giovedì 25 aprile 2024

Il delitto Matteotti (5)

Matteotti condusse una
opposizione đrcqòz
la cui natura e pericolosità 
aveva compreso e 
denunciato per tempo.





 I primi mesi del 1923 vedono l’intero fronte antifascista frammentato e senza una linea comune nel denunciare e nel fronteggiare le malefatte e la violenza fascista. Matteotti continua comunque a distinguersi nella denunzia di inconciliabilità fra fascismo e democrazia sottolineando sempre la vocazione reazionaria del fascismo e fa  ciò esponendosi anche personalmente alle possibili rappresaglie dell’avversario. 

E’ di questo periodo il libro Un anno di dominazione fascista con cui egli pone in risalto la natura anti-proletaria e antidemocratica della linea politica fascista e soprattutto l’opera corruttiva della politica fascista ai danni delle Istituzioni.

 Arriva a scontrarsi con lo stesso Turati che mirava, tramite Baldesi vice segretario della Cgil, di rasserenare lo scontro sociale incorso in tutto il Paese, offrendo una sia pure minima intesa e tregua al governo fascista.

  E’ Matteotti il dirigente della complessiva opposizione al governo fascista,  che più di altri, ha capito la profonda vocazione totalitaria del governo di Mussolini e su questo presupposto, al fine di  rendere più incisiva l’azione della opposizione, e’ egli a tentare in più modi di raccordare le iniziative  in Parlamento e nel Paese con gli scissionisti massimalisti e a provare a richiamare, con alcuni viaggi, l’attenzione dei partiti socialisti europei su quanto andava accadendo in Italia in termini di restrizione degli spazi di libertà e di azione dei partiti di opposizione. Tutte mosse e iniziative che non sfuggono al governo di Mussolini.

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