venerdì 24 maggio 2024

Appello per la Pace in Ucraina: diffuso dalle pagine del Corriere della Sera

 Lettera aperta: sul conflitto Ucraina-Russia "negoziare adesso"

22 maggio 2024

Appello degli intellettuali: ogni possibile soluzione della guerra fra Ucraina e Russia inizia con un negoziato tra le due parti.

L’estensione delle guerre crea pericoli senza precedenti per lo stato del mondo. Assicurare la pace e trovare modi per risolvere i conflitti armati è un dovere fondamentale dei governi. L’Europa ha la particolare responsabilità di iniziare a cercare i modi per porre fine alla guerra che si sta svolgendo all’interno della sua regione — la guerra tra Russia e Ucraina.
Dopo più di due anni di combattimenti, in seguito all’invasione russa, la guerra si trova in uno stallo prolungato, con il rischio di allargamento e approfondimento delle attività belliche. Indipendentemente dagli obiettivi originari degli aggressori e dalla resistenza giustificata delle vittime, una valutazione razionale della situazione attuale porterebbe entrambe le parti a riconoscere che i loro obiettivi non possono essere raggiunti. È ora responsabilità dell’Europa contribuire a fermare la guerra e sviluppare le condizioni per una soluzione giusta.

Ogni possibile soluzione della guerra tra Ucraina e Russia inizia con l’apertura di un negoziato tra le due parti, direttamente o attraverso intermediari, per quanto riguarda il cessate il fuoco, la fornitura di armi, l’integrità territoriale o una soluzione pacifica duratura. Tentativi di portare le due parti al tavolo dei negoziati sono stati effettuati in passato da terzi — in particolare la Turchia — ma senza risultati. Il 9 marzo 2024 Papa Francesco ha chiesto l’apertura dei negoziati. Ora, alla vigilia delle elezioni per il Parlamento europeo del giugno 2024, abbiamo l’opportunità di mettere la necessità di terminare la guerra nell’agenda dell’Unione europea

Con la guerra in Ucraina, i Paesi dell’UE hanno ampliato le loro attività in campo militare — ricerca, produzione, trasferimenti di armi, iniziative di difesa e sicurezza. I governi dell’UE sono stati sempre più coinvolti nel fornire all’Ucraina armi più potenti, intelligence e sostegno economico. Il rischio di un’escalation che porti a episodi di scontro tra la Russia e i Paesi europei della NATO è allarmante. La presenza di armi nucleari russe, statunitensi, francesi e britanniche in Europa aumenta drammaticamente il pericolo attuale.

L’UE e i governi europei si sono finora rifiutati di lavorare per una fine negoziata della guerra tra Ucraina e Russia. Nell’attuale dibattito per le elezioni europee, la questione dei negoziati e di un’iniziativa dell’UE per porre fine alla guerra dovrebbe essere inserita nell’agenda dei candidati, dei partiti politici e dei governi, dando seguito all’appassionato appello di papa Francesco. Il prossimo Parlamento europeo dovrebbe convocare una conferenza esplorativa che coinvolga le due parti e avviare una discussione su un possibile ordine di pace e sicurezza in Europa dopo la guerra in Ucraina. Gli obiettivi di tali colloqui potrebbero essere ri-umanizzare le parti in conflitto, ricostruire la fiducia, proporre passi per ridurre le tensioni e la violenza, esplorare i modi per porre fine alla guerra. Le prospettive per il futuro devono includere la protezione dei diritti umani, le garanzie di sicurezza, la ricostruzione economica, la presa di distanza dal militarismo e dal nazionalismo estremo.

Tali sforzi sarebbero accolti con favore dai circa sei milioni di ucraini e dal milione di russi che hanno lasciato i loro Paesi dall’inizio della guerra. Sarebbe importante che tali sforzi siano sostenuti da gruppi di cittadini ucraini e russi che vivono nei Paesi dell’UE. Organizzazioni della società civile europea di ogni tipo potrebbero partecipare attivamente — istituzioni religiose, organizzazioni sociali, gruppi di solidarietà e di pace, voci delle donne, gruppi giovanili, organizzazioni imprenditoriali, sindacati, reti scientifiche, enti culturali e sportivi, organizzazioni dei media, così come singoli artisti, scrittori, intellettuali. Vorremmo che durante la campagna elettorale per le elezioni europee siano organizzati eventi che invitano a «Negoziare adesso!». Azioni di «diplomazia dal basso» potrebbero contribuire a creare le condizioni per tali negoziati, anche all’interno dell’Ucraina e della Russia.

Non è scritto da nessuna parte che la pace e la sicurezza comune siano una responsabilità soltanto dei governi. In fondo, sono le persone — in quanto cittadini ed elettori — che possono acconsentire alla guerra o sostenere la pace.


Luciana Castellina, già membro del Parlamento Europeo e del Parlamento Italiano
Colin Archer, già segretario generale dell’International Peace Bureau
Peter Brandt, professore emerito di Storia contemporanea, Fern-Universität Hagen
Donatella della Porta, professoressa di Scienze politiche, Scuola Normale Superiore, Firenze
Tapio Kanninen, già capo della pianificazione presso il Dipartimento degli Affari politici delle Nazioni Unite
Michael Löwy, direttore emerito di ricerca nelle scienze sociali, CNRS, Francia
Gian Giacomo Migone, già presidente della Commissione Affari Esteri del Senato
Heikki Patomäki, professore di Relazioni internazionali, Università di Helsinki
Mario Pianta, professore di Politica economica, Scuola Normale Superiore, Firenze
Carlo Rovelli, professore di Fisica, Università di Aix-Marseille, cofondatore della Global Peace Dividend Initative
Wolfgang Streeck, professore emerito di Sociologia, Istituto Max Planck per la ricerca sociale, Germania

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