domenica 31 dicembre 2023

Gli auguri del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

 Care concittadine e cari concittadini, 
questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti. Naturalmente, non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo. Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità. Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana.

La violenza. Anzitutto, la violenza delle guerre. Di quelle in corso; e di quelle evocate e minacciate. Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla. L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità. La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti.

La guerra – ogni guerra – genera odio. E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti. La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza. E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia. Rifiutando il progresso della civiltà umana. Il rischio, concreto, è di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come - sempre più spesso – accade nelle guerre. Alla tragica contabilità dei soldati uccisi. Reciprocamente presentata; menandone vanto. Vite spezzate, famiglie distrutte. Una generazione perduta. E tutto questo accade vicino a noi. Nel cuore dell’Europa. Sulle rive del Mediterraneo. Macerie, non solo fisiche. Che pesano sul nostro presente. E graveranno sul futuro delle nuove generazioni. Di fronte alle quali si presentano oggi, e nel loro possibile avvenire, brutalità che pensavamo, ormai, scomparse; oltre che condannate dalla storia. La guerra non nasce da sola. Non basterebbe neppure la spinta di tante armi, che ne sono lo strumento di morte. Così diffuse. Sempre più letali. Fonte di enormi guadagni. Nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva. Dagli atteggiamenti di violenza, di sopraffazione, che si manifestano.

È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace. Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità. Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace. Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti. Ma impegnarsi per la pace significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere; e non la regola del prossimo futuro. Volere la pace non è neutralità; o, peggio, indifferenza, rispetto a ciò che accade: sarebbe ingiusto, e anche piuttosto spregevole. Perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli Stati. Che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli. E mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone.

Per conseguire la pace non è sufficiente far tacere le armi. Costruirla significa, prima di tutto, educare alla pace. Coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni. Nei gesti della vita di ogni giorno. Nel linguaggio che si adopera. Dipende, anche, da ciascuno di noi. Pace, nel senso di vivere bene insieme. Rispettandosi, riconoscendo le ragioni dell’altro. Consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà. Vediamo, e incontriamo, la violenza anche nella vita quotidiana. Anche nel nostro Paese. Quando prevale la ricerca, il culto della conflittualità. Piuttosto che il valore di quanto vi è in comune; sviluppando confronto e dialogo.

La violenza. Penso a quella più odiosa sulle donne. Vorrei rivolgermi ai più giovani. Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità. Penso alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete. Penso alla violenza che qualche gruppo di giovani sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia. Penso al risentimento che cresce nelle periferie. Frutto, spesso, dell’indifferenza; e del senso di abbandono. Penso alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività. Anche attraverso le accuse più gravi e infondate. Spesso, travolgendo il confine che separa il vero dal falso. Queste modalità aggravano la difficoltà di occuparsi efficacemente dei problemi e delle emergenze che, cittadini e famiglie, devono affrontare, giorno per giorno.

Il lavoro che manca. Pur in presenza di un significativo aumento dell’occupazione. Quello sottopagato. Quello, sovente, non in linea con le proprie aspettative e con gli studi seguiti. Il lavoro, a condizioni inique, e di scarsa sicurezza. Con tante, inammissibili, vittime. Le immani, differenze di retribuzione tra pochi superprivilegiati e tanti che vivono nel disagio. Le difficoltà che si incontrano nel diritto alle cure sanitarie per tutti. Con liste d’attesa per visite ed esami, in tempi inaccettabilmente lunghi.

Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo «riconoscere». Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare. Occorre coraggio per ascoltare. E vedere - senza filtri – situazioni spesso ignorate; che ci pongono di fronte a una realtà a volte difficile da accettare e affrontare. Come quella di tante persone che vivono una condizione di estrema vulnerabilità e fragilità; rimasti isolati. In una società pervasa da quella «cultura dello scarto», così efficacemente definita da Papa Francesco. Cui rivolgo un saluto e gli auguri più grandi. E che ringrazio per il suo instancabile Magistero.

Affermare i diritti significa ascoltare gli anziani. Preoccupati di pesare sulle loro famiglie; mentre il sistema assistenziale fatica a dar loro aiuto. Si ha sempre bisogno della saggezza e dell’esperienza. E di manifestare rispetto e riconoscenza per le generazioni precedenti. Che, con il lavoro e l’impegno, hanno contribuito alla crescita dell’Italia. Affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi. Il cui diritto allo studio incontra, nei fatti, ostacoli. A cominciare dai costi di alloggio nelle grandi città universitarie; improponibili per la maggior parte delle famiglie. Significa rendere effettiva la parità tra donne e uomini: nella società, nel lavoro, nel carico delle responsabilità familiari. Significa non volgere lo sguardo altrove di fronte ai migranti.

Ma ascoltare significa, anche, saper leggere la direzione e la rapidità dei mutamenti che stiamo vivendo. Mutamenti che possono recare effetti positivi sulle nostre vite. La tecnologia ha sempre cambiato gli assetti economici e sociali. Adesso, con l’intelligenza artificiale che si autoalimenta, sta generando un progresso inarrestabile. Destinato a modificare profondamente le nostre abitudini professionali, sociali, relazionali.. Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona - e nella sua dignità - il pilastro irrinunziabile.

Viviamo, quindi, un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social. Perché la democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni - a tutti i livelli -, sono chiamati a garantire. Libertà indipendente da abusivi controlli di chi, gestori di intelligenza artificiale o di potere, possa pretendere di orientare il pubblico sentimento.

Non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione. O dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli. Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte.

Significa contribuire, anche fiscalmente. L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale. E ritarda la rimozione del debito pubblico; che ostacola il nostro sviluppo. Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani. Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce. Perché la forza della Repubblica è la sua unità. L’unità non come risultato di un potere che si impone. L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia.

Questi valori – nel corso dell’anno che si conclude - li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro. Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia’. Li ho letti negli occhi e nei sorrisi, dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà. O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana. Nel radunarsi spontaneo di tante ragazze, dopo i terribili episodi di brutalità sulle donne. Con l’intento di dire basta alla violenza. E di ribellarsi a una mentalità di sopraffazione.

Li vedo nell’impegno e nella determinazione di donne e uomini in divisa. Che operano per la nostra sicurezza. In Italia, e all’estero. Nella passione civile di persone che, lontano dai riflettori della notorietà, lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere. O di chi ha lasciato il proprio lavoro – come è avvenuto - per dedicarsi a bambini, ragazzi e mamme in gravi difficoltà.

A tutti loro esprimo la riconoscenza della Repubblica. Perché le loro storie raccontano già il nostro futuro. Ci dicono che uniti siamo forti. Buon anno a tutti!

La/le Religioni

 Riflessioni sul

Cristianesimo

(e sulla matrice ebraica)


Ebraismo (15)


Ascolta, Israele! 

Il Signore è nostro Dio, il Signore è uno solo 

Il vincolo matrimoniale. Il settimo comandamento proibisce l’adulterio.E’ più l’adulterio (relazione extra matrimoniale) che non la fornicazione (relazione prematrimoniale) ad essere condannato. Il motivo proviene dal fatto di evitare che possa essere messo in dubbio la legittimità dei figli.

La rilevanza della verità.  Il nono comandamento afferma “Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo”. In una società civilizzata, ieri come oggi, i tribunali devono essere incorruttibili e la fondamentale onestà deve essere osservata nei comportamenti quotidiani.

Cristianesimo (15)

Ama il prossimo tuo come te stesso


L’origine. Il Cristianesimo ebbe origine con la vita, la predicazione, la morte, la risurrezione e l’ascensione di Gesu’, un ebreo, che i cristiani riconoscono come il Figlio di Dio. Le sue radici tuttavia affondano nella tradizione ebraica, e d’altronde il Cristianesimo presenta se stesso come Nuova Alleanza o Nuovo Testamento, in evidente relazione con una visione di fede più antica.

Nuovo Testamento. La vita di Gesù, il quale si auto comprendeva come Cristo (o Messia), e le prime interpretazioni su di lui, sono raccolte nel Nuovo Testamento, un corpus di 27 scritti che comprende i quattro Vangeli, le Epistole o lettere, e gli altri scritti tutti risalenti al I secolo. In ognuno di questi testi si attesta che Gesu’ era, ed è, l’iniziativa di Dio finalizzata ad instaurare nel mondo il suo regno.

Il mondo entro cui viviamo

Prima, seconda, terza …Repubblica:

 nulla cambia nell’ottica morale!

*. *.  * 

Leggiamo sui giornali 

Matteo Salvini respinge con un chiaro segno della mano la richiesta, che gli arriva da M5S, Pd e Avs, di presentarsi in Parlamento per riferire sui risvolti politici dell’inchiesta sulle commesse dell’Anas che vedono coinvolto, tra gli altri, Tommaso Verdini, fratello della sua compagna Francesca, finito agli arresti domiciliari, e tirato in ballo, seppur non indagato, uno dei suoi uomini di fiducia, il sottosegretario all’Economia Federico Freni.


L’Italia di sempre? 

L’Italia che passa da una delusione all’altra?

Una  società privata di consulenza appartenente a Denis e Tommaso Verdini (padre e figlio) ma anche di un certo Fabio Pileri, attraverso azioni di lobbying (= pressioni portatrici di interessi, compiute verso ogni attore in grado di influenzare il processo istituzionale su cui si vuole incidere), pare fosse in grado di promuovere quei dipendenti infedeli che, dall’interno della Pubblica Amministrazione, si spendevano per favorire gli imprenditori (paganti) aggirando leggi, regolamenti e talvolta perfino il buon senso.

I giornali di oggi, a chiusura dell’anno 2023, riferiscono di “=chiavette cariche di documentazione (riservata) che atterrano 
puntuali sulle scrivanie degli imprenditori. =Funzionari pubblici che discutono di appalti con i responsabili delle aziende evidenziando una commistione di interessi proibita. =Consulenti che, una volta perquisiti, pianificano acrobatiche strategie finanziarie per eludere i controlli”.


L’Inverno tarda ad arrivare

Dai 20 gradi il 24 dicembre a Milano ai e 18 di Aosta. E sono davvero belle giornate quelle di fine anno qui, nella nostra Sicilia. 

E però in tanti cominciano a chiedersi: cosa sta succedendo?

Gli esperti sostengono che siccità e piogge violente che si alternano sono due facce dello stesso fenomeno: la crisi climatica del pianeta.

 1) Dopo una primavera piovosa che ha messo in serie difficoltà l’Emilia Romagna e’ seguita una estate di massima siccità. 2) Crescono le temperature medie e crescono gli eventi estremi.

Per restare alla Sicilia, gli agricoltori hanno tardato di parecchie settimane la semina del grano per le giornate luminose che ci stanno accompagnando al Capodanno 2024 e sono però tutti a chiedersi: cosa sta capitando?

Un Personaggio

 

Carlo Bordoni: Sociologo, giornalista e saggista, scrive per Il Corriere della Sera e il supplemento settimanale La Lettura. E’ professore straordinario all'Università telematica Mercatorum di Roma, dove insegna "Società, cambiamento e innovazione" nel corso di laurea in Sociologia dell'Innovazione.

Nascita: 1946




La supremazia della tecnica

sulla filosofia


La tecnica è inerente all’uomo, rappresenta 

la sua chance di sopravvivenza in un mondo ostile. 

È parte del suo mondo fin dalle origini.

 Così tanto necessaria da costituire da sempre 

la spinta in avanti, a progredire, a fornire le 

opportunità di crescere, alimentarsi, costruire, 

difendersi, adattarsi al mondo naturale e poi a 

modificarlo secondo le proprie esigenze.

La stessa filosofia, nella seconda metà dell’Ottocento, 

è stata piegata all’applicazione della tecnica: 

la sociologia nasce in fondo come una riduzione 

della filosofia alle nuove esigenze tecnologiche. 

È la tecnologizzazione dell’episteme, 

la sua razionalizzazione strumentale. 

Infatti usa pratiche tecniche, come la statistica, 

la doxa, la raccolta delle opinioni, il calcolo 

delle probabilità, per raggiungere i suoi scopi. 

Che sì sono scopi di conoscenza della realtà, 

ma anche di controllo sociale.

sabato 30 dicembre 2023

Albania. L’ex premier Salì Berissha agli arresti domiciliari

In Albania l’ex premier Sali Berisha è stato messo agli arresti domiciliari. Da ottobre Berisha, 79 anni, era indagato dalla Procura speciale anticorruzione (Spak), con l’accusa di aver usato la sua influenza per favorire il marito della figlia mentre era in carica, tra il 2005 e il 2009 (è rimasto primo ministro fino al 2013.

Gli arresti sono scattati in quanto egli ha ignorato per tre volte l'ordinanza del giudice di presentarsi davanti alla polizia giudiziaria due volte al mese, come gli era stato prescritto. Per questo, è scattata la misura cautelare più dura, che prevede anche l’impossibilità per lui di comunicare con l’esterno, se non con parenti stretti.

Approvato il Bilancio dello Stato: un quadro sintetico

 —taglio del cuneo fiscale

—-stretta sulle pensioni

—-cedolare secca sugli affitti di breve durata

—-11 miliardi per il Ponte di Messina

L’anomalia italiana
la fetta più grande della Spesa Statale
 se ne va in  debito pubblico:
 fra restituzione e oneri parliamo
di 418 miliardi di euro, secondo il
bilancio 2024.





Complessivamente la legge di Bilangio 2024 vale 24miliardi.

1) Per il 2024 è il taglio del cuneo fiscale (=riduzione di imposte e contributi sulle retribuzioni)  di 6 punti percentuali per chi ha redditi fino 35 mila euro e di 7 punti per chi ha redditi fina a 25 mila euro. 

2) Sul fronte pensioni si torna a Quota 103 (=62 anni d’età e 41 di contributi), ma l’assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile di circa 2.250 euro. Previsti n8 miliardi in due anni per il rinnovo dei contratti della Pa, e altri 100 milioni per coprire l’accordo sindacale sui contratti delle forze di sicurezza.

3) La cedolare secca sugli affitti brevi, nel caso un proprietario affitti più immobili, aumenta al 26% a partire dal secondo immobile. Sul primo immobile, che sarà indicato in dichiarazione dei redditi, resta l’aliquota al 21%. Viene concesso più tempo (fino al 15 gennaio 2024) ai Comuni ritardatari per fissare le aliquote Imu.

4) La legge di Bilancio prevede un investimento da 11,6 miliardi spalmato tra il 2024 e il 2032 con erogazione a salire nel corso degli anni.

===Altre previsioni: 1) Per il 2024 si prevede uno stanziamento di 600 milioni di euro, 100 milioni in più rispetto al 2023, per la card destinata a chi ha un Isee pari o inferiore a 15 mila euro. 

=== L’Iva sui pannolini, così come per il latte in polvere e gli assorbenti femminili sale dal 5% al 10%. 

=== Aumento del buono per gli asili nido, pubblici e privati, e per forme di supporto domiciliare per bambini con meno di 3 anni di età affetti da gravi patologie croniche. 

=== Riduzione del canone Rai, che passa da 90 a 70 euro. 

=== vengono incrementate, con 36 milioni aggiuntivi, le risorse per l’erogazione delle borse di studio per gli studenti. Il Fondo per l’Erasmus italiano comporta un investimento totale di 10 milioni


Il mondo entro cui viviamo

Leggiamo sui giornali

Le scimmie riconoscono amici e membri 

del loro gruppo anche a distanza di 26 anni

«L’idea che le scimmie ricordino informazioni sulla qualità delle loro relazioni è una scoperta inedita, che li accomuna agli umani » lo dichiara Christopher Krupenye, studioso della cognizione animale alla Johns Hopkins University.

Louise, una scimmia, ha riconosciuto sua sorella,  che non vedeva da 26 anni. Lo riportano i ricercatori dell’Università della California a Berkeley in uno studio pubblicato su Pnas. Si tratta della memoria sociale non umana più duratura finora documentata che, secondo gli scienziati, è una capacità - probabilmente un vantaggio evolutivo - che potrebbe avere avuto origine decine di milioni di anni fa da un antenato comune della linea evolutiva che ha portato da un lato agli umani e dall’altro alle scimmie.  

«Tendiamo a pensare che le grandi scimmie siano molto diverse da noi», ha detto Laura Lewis, che ha guidato lo studio, «ma in realtà abbiamo visto che questi animali sono in possesso di meccanismi cognitivi molto simili ai nostri, compresa la memoria».

Parole ricorrenti sui media

Giulia Cecchettin


Femminicidio
Leggiamo sui media che il termine è nato e comparso per la sua allarmante attualitá nel 2001. Da quell’anno si è via via segnalato ed affermato come neologismo fino al 2008 su tutti i media del Paese. Nel 2009 e poi nel  2020 fu registrato rispettivamente dal vocabolario Devoto-Oli e dallo Zingarelli. 

Il termine «Femminicidio» è stato recentemente scelto dalla Treccani persino come parola del 2023, per la sua attualità persistente e anzi crescente, se non allarmante.

L’Accademia della Crusca per giustificare l’inserimento della nuova parola  (in alternativa a «uxoricidio») ha spiegato, nella relativa  nota tecnica, che quella parola segnalava un «rovesciamento di prospettiva»: non esclusivamente l’assassinio di una donna, ma l’eliminazione di una donna in quanto donna, cioè nel contesto di una visione discriminatoria, di una prospettiva sessuale prevaricante o se vogliamo «patriarcale»

Un Personaggio

 Demetrio Dianich: e’ uno dei più noti teologi italiani. Ha dedicato la sua ricerca al tema della Chiesa e, più di recente, a quello dei rapporti fra teologia e arte. Nel 1967 è stato tra i fondatori dell’ATI, la Associazione teologica italiana, diventandone presidente dal 1989 al 1995. Docente di ecclesiologia alla Facoltà teologica di Firenze, dal 2011 è anche vicario episcopale per la pastorale della cultura e dell’università nella diocesi di Pisa, nonché direttore spirituale nel seminario arcivescovile.

Nascita: 1934


La sopraffazione 

della guerra



Avevo sei anni ed è il mio primo ricordo, 

netto, chiarissimo: sul Corso di Fiume, 

davanti al Palazzo del Fascio, ad ascoltare 

il discorso del Duce relativo alla dichiarazione 

di guerra. La mia infanzia ne è stata segnata. 

La massa degli orrori, i terrori, le notti 

trascorse a letto senza svestirsi per essere 

pronti a fuggire al rifugio, le privazioni 

di tutti i generi, l’idiozia della propaganda. 

Non posso frenare l’indignazione quando 

sento deplorare le bestiali crudeltà che 

«il nemico» sta commettendo, come se 

fossero violazione delle nobili regole della 

guerra. Questo è a mio parere un modo 

ignobile di propagandare l’idea che esista 

una guerra accettabile. Non esiste e non è 

mai esistita una guerra pulita. Ci si sorprende 

del continuo scoppiare delle guerre: 

ma se c’è qualcosa di terribilmente vecchio 

(dire antico sarebbe nobilitarla) è la guerra. 

Alla sassata, alla clava e all’arco si sono 

sostituiti i droni, ma la logica della guerra 

è sempre quella: la sopraffazione.

venerdì 29 dicembre 2023

Il Regno di Sicilia. Dal XIV al XVI secolo (2)

 Dai Vespri siciliani ai Peralta-Cardona


Nato nel 1272 da Costanza di Hohenstaufen e
da Pietro III di Aragona, Federico giunse in
Sicilia all’età di soli nove anni. Divenne re
dopo la cacciata degli Angioini dall’Isola,
prima con il nome di secondo poi di terzo,
come segno di continuazione della
dinastia sveva. Regnò durante la Guerra
del Vespro, in un periodo politicamente
complesso e travagliato.

L’11 dicembre del 1295 il Parlamento siciliano,
 lo proclamò re di Sicilia.
Fu incoronato nella Cattedrale di Palermo
il 25 marzo del 1296 con la contrapposizione
delle famiglie Chiaramonte, Peralta, Moncada,
Ventimiglia e Palizzi.






 Il tracciato storico che ci proponiamo di sviluppare prende avvio dai cosiddetti Vespri Siciliani (1282), quella rivoluzione che vide i siciliani cacciare i dominatori francesi (gli angioini) e poi, attraverso alcune ulteriori vicende “politiche”, transitare sotto il dominio dei re aragonesi. Monarchi aragonesi (poi … spagnoli) che ritroveremo ancora su altre pagine del Blog quando rifletteremo sulle vicende storiche degli arbereshe venuti a stanziatisi in Sicilia (nei decenni compresi fra la seconda metà’ del XV e la prima metà XVI Secolo).

*.  *.  *  

L’intento è di esplorare il modo di funzionamento  del regime e del modo di operare baronale del dopo Vespri siciliani e più precisamente quello caratterizzato dal regno di Federico III d’Aragona, il re insediatosi dopo l’avvenuta cacciata dall’Isola degli angioini francesi.

Gli storici, fra cui Francesco Renda, puntualizzano che il nuovo re aragonese -Federico III d’Aragona- essendo proveniente dalla dinastia Aragonese avrebbe dovuto chiamarsi nel Regno di Sicilia, Federico I di Aragona, però nell’ottica ereditaria va ricordato che la madre -Costanza- era figlia di Manfredi d’Altavilla e conseguentemente nipote del grande Federico II di Svevia, da qui il titolo assunto dall’aragonese fu quello di Federico III. In lui, in fondo, conviveva sangue svevo e sangue aragonese.

Avverrà, già con Federico III, che l’Isola entrerà a pieno titolo operativo e pratico nel sistema baronale-feudale che la caratterizzerà per troppi secoli attraverso pochi correttivi fino ai Cardona e poi, ancora, fino a … ieri.


Un Personaggio

Romano Prodi: già manager di grandi aziende pubbliche e già Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

Nascita9 agosto 1939 




Il Patto sociale

con gli occhi del 1993

(ma vale sempre)


Gli ostacoli maggiori … stanno proprio

nella mancanza di una cultura del patto sociale.

Dovrebbe venire dalla scuola, dai mass media,

dal governo, dai sindacati, dalla Confindustria.

E’ un momento difficile, ma paradossalmente

favorevole: perché la gente sta accorgendosi

che occorre raggiungere  un compromesso  tra

gli interessi individuali e quelli collettivi.

Questo è il punto delicato. Ci vogliono dei 

leader politici, sindacali, del mondo industriale,

che sappiano far emergere gli interessi comuni; 

e stringere il patto quando è necessario.

giovedì 28 dicembre 2023

Amore per la Storia

(8)

Basandoci su alcune date, che consideriamo fondamentali, di scoperte, di guerre, di eventi basilari, ci piace ripercorrere, di volta in volta, sulle pagine del Blog,  quelle che fanno:

riflettere

immaginare,

ricordare


Anno 1347

In Europa e nell’intero bacino mediterraneo si diffonde la Peste Nera, un’epidemia dovuta al batterio Yersinia pestis, che si trasmette dai topi agli esseri umani attraverso le pulci. 

Si diffuse in fasi successive dall'altopiano della Mongolia, prima attraverso la Cina e la Siria e poi anche alla Turchia asiatica ed europea, per poi raggiungere la Grecia, l'Egitto e la penisola balcanica. Nel 1347 arrivò in Sicilia e da lì a Genova.
Si calcola che la peste nera uccise tra i venti e i venticinque milioni di persone, un terzo della popolazione europea dell'epoca, mentre per le vittime in Asia e Africa mancano fonti certe.

Politica ed economia. Dall’inizio dell’età’ contemporanea (Rivoluzione francese) cambiano molti presupposti del vivere umano

Wealth of Nations

=La ricchezza delle nazioni

 La ricchezza delle Nazioni. Il primo testo di Scienza economica fu stampato appena duecentocinquanta anni fa. Fino a quel tempo il governo dei sistemi produttivi non esisteva, tutto restava nella competenza dei proprietari terrieri (i baroni) e nella abilità degli artigiani, ma non esisteva alcuna teoria o visione dei cicli socio-economici, ne’ esisteva il comparto produttivo industriale.

Il primo studioso del sistema produttivo, autore de la ricchezza delle Nazioni, con un intento “critico” su come da sempre era stata portata avanti la conduzione comunitaria di un “paese” fu l’inglese Adamo Smith. Il testo, proprio perché rilevava i secoli ed i millenni di non governo dei sistemi socio-economici, evidenzia forti finalità critiche. Comunque è sulla base di quel testo che spuntano le prime teorie liberali in materia economica e non e’ casuale che cominciano a sorgere le prime officine industriali.

Trascorsero pochi decenni e fu inevitabile che nel sistema di governo economico di tipo liberale dovessero scorgersi i caratteri di supremazia che da esso veniva assegnata ai detentori della ricchezza, sulla scorta appunto degli studi classici  diffusi da Adamo Smith.  In contrappeso alla scuola di scienza economica liberale, già ai primi dell’Ottocento, sorse pure la scuola teorica di impronta socialista, sviluppatasi inizialmente in Germania. Quell’iniziale confronto culturale fra le due scuole fu improntato al metodo deduttivo (un confronto di storie delle idee). Poi, con la diffusione dell’insegnamento della disciplina dell’economia nelle Università, all’inizio del Novecento, accanto alla disciplina di Scienza economica (= come funziona il sistema economico) venne affiancato l’insegnamento della “Storia delle dottrine”, quasi come una sorta di aggiunta alla Scienza economica.

Rispetto agli iniziali presupposti scientifici di Adamo Smith l’Economia è divenuta, ai nostri giorni, una sorta di strumentario teorico da cui gli odierni economisti sviluppano concetti e metodi di applicazione del loro apparato tecnico. Prevalgono, come in tutti gli spettri scientifici del sapere umano, studi speciali su aspetti prima trascurati dal pensiero.

= = =

Alla premessa a modo panoramico riportata sopra, seguiranno delle ulteriori pagine con cui tratteggeremo aspetti politici e sociali, oltre che economici, con l’intento di fornire agganci a chi -ai nostri giorni- si dedica alla politica ed intende sul serio incidere nell’intento di migliorare la società entro cui vive. 

Un Personaggio

Leonardo Sciascia: è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico e critico d'arte italiano. 

Nascita8 gennaio 1921, Racalmuto

Morte20 novembre 1989, Palermo





La religiosità 

di un non credente

Credo che la nostra epoca celi

una ricerca disperata, anche se 

sotterranea di Dio. Credo che

lo stesso terrorismo sia ricerca

impazzita di Dio, sete di misticismo,

bisogno di un Assoluto. Il guaio

e’ stato che quell’Assoluto, che è 

solo di Dio, i terroristi lo hanno

trasferito al livello della vita

politica. Le diverse incarnazioni

della violenza che contrassegnano

la nostra epoca non fanno che 

rappresentare la ricerca disperata e

vuota di una religione perduta.

   Sono curioso, più che interessato,

alle religioni non cristiane, ad esempio

quelle asiatiche: buddismo, induismo.

Ne ho un certo spavento: come di

sistemi che mirino all’annientamento

della persona, dell’individualità. Quello

che è nato nel mondo mediterraneo -filosofia,

diritto, teatro, arte e (non mi contraddico)

cristianesimo- e’ quanto di meglio l’umanità 

abbia prodotto. Impareggiabilmente.



mercoledì 27 dicembre 2023

Vita locale

Il paese, l’arbereshe, le tradizioni, la gastronomia, lo stile di vita, le carenze locali,  sul Blog 2024

Fra i propositi 2024 che intendiamo assegnare al blog nel corso del nuovo anno c’è quello di porre maggiore attenzione al vivere locale, ai servizi pubblici come alle abitudini individuali e collettive. L’antropologia (la disciplina sull’uomo) attribuisce al termine “Cultura” il significato di manifestazione della vita materiale, sociale e spirituale di una comunità, di un gruppo etnico, con riferimento ai tempi storici e alle condizioni sociali ed ambientali del luogo.

Effettivamente da tempo relativamente recente abbiamo inserito nelle pagine del ‘blog’ molti contenuti storico-culturali a sfondo generale senza avere provato a connetterli alla nostra, sempre più piccola ed irrilevante nel contesto più generale dei territori dell’Isola, comunità contessiota. 

Va tenuto, tuttavia, presente che il blog sarà tanto più interessante nei contenuti quanto più saranno numerosi, vari e seppure non omogenei, gli apporti di ciascun collaboratore, indipendentemente se collimano o meno con l’indirizzo di chi detiene la conduzione ufficiale di esso. Saranno pertanto accolti testi di dissenso o comunque con punti di vista differenti.

Si, l’impegno che assumiamo per il blog e’ di porre più attenzione a ciò che ci sta  e a ciò’ che dovrebbe starci attorno ed invece non ci sta per distrazione o disinteresse o inadeguatezza di chi dovrebbe;  lo faremo documentando sia pure con una semplice fotografia giornaliera (come ci suggerisce Pino, un nome non vero del più giovane collaboratore) o con un breve testo.

Un Personaggio

Demetrio Dianich: e’ uno dei più noti teologi italiani. Ha dedicato la sua ricerca al tema della Chiesa e, più di recente, a quello dei rapporti fra teologia e arte. Nel 1967 è stato tra i fondatori dell’ATI, la Associazione teologica italiana, diventandone presidente dal 1989 al 1995. Docente di ecclesiologia alla Facoltà teologica di Firenze, dal 2011 è anche vicario episcopale per la pastorale della cultura e dell’università nella diocesi di Pisa, nonché direttore spirituale nel seminario arcivescovile.

Nascita: 1934


Cosa ha lasciato

Il Novecento?


Ho la sensazione che i grandi giochi della storia,

 nei quali sono stato immerso fin da bambino, si siano 

conclusi dentro quel secolo, il Novecento.

Solo uno di questi, mi sembra, il Novecento ha trasmesso, 

lasciandolo sempre drammaticamente aperto, 

al nostro secolo: quello della rivoluzione sessuale e 

della profonda trasformazione della famiglia. 

Ho la sensazione (ma sono consapevole che questa 

percezione può dipendere dalla mia vecchiaia) 

che questo primo ventennio del nuovo secolo 

neppure abbia aperto un qualche tema veramente nuovo, 

tranne quello della cultura digitale. 

Questa sì, una rivoluzione soprattutto per le 

conseguenze che sta comportando sul piano della 

conoscenza, delle relazioni umane, della 

visione della realtà. L’avvento del digitale è 

qualcosa di sconvolgente: capace, verrebbe 

da dire, di cambiare la natura dell’uomo.


martedì 26 dicembre 2023

Su richiesta di contessioti emigrati

 

Campagna di Contessa Entellina, c.da Vaccarizzotto





































Su richiesta di un lettore che vive all’estero da parecchi decenni,
 abbiamo curato sul Blog la pubblicazione di alcune foto su siti contessioti 
che egli non  ha più  visitato da quando,  ragazzo, è emigrato al seguito 
dei genitori e di cui però conserva nostalgica memoria. 
 Ci ha inviato un elenco di luoghi e quartieri di sua memoria (siti dove, 
con altri ragazzi, giocava e trascorreva più ore della giornata). 

Un Personaggio

Eric RollDopo gli studi a Vienna (ginnasio) e a Czernowitz (liceo), si laureò in economia e commercio a Birmingham e dal 1930 fu lettore e poi docente all'Università di Hull in Gran Bretagna.

Nascita: 1 dicembre 1907, Novoselycja, Ucraina

Morte: 30 marzo 2005, Londra, Regno Unito



La catena della

struttura socio-economica


L'apparizione di certe idee

non è mai fortuita, ma dipende

da cause che possono essere 

scoperte. Questa convinzione è 

il presupposto di ogni ricerca

scientifica.

La struttura economica di ciascuna

epoca e i cambiamenti che essa

subisce sono le determinanti 

ultime del pensiero economico.

La catena causale è però lunga e

tortuosa, e non è facile risalire 

fino al suo primo anello.

lunedì 25 dicembre 2023

Natale


Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.

Questo primo censimento fu fatto quando Quirino era governatore della Siria.

Luca 2, 1-2




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Sinceri Auguri 

di 

Buon Natale 2023

ai lettori del Blog e alle loro famiglie,

che sia pieno di pace, gioia e serenità.

Il contessioto


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- È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; 

/ ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; 

/ ogni volta che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone;

 / ogni volta che speri con quelli che soffrono;

 / ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. 

/ È Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te.

 (Madre Teresa di Calcutta)

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Il termine Spirito è stato coniato per portare al pensiero di ciascun uomo il fenomeno fisico della “possibilità” di superare i limiti biologici ed il fenomeno fisico della libertà, ossia la soglia della trascendenza. Lo spirito non ha né un tempo determinato (quando leggiamo Dante o Manzoni diventiamo loro contemporanei) ne’ un luogo determinato (.. l’ubiquità di Dio).

(Testo di un amico)