Potrebbe diventare tangibile la svolta epocale che attendiamo nella nostra Chiesa in Sicilia”.
“Se la Chiesa si schiera dalla parte di Don Puglisi, se il papa riconosce il martire delle nostre chiese che ha resistito alla mafia, sarà incoraggiato quel processo di purificazione in atto nelle chiese siciliane, da tute le forme di potere, politico, economico e sociale. Una chiesa più povera di fronte al potere. La forte indicazione del messaggio del Papa sarebbe un sostegno per uno sviluppo più autentico della realtà siciliana.
Anche il mio amico Augusto Cavadi, in prima pagina si interroga sulle parole che pronuncerà il Papa e cerca di indovinare argomentando sulla scorta dei precedenti.
“Venti anni dopo quella condanna morale pronunciata dal Papa ad Agrigento andrebbe ribadita e, soprattutto, ampliata e articolata sino a raggiungere al di là dei cinquemila mafiosi, quel milione di cittadini che (per paura, vendetta, interessi, economici, carrierismo e tante altri) fiancheggiano i membri di cosa nostra. Istruttiva e feconda sarebbe la visita ..in proporzione della forza con cui egli facesse echeggiare qualcosa della drastica radicalità evangelica, che è decisa scelta di campo per chi lavora onestamente senza derubare le casse pubbliche, di chi rispetta le bellezze naturali senza sfigurarle per speculazione; di chi si dedica a “servire i poveri senza servirsi dei poveri”; di chi tratta con delicatezza le creature più esposte alla sopraffazione (i bambini, le donne, gli animali); di chi accetta l’onere di amministrare per promuovere i diritti della collettività e non per difendere i privilegi di chi ha già posizioni di dominio ( più o meno legale ). Forse, dopo interventi del genere, le chiese palermitane si svuoterebbero di molte persone “per bene”, in cambio, però potrebbe avvicinarsi un po’ di gente dalla faccia pulita , che crede ancora - nonostante tutto - nella giustizia e nella solidarietà.
NG

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