martedì 25 giugno 2024

Un Personaggio

 Gian Antonio Stella, Giornalista e scrittore italiano (n. Asolo 1953). Ha iniziato la sua carriera al “Corriere d'Informazione” per poi passare al “Corriere della Sera”, dove è stato inviato speciale ed editorialista. Lucido e ironico indagatore dei problemi sociopolitici e dei costumi italiani, vincitore di numerosi premi giornalistici e, nel 2005, del premio Fregene per la narrativa con il romanzo Il maestro magro – storia ambientata nell’Italia indigente del secondo dopoguerra.

Nascita, Asolo 1953


I parchi antichi in Sicilia


… furono assunti dalla Regione nella grande infornata clientelare fatta alla fine degli anni Ottanta con la scusa di esaminare le pratiche del condono edilizio del 1985. «Quanti dovevano essere? Non si ritenne necessario scriverlo», spiega La zavorra di Enrico del Mercato ed Emanuele Lauria. «Ai 400 sindaci dei comuni siciliani fu lasciata mano libera nella scelta del numero delle persone da assumere, con un solo vincolo: sarebbero state messe sotto contratto per 2 anni, poi sarebbero dovute tornare alle loro occupazioni precedenti». Alla fine «ne furono messi sotto contratto almeno 3.500».

Risultato finale di queste pratiche di condono? Secondo Sogeea cinque anni fa ne restavano da smaltire nell’isola 623.109. Nessuno stupore. Ricorda nel libro citato un ingegnere, Gaetano Buffa, assunto come tecnico della sanatoria nel 1989 al Genio civile di Palermo: «Eravamo 90 in tutto, 13 o 14 per stanza. Eravamo costretti a sederci sulle scale. Compiti? Direttive? Neppure l’ombra. In più i colleghi più anziani ci guardavano con legittimo sospetto e blindavano gli armadi. Un giorno andai dal segretario dell’ingegnere capo e gli chiesi lumi, un po’ scocciato, su quali fossero i nostri incarichi. Mi rispose serafico: “Fatti una passeggiata in via Maqueda”. In un anno lì credo di non avere esaminato un solo progetto».

Si trattava «in gran parte di liberi professionisti che avevano lasciato un’attività in proprio per un contratto da 1.000.000 di lire al mese, ma soprattutto per la prospettiva del posto fisso». Scommessa vinta. Di governatore in governatore, furono tutti stabilizzati senza un concorso come funzionari. E il 15 maggio 2000, nella gioiosa ricorrenza dell’istituzione della Regione autonoma siciliana nel 1946, al grido di «todos caballeros» diventarono tutti dirigenti. E pronti a gestire, senza i titoli opportuni se non obbligati, i siti archeologici. Con esiti a volte paradossali come nel caso di Felice Crescente che, fatta carriera nei consorzi di bonifica per esser poi scelto come direttore dell’immensa Selinunte, è infilzato su Facebook per le condizioni in cui versa il parco greco tenuto in ordine nelle parti più battute dai turisti ma per il resto, compresa l’area dietro il celeberrimo Tempio C sull’Acropoli, abbandonato alle sterpaglie le cui radici azzannano implacabili le rovine: ma come, tu quoque agronomus?


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