Cosa significano crescita, inflazione, tassi
di interesse, austerità, disoccupazione?
==stiamo attraversando un periodo di inflazione, esso è un fenomeno da cui non possiamo che attenderci conseguenze gravi per le famiglie e per chi vive di lavoro o pensioni.
A proposito di disoccupazione gli economisti per darne spiegazione si rifanno a quello che definiscono l’andamento della curva di Phillips, secondo la quale più è alto il numero di disoccupati, più bassi saranno i prezzi e quindi l’inflazione.
Il linguaggio tecnico lascia comunque intendere che esiste un «tasso naturale di disoccupazione» che è funzionale al sistema. Se ci sono pochi disoccupati, il valore contrattuale dei lavoratori cresce e otterranno aumenti salariali. Le aziende -conseguentemente- aumenteranno i prezzi, scaricando la perdita di profitto sui beni di consumo, sulle famiglie.
Esiste anche, però, una inflazione dovuta agli alti profitti delle aziende. Se il mondo delle imprese, e soprattutte delle banche centrali, puntano il dito contro i lavoratori, che lavorano poco e consumano troppo, la verità (secondo le tesi di Robert Reich, politico, economista e divulgatore scientifico statunitense, membro del Partito Democratico e Segretario del Lavoro degli Stati Uniti durante la presidenza di Bill Clinton. Nato il 24 giugno 1946 “età 77 anni”, Scranton, Pennsylvania,) è che si deve parlare di inflazione da profitti non da consumi.
Ad alimentare e far sviluppare l’inflazione (=aumento dei prezzi) ci sono inoltre i monopoli, il cui peso, specialmente in Italia, è rilevante. I monopoli - è noto ed è persino ovvio- limitano la concorrenza e facilitano agli imprenditori il rialzo dei prezzi, senza troppe conseguenze sulle vendite, e quindi sui profitti.
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