giovedì 25 luglio 2024

Viviamo in Occidente: scrutiamo aspetti del sistema (17)

Le società occidentali che cambiano: 

La famiglia (5)

La famiglia estesa dei nonni
(ancora presente sopratutto nel Meridione
negli anni cinquanta/sessanta del
Novecento)


 Lo status di figlio, tanto quanto quello di genitore,  sono profondamente cambiati nei paesi dell'Occidente a cagione degli stili di vita; stili di vita che hanno avuto ricadute pure nelle scelte riproduttive.

  Cosa i sociologi e gli studiosi della società colgono nella trasformazione?  Anzitutto che in linea generale e’ rinviato dagli anni giovanili a quello di maggiore maturità il periodo della "fecondità". Il periodo trascorso da "giovani" -senza figli-  consente ormai con grande frequenza di spostare più in avanti il tempo di divenire genitore. Gli americani hanno racchiuso la fase trascorsa dalle giovani coppie come Dink-double income, no kids: (doppio reddito, nessun figlio).

  L’affermarsi del nuovo modello di famigli, in Italia, va individuato nell’anno 1975. In quell’anno il Parlamento ed i governi riformisti di centro-sinistra procedettero alla riforma del diritto di famiglia e del  nuovo codice; il che  fu interpretato -dai propugnatori- come l’affermarsi sia pure progressivamente dei nuovi valori distintivi di una società civile. Il riferimento era chiaramente rivolto al riconoscimento (finalmente) della parità dei coniugi  anzitutto e all’abolizione della discriminazione normativa tra figli legittimi e figli naturali.

Una famiglia  nucleare dei
nostri giorni. Realtà ormai
affermata non solamente nelle
città, ma anche nelle
campagne.


 Storici e studiosi di sociologia non mancarono di leggere nella nuova normativa l’avviarsi di un diverso modo di formare e vivere la famiglia che vedeva archiviato il millenario modello patriarcale. Nella stessa relazione che accompagnava il disegno di legge il governo riformista di quegli anni mise per iscritto l’intento di voler pervenire alla “recisione  da parte della coppia dei legami  con i genitori, con i parenti e con la comunità “. A quella radicale trasformazione contribuì, più  che il testo di legge, quella che i sociologi chiamano  la “rivoluzione dei sentimenti” che a ritmi temporali, ma tendenzialmente evidenti e costanti portava uomini e donne a mutare il modo di considerare molti aspetti di vita familiare: la simpatia, l’amore romantico, l’affetto prendevano il posto delle “considerazioni strumentali” su cui in precedenza venivano fondate le famiglie.

 Sociologi ed economisti non mancano di segnalare che quella riforma del 1975 fu figlia oltre che del subentrare della “rivoluzione dei sentimenti” anche dei nuovi processi  di industrializzazione e urbanizzazione di gran parte della popolazione (fattori storici), responsabili del dissolvimento  di vecchi legami di parentela  ed ancora del passaggio dalla famiglia estesa alla famiglia nucleare, frequentemente ormai, specialmente nelle città, isolata.

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