sabato 14 settembre 2024

Riflessioni sulla Storia: verità, esaltazioni e alterazioni

 Homo sapiens

L'evoluzionedella società umana, ne siamo tutti consapevoli, è avvenuta in modo graduale e quasi certamente con costanza, con inevitabili rallentamenti e poi con magari accellerazioni (quando le opportunità si presentavano).

Lo studio scientifico del Paleolitico
superiore è stato influenzato dai ritrovamenti
avvenuti in Europa Occidentale, e in
particolare nelle caverne francesi. Queste
offrivano un facile riparo all'uomo preistorico.

In un primo momento tali resti furono
preda dei collezionisti (circostanza nota
pure su quanto accaduto ad Entella), in
seguito sono divenuti l'oggetto di importanti
studi e soprattutto dei primi tentativi
sistematici di classificazione.

Il Paleolitico superiore rappresentò
un'era storica nuova, con rilevanti
innovazioni tecniche e con lo sviluppo
 di importanti innovazioni per
l'adattamento dell'umanità a
nuove nicchie ecologiche.


Gli storici e gli archeologi quando si soffermano sui cambiamenti sono soliti parlare di "rivoluzioni".  In linguaggio economico quelle "rivoluzioni" diventano "salti" qualitativi.

L'uomo preistorico ovviamente lo si studia attraverso i mezzi, gli strumenti,  che usava; non conosciamo i risultati concreti della sua attività. E, però, gli studiosi riescono a ricostruire lo sviluppo della vita spirituale di quegli antenati. Quando l'uomo preistorico comincia a pensare, ciò capita grazie ai progressi tecnici della produzione si apre una nuova era, il Paleolitico superiore (età della pietra scheggiata), caratterizzato da cambiamenti frequenti, grazie alla tecnologia, che vedono le comunità di cacciatori giungere alla grande evoluzione, evoluzione avvenuta grazie ai mutamenti nella sfera spirituale. L'uomo -durante questa fase- inizia ad interrogarsi sulla natura, scopre le relazioni riguardanti i fenomeni della natura e migliora le tecniche di lavoro. Grazie ai nuovi strumenti, quei cacciatori della preistoria, iniziano pure ad adattarsi alle condizioni dell'ambiente e sviluppano tradizioni tecnologiche e al contempo culture di adattamento tecnico.

Migliorando, col nuovo sapere accumulato nella caccia, quegli antenati cominciarono, avendo più tempo a disposizione, a sviluppare attività non produttive. Detto in altre parole, l'uomo comincia, si sente consapevole di saper elaborare il pensiero astratto e da qui arriva a scoprire pure il senso estetico. Nascono i pensieri teorici e le emozioni tese allo sforzo di garantire la sopravvivenza del gruppo. Gli archeologi ci assicurano che l'Uomo dell'età della pietra ha avuto possibilità e capacità di creare oggetti artistici, abbastanza elaborati. 

 Il Paleolitico superiore è stato relativamente lungo (da 40mila a 12mila anni fa). Le unità originate non occupavano vasti territori del Vecchio Mondo. Il vivere era condizionato dal clima e dall'ambiete geografico.

 A favorire quella fase di presenze fu il cambiamento del clima dell'ultima glaciazione, la trasformazione del paesaggio e della fauna e l'affermarsi della caccia degli animali delle foreste e delle steppe boscose  e -pure- l'affermarsi della pesca.

Nel tardo Paleolitico, siamo già a 12.000-10.000 anni fà. Il Paleolitico finale (10.000 - 5.000 anni fà) è l'ultima fase dell'evoluzione sociale. Gli erbivori rimanevano le prede principali dell'uomo, ma la pesca cominciava ad avere prevalenza.

Gli studiosi anche nell'ultima fase del Paleolitico non hanno ad oggi molti riscontri che l'agricoltura avesse in qualche modo posto radici. La vita continuava ad avere aspetti sedentari con l'affermarsi in alcune realtà di inizi di allevamento. Fra gli uomini comunque andava affermandosi  l'opportunità degli scambi di informazioni.

La rivoluzione neolitica, quella dell'invenzione dell'economia di produzione di cibo, era ormai alle porte.

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