mercoledì 10 aprile 2024

Un Personaggio


Giuseppe Sarcina
ha iniziato la carriera giornalistica al settimanale «Il Mondo». È al «Corriere della Sera» dal 1995.

Nascita: 1962




Parlamento europeo

per cosa andremo a votare.



Oggi i cittadini chiedono ai leader risposte nette sulla 

guerra e sulla pace. Vogliono sapere come si andrà 

avanti con l’Ucraina. Chi è d’accordo sull’invio di altre 

armi e chi non lo è. Il momento è decisivo per Kiev. 

Ma lo è anche per l’Unione europea. Domanda per la 

premier Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), per il ministro 

degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia), per la Segretaria 

del Pd, Elly Schlein: abbiamo i mezzi per appoggiare 

a oltranza la resistenza ucraina? Domanda per Giuseppe 

Conte, leader del Movimento 5 Stelle: che ne sarà 

dell’indipendenza ucraina se interrompiamo le spedizioni 

di armi e di aiuti?

Infine domanda per Salvini: qual è la prospettiva 

indicata dalla Lega? Perché, ma sarà sicuramente 

colpa nostra, non è molto chiara. Questi interrogativi 

stanno già bussando alle porte del governo e dei partiti.

 Ci sono già alcuni segnali visibili. Per esempio la 

discussione nel Pd su candidature «pacifiste», come 

quella dell’ex direttore di «Avvenire», Marco Tarquinio. 

Oppure la probabile presentazione della lista 

«Pace, terra, dignità», promossa da Michele Santoro.

 In ogni caso l’importanza e l’urgenza delle priorità 

europee dilagheranno nella campagna elettorale, 

anche se il Segretario della Lega dovesse insistere 

sui condoni edilizi e il presidente dei 5 Stelle sui 

«cacicchi del Pd». Guerra e pace, quindi. Con 

tutto ciò che ne consegue. L’Europa dovrà 

attrezzarsi per difendersi, anche con le armi 

se sarà necessario? Al momento non ci sono le 

risorse finanziarie per farlo. Si possono trovare? 

Dove, come? Oppure: le capitali europee possono 

rilanciare un negoziato per la pace? Con quali 

proposte concrete? Possiamo fare a meno della Nato?

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