domenica 27 ottobre 2024

La domenica serve anche per riflettere

 L'ostilità contro Gesù

La Croce,
simbolo dell'estremo
sacrificio.


La predicazione di Gesù lungo le strade della Palestina, a giudizio di tanti studiosi, si inseriva nella tradizione giudaica come fattore di rinnovamento che, inevitabilmente, dovette apparire pericolosa all'assetto di potere tradizionale israeliano. E, di fatto, questo non tardò a prendere posizione contro chi profetizzava un "regno". 
I Farisei della Galilea, dove avevano una forte base e notevole ascendente, cominciarono a contrastarne la predicazione.

Perchè quel Gesù riusciva a creare attorno a se sia ascendenza che avversione? La gente d'Israele aspettava da sempre un Messia e Gesù mai, esplicitamente, si dichiarò tale. I brani evangelici che lo affermano, dai cultori biblici, vengono interpretati alla luce dell'Antico Testamento nel processo della Resurrezione. Ovviamente nella gente di allora la sua personalità aveva creato impressioni e aspettative straordinarie, sebbene il gruppo ristretto che lo accompagnava nel ruolo di esorcista, quando fu interrogato su chi realmente Egli fosse, non diede risposte inequivoche e quando Pietro disse la sua Egli gli impose di non parlarne.

Nell'ultima cena preparò i suoi discepoli a cogliere il significato salvifico del suo imminente destino, che riteneva adempimento misterioso della sua volontà salvifica.

Dopo la sua condanna, voluta sopratutto dalle autorità religiose giudaiche ma eseguita dall'autorità politica romana, i suoi discepoli furono protagonisti di esperienze religiose straordinarie (apparizioni) al punto che essi ritennero che Gesù fosse stato resuscitato da Dio e che sarebbe presto ritornato sulla terra per insturarvi il Regno di Dio. 

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NOTA: Stiamo tracciando un percorso per individuare quelli che riteniamo siano i capisaldi del Cristianesimo.

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Una riflessione dei nostri giorni di

Angelo Comastri

La chiamata di Mose’. Nella chiamata di Mose’ (Ez. 3,1-12) riaffiora lo stesso inconfondibile stile di Dio. Egli dice a Mose’: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto, ho udito il suo grido…, conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo” (Es 3,7-8). A queste impegnative parole, Mose’ avrebbe potuto rispondere: “Finalmente, Signore! E’ questo che io aspettavo e desideravo fin dagli anni della mia giovinezza. Quanto sono felice, che tu, finalmente, scenda a liberare il mio popolo” . Ma il Signore spiazza completamente il povero Mose’  e dice: “Ora va’ ! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti” (Es 3,10) .  Mose’, come avrebbe fatto ogni altra persona al suo posto, sussume e ragionevolmente osserva: “Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?” (Es 3,11). Ma la risposta di Dio è categorica: “Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte” (Es 3,12).

Perché Dio si comporta così? C’è una sola risposta: Dio si comporta così, perché Dio cerca la collaborazione dell’uomo per arrivare a far sbocciare, dentro la storia umana, la Donna dalla quale nascerà la Discendenza capace di schiacciare la testa del serpente.

Chi è ?

Angelo Comastri (Sorano17 settembre 1943) è un cardinale e arcivescovo cattolico italiano, dal 20 febbraio 2021 vicario generale emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano e per le ville pontificie di Castel Gandolfo, arciprete emerito della basilica di San Pietro in Vaticano e presidente emerito della Fabbrica di San Pietro.

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