sabato 24 agosto 2024

Agricoltura. In ottica giuridica, economica e sociale (5)

  Ci siamo intrattenuti finora sugli anni post-guerra, anni di lento trapasso dall’agricoltura contadina, guidata in clima liberista dai governi centristi e di centro-destra fino, più o meno, alla fine degli anni cinquanta del Novecento.

L’UE punta a cambiare volto
all’agricoltura continentale

Facendo riferimento alle realtà
 agricole del comparto olivicolo,
agrumario, vitivinicolo,
orto-frutta, zootecnico, forestale
 ecc … ,  la politica comunitaria
punta a migliorare
la qualità delle produzioni,
 
agevolare l’acquisto di terreni,
riconoscere agevolazioni  fiscali,
attribuire punteggio
 nella
partecipazione ai bandi di
finanziamento di PSR
(Programma di
Sviluppo Rurale) ecc.




 L’avviarsi e l’affermarsi del processo comunitario europeo, specialmente sulla materia agricola, dai primi anni sessanta del Novecento ha in qualche modo impresso un diverso, nuovo volto in direzione della modernizzazione all’agricoltura italiana.

  Scomparse la tradizione e la figura “della campagna rurale e del contadino con zappa ed aratro trainato dal mulo” si vuole diffondere la figura dell’Imprenditore agricolo professionale (Iap). 

 E’  nell’articolo 1 del decreto legislativo  29 marzo 2009, n. 402 che troviamo cosa l’U.E. si attende dal mondo agricolo italiano, in direzione del suo crescente ammodernamento e della professionalizzazione dei protagonisti. L’Imprenditore agricolo professionale (IAP)  deve:

=== possedere conoscenze e competenze professionali sanciti in appositi provvedimenti,

=== dedicare buona parte del suo tempo all’impegno agrario,

=== ricavare almeno buona parte (almeno il 25%) del suo reddito (escluse pensioni e redditi da ruoli di impegno pubblico) dal ruolo agricolo,

=== la qualifica di IAP viene verificata dalle regioni e consente una serie di benefici fiscali. 

= = = = =

 Proveremo in seguito ad entrare su alcuni dettagli.

(Segue)


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