domenica 15 settembre 2024

La domenica serve anche per riflettere

 La questione Dio secondo Piero Codapresbitero e teologo italiano, dal 29 settembre 2021 segretario generale della Commissione teologica internazionale, a cui è stato chiesto perché un uomo del terzo millennio deve continuare ad interrogarsi su Dio. Egli ha risposto di essere convinto non solo a livello soggettivo, che la domanda su Dio sia tenacemente, anzi inestirpabilmente, radicata -in modo più o meno consapevole- nel cuore e nella mente di ogni persona, come del resto dimostra anche quella attenzione da parte dell’opinione pubblica. 

I motivi sarebbero secondo Coda essenzialmente due. Il primo è di carattere squisitamente personale. Se le donne e gli uomini d’oggi, come quelli di ieri e di sempre, non continuassero ad interrogarsi intorno a questa realtà che interpella l’identità umana, la loro personalità risulterebbe tarpata nella sua espressione, nel suo cammino, nel suo destino. Il profondo e doloroso disagio esistenziale che a livello individuale constatiamo nel nostro tempo, e che tocca tutte le persone, deriva in definitiva  dalla mancata risposta alla domanda sul senso ultimo della vita.

Il secondo motivo è di carattere collettivo, anzi oserei dire addirittura planetario. La nostra società -sia intesa come il piccolo ambito nel quale ci troviamo a vivere, sia guardata in modo ampio e universale- ha perduto tanti punti di riferimento morale, culturali, religiosi che l’hanno sostenuta nel passato e si trova disarmata di fronte alle acute sollecitazioni che derivano dal progresso tecnologico, dall’ingegneria genetica, ma anche dalla convivenza tra i popoli e in definitiva dall’orizzonte per la prima volta decisamente globale della storia umana. Senza scavare nel senso ultimo del nostro esistere, rispettando  la libertà e le tradizioni di ciascuno, non è possibile fronteggiare adeguatamente queste enormi sfide.

Sono perciò convinto -dice Coda- che oggi sia necessario riproporsi ancora più radicalmente , in maniera genuina e onesta, con apertura di spirito e senza pregiudizi, la questione di Dio. E’ la problematica basilare per la sopravvivenza e il futuro dell’esistenza umana, sia personale che collettiva. Poiché da essa, in definitiva, dipende la questione stessa dell’uomo.   

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Una riflessione di George Simpson

Sarebbe.. un grossolano errore pensare che l’uomo sia soltanto un accidente o soltanto un animale: fra tutte le miriadi di forme di materie di vita sulla Terra -per quanto sappiamo, finora, dell’universo- l’uomo è unico. Gli è toccato di rappresentare la forma più alta di organizzazione di materia e di energia che sia mai apparsa. Il riconoscimento di questa sua parentela con il resto dell’universo è necessario, ma la sua natura essenziale è definita da qualità che l’uomo non ha in comune con le scimmie, i pesci, gli alberi, il fuoco, o qualsiasi cosa che non sia se stesso.

Chi era George Simpson ?

George G. Simpson (1902-1984) è stato uno dei paleontologi più significativi del ventesimo secolo e uno dei padri fondatori della teoria della nuova sintesi. Si deve a lui se la paleontologia ha superato le sue caratteristiche originarie di scienza descrittiva, per divenire una scienza dalla forte valenza teorica, in grado di fornire importanti interpretazioni circa i meccanismi dell’evoluzione; strenuo difensore della teoria sintetica, si è battuto per difenderla dagli attacchi da essa subiti da parte dei sostenitori della teoria degli equilibri punteggiati. Ha ricevuto varie lauree honoris causa conferitegli durante la sua lunga vita: a Cambridge, Oxford, Parigi, Princeton. Fine divulgatore, molti suoi libri sono stati tradotti anche in italiano.

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