giovedì 2 maggio 2024

1950: Rivolte contadine e ritorno del fenomeno del brigantaggio

Salvatore Giuliano (2)

La Sicilia del secondo dopoguerra mondiale, in relazione all'assetto prettamente agricolo-latifondista, si presentò alla realtà politica nazionale con la massima immagine di arretratezza e di povertà. Il banditismo diffuso sull'intera Isola ne era la più chiara manifestazione. Salvatore Giuliano (noto come Il bandito Giuliano, Bannera, Re di Montelepre, detto Turiddu, nato a Montelepre, 16 novembre 1922 – morto a Castelvetrano, 5 luglio 1950), è stato il brigante ed il  terrorista che ha caratterizzato e trasmesso al mondo  un'immagine dell'Isola nel quinquennio successivo alla fine della seconda guerra mondiale.

Se Giuliano ha rappresentato un simbolo, gli avvenimenti di cui egli è stato protagonista hanno trasmesso all'Europa e al mondo un quadro culturale ed economico-sociale di diffusissimo degrado umano dell'Isola che si reggeva (e secondo tanti osservatori italiani e non, in parte, continua a reggersi) su diffusi rapporti clientelari e mafiosi.

Giuliano, colui che verrà definito Re di Montelepre, assurge all'onore delle cronache giornalistiche nel 1943, quando dopo aver ucciso un carabiniere fugge e si nasconde nelle montagne che fanno da sfondo e cintura alla Conca d'Oro palermitana. Da quell'ambiente che non gli è per nulla ostile egli fonda una numerosa e fedele banda di fuori-legge con cui riuscirà per parecchio tempo a condizionare la misera e povera vita post-guerra di parecchie comunità e paesi delle province di Palermo, Trapani e Caltanissetta.

(Segue)

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