giovedì 25 gennaio 2024

Vita locale e ambiente (1)

 Appassioniamoci al territorio.

Oltre  ad avere ospitato comunità della Storia classica

ha pure accolto gli antenati di tanti di noi..

Il territorio comunale di Contessa Entellina (kmq. 136,4) e’ da parecchi decenni oggetto di  indagini e ricognizioni che, anche ai profani, lasciano confermare che, qui nel nostro territorio, sussistono insediamenti e siti di rilevanza e curiosità scientifica e conseguentemente storica.

Ai residenti, alla gente locale, quegli studi dicono e suonano molto di mondo antico, persino di mondo classico come verosimilmente possono essere  le località di Entella, Cozzo Malacarne e Roccella e Badessa.

Dal V sec. -alba del Medio Evo- si aggiungono ed evocano pure modelli di vita umana che, ovviamente si presentano diversi da quelli dall’antichità. 
Ai nostri giorni e’ dato:
 a) leggere resoconti -riscontrabili presso la contrada Vaccarizzo- 
  b) cogliere indizi sul modo di vivere medievale, percepibili  nelle zone Caravedda, Bagnitelle Sant’Antonino e Chiappetta.

 Perché gli studi archeologici ci suggeriscono interesse e persino “passione” per le aree e le contrade evocate  (ed altre che avremo modo di riportare sul blog) che insistono sul nostro territorio?  Una, solo una motivazione ci piace per adesso riportare su questa pagina ed e’ che quelle aree  sono situate, insistono, in vicinanza di antiche vie di comunicazione e, per quanto riguarda Entella sopratutto, nell’antichità e poi nel Medio Evo erano tutti territori che appartenevano alla grande Storia dell’epoca. Su quest’aspetto molti di noi contessioti non hanno mai riflettuto, ma la Grande Storia per un lasso di tempo è -anche- passata vicino al sito, al territorio che noi oggi calpestiamo.

 Sappiamo  che ad oggi le indagini degli studiosi hanno avuto più che altro interessi di superficie condotte da squadre di archeologi che hanno percorso il terreno a distanza ravvicinata tra loro (circa 10 m. l’uno dall’altro), in modo da poter individuare anche evidenze archeologiche di estensione limitata, che sarebbero sfuggite ad un’indagine a maglie più larghe, tranne -ovviamente su Entella dove l’attenzione è stata addirittura meticolosa.

 I resoconti archeologici comunque ci riferiscono di manufatti ceramici che (oltre al sito di Entella) lasciano interpretare non proprio dei siti, ma aree di dispersione di manufatti extrasito; e dopo le successive analisi a tavolino dei materiali, dell’ubicazione e delle condizioni di giacitura (e in qualche caso una verifica sul campo) hanno permesso di accertare che si tratta invece di piccoli siti, in cui la bassa frequenza di manufatti era talora dovuta all’apparente assenza di laterizi. Questi insediamenti, leggendo la successiva documentazione diffusa dagli archeologi,  pare fossero caratterizzati da materiale non immediatamente riconosciuto come diagnostico da tutti i ricognitori (non tutti erano esperti di ceramica indigena acroma, per esempio), ma cronologicamente omogeneo e riferibile molto spesso ad età arcaico-classica. 

 Insomma, veri e propri siti, seppur minuscoli, che sarebbero sfuggiti a indagini  a maglie più ampie.

 

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