lunedì 17 giugno 2024

Riflessioni sul lento cammino dell'uomo e pure sull'Intelligenza Artificiale.

 —5)


L'australopiteco (Australopithecus
Dart, 1925) è un 
genere estinto
di primati della famiglia degli ominidi,
che si ritiene appartenente alla
linea evolutiva dell'essere umano
 e
apparso successivamente alla
separazione della linea che ha
condotto ai nostri parenti viventi
più prossimi, gli scimpanzé.


australopitèco. Per Australopithecus, si intende un “Primate fossile” appartenente alla famiglia degli ominidi, vissuto tra 4 (o forse 6) e 1 milione di anni fa in Africa australe (ma anche in quella nordorientale), caratterizzato da piccola statura e da capacità cranica ridotta. Capacità molto arcaica che nel lungo tempo evolve in direzione dei primi passi  verso una sorta di umanizzazione del cranio che cresce di volume e un miglioramento dell’architettura del cervello, la riduzione della dentatura e un graduale miglioramento della deambulazione. 

* * *

Gli australopiteci gracili erano in qualche modo assai simili a noi (gli umani) e pero’, per quanto riguarda la dentatura e le unghia non ne avevano. Vivevano nella savana,  un’area ricca di frutti e di tanti animali che quegli ominidi (gli australopitechi) non riuscivano pero’ a dominare in quanto privi di dentatura e unghia. Fu proprio da quegli ominidi che iniziarono i meccanismi di selezione e adattamento all’ambiente, ovvero quei processi  tesi alla sopravvivenza attivati dalla necessità e dall’istinto alla sopravvivenza. Gli studi sui resti fanno pensare che l’evoluzione iniziale sia avvenuta nell’area  tra l’Etiopia, il Kenia e la Tanzania.

E’ probabile che Australopiteco rappresenti l’antenato del genere umano, anche se fra gli studiosi non mancano impostazioni diversificate, come nel caso della rivalutazione di australopitechi robusti poi condizionati dagli ambienti della savana, dall’inaridimento climatico e da seri condizionamenti di sussistenza che possono avere rafforzato l’andatura bipede, come esigenza per spostarsi alla ricerca  di acqua e viveri. Il tutto comunque viene collegato al ruolo del cranio che si impadronisce dell’intera massa corporea sulla spinta della ricerca del cibo.

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