lunedì 24 giugno 2024

Valle Belice. Case post-terremoto confortevoli ma …..

 Le classi dirigenti hanno l’onere di 

inventare e programmare il domani.

Mancano ancora pochi anni dal sessantennio del devastante e tragico terremoto del gennaio 1968 che ha distrutto l’assetto urbanistico/abitativo, allora prettamente contadino, dell’intera Valle del Belice. Cinquantatré anni abbondanti -per la precisione- dagli eventi sismici sono già tanti, e nello stesso tempo sono pochi, nell’avere assistito alla travolgente trasformazione della realtà socio-economica e a quella della rappresentazione stessa del vasto territorio.

  Nell’avviare sul blog il tema che ci siamo proposto sotto la titolazione paesi con case disabitate riteniamo di dover ricordare e puntualizzare che è compito della Politica immaginare e disegnare il seguito che finora è  mancato alla “Ricostruzione” materiale dei paesi e dei centri abitati. Ad oggi non è stato definito il fine ed il ruolo che dovrebbero assolvere le realtà abitative ricostruite nei paesi della Valle, che inequivocabilmente non puo’ restare solamente quello dell’agricoltura estensiva e piuttosto misera del pre-terremoto ‘68, retta da comunità contadine. Sappiamo tutti che l’irrompere del terzo millennio nella tuttora povera realtà occupazionale e infrastrutturale della Valle non può che creare ulteriore spopolamento e crescente demotivazione ad intraprendere. Gli oltre cinquantatré anni finora trascorsi dal 1968 senza realistiche tracce di programmazione di sviluppo socio-economico  non potevano produrre altro che lo svuotamento  delle piazze e delle abitazioni di civile abitazione ricostruite in tutti i centri della Valle.

  Come poteva non andare così? 

Ultimata ormai da più decenni la fase della ricostruzione abitativa, nelle attese e nella consapevolezza delle popolazioni del Belice  non poteva che dilatarsi l’insicurezza sul domani ed infatti in ogni realtà  locale sono rivolte verso  l’esterno della Valle le ragioni di conseguimento della dignitosa sopravvivenza:  occorre quindi emigrare!

 La politica, quella del fare,  nella Valle risulta ancora ad oggi ferma su ciò che i Belfiore, i Montalbano, i Di Martino, i Corrao  e altri impostarono negli anni ‘70 del Novecento.  E noi tutti sappiamo che la Politica è vita: necessità di studio, volontà, visione e ri-adattamento ai nuovi giorni, per inventare e programmare il domani.

(Segue)

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