venerdì 6 settembre 2024

Appunti e riflessioni

   Su La Lettura, rivista culturale, di due settimane fa, relativamente all’analfabetismo religioso degli italiani, si faceva cenno -fra altro- di un’indagine commissionata dieci anni fa dalla Tavola valdese a Gfk Eurisko, secondo cui: La Bibbia sarebbe letta solo da un italiano su tre, e però: 


Secondo CESNUR, un centro di ricerca
indipendente, il 74,5 per cento degli
 italiani 
e degli stranieri residenti nel
Paese 
è cattolico, il 15,3 per cento ateo
o agnostico, il 4,1 per cento cristiano
di altre confessioni, il 3,7 per cento
musulmano ...




===il 26% la riteneva scritta da Mosè, 

=== il 20% da Gesù. 

===Soltanto il 39% dei cattolici praticanti era in grado di nominare i quattro evangelisti. 

===Il 70% del totale non riusciva a collocare in ordine cronologico Noè, Abramo, Mosè e Gesù. 

===Più del 50% non sapeva dire chi avesse dettato i Dieci Comandamenti, 

===Mentre solo il 3% dei cattolici praticanti era capace di elencarli. 

===Le virtù teologali risultavano ignorate dall’83% degli intervistati. 

===Infine, soltanto il 44% collegava Vladimir Putin all’ortodossia, il 62% non sapeva indicare la religione di Primo Levi, il 59% ignorava il padre della Riforma protestante. 

   A dieci anni di distanza da quell’allarme le cose non sono migliorate. Anzi, è sempre più grave la questione dell’analfabetismo. Sui vecchi ritardi si innesta infatti il nuovo scarto tra il poco che conosciamo della religione del nostro tempo e il tanto che del nostro tempo è condizionato dalla religione. 


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