venerdì 15 novembre 2024

Il mondo contadino, quello conosciuto prima del terremoto ‘68

 La casa del piccolo mezzadro (5)

 

La Costituzione siciliana del 1812 si inserisce
in un quadro politico-costituzionale qualificabile
come sistema a "monarchia limitata", dove
il potere di indirizzo politico spettava al
sovrano ed il parlamento agiva soltanto
come "limite" al potere regio. Nell'esperienza
costituzionale siciliana del 1812 non si può
parlare di rottura costituzionale, il sistema
rimane "dualistico" e si reggeva sulla
legittimazione dinastica del re e su quella
del parlamento inteso come luogo di
rappresentanza prevalentemente della nobiltà
siciliana.




La Sicilia è ricca di documentazione scritta e di beni materiali etnografici dei secoli passati. Qualcosa di beni ed attrezzi della società contadina della prima metà del Novecento sta lodevolmente conservato nei locali di quello che fu il circolo Scanderberg, a Contessa Entellina. Si tratta di beni ed attrezzi agricoli usati da due, tre generazioni anteriori agli anziani di oggi, e tuttavia non differiscono di molto dagli attrezzi usati tre o quattro secoli fa dai nostri antenati. Segno questo che il “Progresso”, nelle nostre aree, nel meridione italiano, ha iniziato a galoppare solamente con la rottura del vecchio mondo e l’avvio della visione liberal-progressista del dopo-guerra, dagli anni cinquanta del novecento in poi, dagli anni post istituzione della Repubblica Italiana. 
Segno ancora che dalla fine degli anni quaranta del Novecento il modello “americano” di stile di vita e di conduzione dei “sistemi economici” si è imposto nei paesi “occidentali” del vecchio continente, affossando, prima con la “riforma agraria” degli anni cinquanta del Novecento e poi con le metodiche e le tecniche della modernità, il latifondismo che si era affermato in Sicilia dal 1812, dal tramonto del regime feudale.

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Il Blog

 Su queste pagine del blog stiamo tentando, spolverando parte di documentazione archivistica raccolta (ovviamente in fotocopie) negli archivi palermitani durante più anni di residenza nella città (da studente prima e da funzionario aziendale dopo), di tracciare, per non far dimenticare a chi verrà dopo di noi, il “patrimonio di costumi, di tecniche, di modo di vivere e di organizzazione della società di chi ci ha preceduto”. 

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