martedì 17 settembre 2024

La morte non esiste: a dirlo è Stéphane Allix, giornalista di lungo corso

   Reporter di guerra per oltre quindici anni, Stéphane Allix ha cambiato improvvisamente direzione dopo un evento tragico: la morte del fratello nella primavera del 2001. Da allora si è dedicato a indagare i misteri della coscienza e della morte.

 

Le TestAprès... e Nos Âmes oubliées.

Sostiene l’autore che «quando si muore non 

si smette di vivere, si cambia mondo». Cosa 

glielo fa pensare dal momento che l’approccio 

non è di tipo religioso ?






 Ideatore e conduttore della serie di documentari televisivi “Enquêtes extraordinaires”, fondatore dell’INREES (Institut de Recherches sur les Expériences Extraordinaires), fondatore e direttore editoriale della rivista “Inexploré”, Stéphane Allix ha pubblicato in Francia numerosi bestseller, tra cui Le TestAprès... e Nos Âmes oubliées.

 «Ho preso in prestito l'espressione “non locale”» dice Stéphane «dalla fisica quantistica. Per secoli abbiamo creduto che l'atomo fosse una sorta di piccolissimo pezzettino di materia che poteva essere localizzato in un unico punto nello spazio e nel tempo. Ora invece sappiamo che questo piccolissimo pezzo non è materia e non è localizzato nello spazio e nel tempo: è “non locale”, e non segue le stesse regole degli oggetti macroscopici, compreso il nostro corpo. Quindi “coscienza fondamentale non locale” per me descrive lo stato che la coscienza può raggiungere quando moriamo, quando è liberata dall'attività cerebrale e riconquista tutte le sue capacità».     

Stéphane Allix, l'autore del libro, è un giornalista di lungo corso ed in una intervista al Corriere della Sera afferma: «Non è che io lo pensi, non è una credenza. Sono arrivato a questa conclusione dopo anni di indagine, tra ricerche scientifiche ed esperienze personali. La mia è un'inchiesta giornalistica, e mi ha portato alla convinzione che la coscienza non scompare nel momento della morte. Esiste un aspetto più profondo e misterioso della coscienza, e sembra che continui a esistere quando il cervello non funziona più. Questa non è un'idea, né qualcosa che vada contro l'osservazione scientifica; è un'esperienza che possiamo fare in molti ambiti legati alla coscienza», come i «vissuti soggettivi di contatto con un defunto» (Vscd), i fenomeni di lucidità terminale, gli stati di coma vigile, le percezioni extrasensori
 «Cosa chiamiamo morte? È solo un'interruzione del funzionamento del corpo e del cervello. Ma noi non siamo solo corpo, e questo lo sappiamo da millenni anche grazie ai diversi insegnamenti spirituali. C'è qualcosa molto in profondo nel nostro essere che possiamo chiamare anima o coscienza, e che continua a esistere quando corpo e cervello smettono di funzionare». Nel libro è definita come «coscienza fondamentale non locale».

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