giovedì 19 ottobre 2023

Un Personaggio

Sergio Zavoli: è cresciuto a Rimini, di cui fu cittadino onorario. È stato co-direttore del Telegiornale, direttore del Gr1 e de Il Mattino, presidente della Rai, Giornalista, scrittore, autore televisivo.Autore di grandi inchieste -tra cui i tre cicli di ‘Viaggio intorno all’uomo’ , ‘ Nascita di un dittatore’, ‘ La Notte della Repubblica’, ‘Credere, non credere’, ‘Diario di un cronista’ etc, etc, È stato nominato senatore a vita.

Nascita: 21.09.1923

Morte: 4.8.2020


La presenza dell’uomo

nel mondo


Se fin dal suo inizio  la storia della vita ha uno scopo,

e lo scopo più alto è l’uomo, nostro compito è quello

di partecipare al progetto, non certo di contrastarlo.

O siamo il risultato di un progetto che non aveva in 

mente di produrci e non si aspetta da noi nulla di

speciale .

Così, vezzeggiando con Dio e con la Storia, ci si

domanda dov’era il disegno primario: nella mente di Dio

-al centro, cioè, del paradigma assoluto dell’ordine- o

nelle primitive e incidentali variazioni molecolari

 prodottesi lungo il fiume perenne della Storia?

Il biologo molecolare francese Jacques Monod,

 premio Nobel per la medicina, in un saggio 

molto noto e molto saccheggiato, 

Il caso e la necessità, rispose che

  qualsiasi avvenimento di oggi non aveva, a priori, 

nessuna possibilità di verificarsi; ma poiché nell’Universo

deve pur accadere qualcosa, ogni mutamento è un caso, a

priori, e diventa, a posteriori, una necessità. Quanto a

noi, non si è gettato un dado è d’un colpo è apparso

l’uomo, si è tirato miliardi e miliardi  di volte l’equivalente

di un dado. Vale a dire che, partendo da organismi primitivi

presenti in natura, si sono verificate mutazioni per un

indicibile numero di volte, e da quelle innumerevoli 

mutazioni solo un’infima parte è sopravvissuta per

creare la biosfera e l’insieme degli esseri umani. Tra

questi, l’uomo non è il frutto di un caso: è il risultato

di un’immensa catena di casi che si estende su almeno

tre miliardi di anni, e che si sono organizzati, appunto,

dietro la necessità.


= = =

In una successiva pagina riporteremo l’idea opposta dell’antropologo britannico George Simpson, che pur accettando l’idea che la vita non sia qualcosa di diverso da ogni altro aspetto della natura, e che l’uomo non costituisca affatto il modello centrale del vitalismo, replica diversamente. Il testo di cui sopra è ripreso dal libro di Zavoli "la questione".


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