giovedì 5 settembre 2024

Appunti e riflessioni

 Avamposti contro la disgregazione sociale

Centri Culturali. Qualcuno li definisce avamposti che dovrebbero suscitare confronto libero, pacato, sui temi e problemi rilevanti della vita civile, culturale e pure di quella spirituale delle comunità e persino del mondo esterno che sta attorno a quelle comunità.

 In passato a Contessa Entellina di centri culturali ne sono sorti, e poi … morti, tanti. 

 Ci viene alla memoria un centro Kennedy, anteriore al terremoto ‘68, poi un circolo Palak, nel post terremoto. Ed ancora altre iniziative, fino ad altre recenti di cui non abbiamo e non abbiamo avuto, personalmente, frequentazione.


Quelli che oggi sono i 
nuovi centri culturali 
rappresentano i principali 
crocevia dell’attivismo
civico e culturale  in Italia, 
fucine di cultura collaborativa






 Per loro natura dovrebbero avere carattere laico, non nell’interpretazione religiosa, bensì nel proposito di piena libertà alle idee ed esperienze, in modo che possano accrescere sia la salvaguardia che l’ulteriore promozione della dignità di tutti gli esseri umani, che siano del luogo o eventualmente immigrati. Li immaginiamo ancora come luoghi dove si possa fare  luce sul quadro politico del momento, sulle prospettive dell’ambiente-natura entro cui viviamo e del destino del pianeta che oggi ospita tanti micidiali ordigni, capaci di distruggerlo non una sola volta ma, almeno, un centinaio di volte.  Tutti temi che non vanno affrontati prescindendo da quelle che sono le ideologie politiche che ciascuno può e dovrebbe sempre coltivare.

 In un piccolo centro, quale  ormai è ridotto la nostra Contessa E., e’ improbabile che possano esistere barriere che impediscano la vita intellettuale e spirituale dei residenti, come nei ricordi spuntano antichi contrasti fra greci e latini, fra democristiani e social-comunisti. Eppure la cultura locale, se così possiamo definirla, ristagna nelle continue ripetizioni a sfondo nostalgico, mentre le navicelle spaziali vanno e vengono alla ricerca di nuovi spazi e nuovi cieli da destinare a chi verrà dopo di noi.

 I circoli culturali, pensiamo noi, devono avere la stessa funzione (con le dovute proporzioni di attitudini e ruoli culturali) che le Università hanno nelle grandi città.

  Cosa si fa nei centri culturali? Si può fare di tutto per la crescita umana. Si può agire in diversi ambiti, come quello musicale, del cinema, del teatro, dell'educazione civica, dell'arte, dello sport e della protezione ambientale. Tra le varie attività si  possono  organizzare corsi, eventi, gite, e raccolte fondi. Il tutto può avvenire persino con sostegni pubblici, perché nei centri in rapida decrescita -come avviene nella nostra Contessa Entellina- la coesione sociale è ormai fortemente a rischio di fronte alla complessità generale della contemporaneità.

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