domenica 25 agosto 2024

La scienza, la cultura, la politica

Il pianeta carcere

Correggiamo certi punti di vista del vivere


Crescono le presenze in carcere,
crescono i suicidi e si
aggravano molti dei problemi
cronici del nostro sistema
penitenziario. 



I media ci informano di un problema che la politica, in Italia, non riesce ad affrontare con l’attenzione e la necessaria consapevolezza:  esiste il problema del   sovraffollamento delle carceri e nessuno può archiviare la questione asserendo: peggio per loro che hanno scelto il percorso sbagliato nella vita. Compito della politica non è quello di occuparsi degli affari propri, del proprio benessere personale, bensì quello di correggere le grandi storture della società.

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 I numeri dei detenuti nelle strutture presenti in Italia parlano chiaro e ci fanno sapere che sono 61.468, quanto in relazione alla capienza e ai posti disponibili negli istituti penitenziari dovrebbero essere invece 47.067.

  Sappiamo bene che non è un problema recente. Questione questa che non assolve nessun governo che abbia inseguito convinzioni di destra o di sinistra.

  Il sovraffollamento, lo sappiamo tutti, è in buona parte dovuto all’ingresso di tossicodipendenti e di extracomunitari.  Queste presenze quasi inevitabilmente trasformano gli Istituti di pena in luoghi dove viene a mancare il rispetto per la dignità personale di ciascun detenuto, indipendentemente della ragione per cui sono reclusi.

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 I vari governi assegnano risorse inadeguate all’intera problematica, senza magari porgere la dovuta attenzione al personale incaricato di gestire l’intera struttura ed i servizi da assolvere.

 La nostra Costituzione democratica non assegna agli Istituti di pena funzioni retributive (=quasi una vendetta o un risarcimento alla società, nel cui ambito i detenuti hanno recato danni e violenza).

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 Sulla scorta del pensiero di grandi figure del diritto riporteremo i punti di vista teorici che la pena deve avere.

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