lunedì 16 ottobre 2023

Brevi flash sul Fascismo (2)

Brevi cenni sul profilo

 Il 30 Ottobre 1922, data di iniziò del governo fascista, è anche la data di inizio della demolizione del regime liberale iniziato nel secolo precedente con Cavour. Cominciò in quella data l'avvio, quasi immediato, del regime a partito unico. In Russia Lenin per istaurare il regime a partito unico dovette adoperarsi, con un colpo di stato, per quattordici anni; Hitler col suo movimento nazista per conseguire il potere dovette seguire la via elettorale, Mussolini, con un partito che disponeva di pochi seggi in Parlamento, grazie all'inconcludenza e alla condiscendenza della Monarchia dei Savoia, iniziò da subito dopo l'investitura a capo del governo, la pratica dittatoriale che sarebbe durata un ventennio.

 Lo storico Emilio Gentile, nella sua vasta opera di ricerca ed esposizione storica, mette in evidenza la metamorfosi del Fascismo: da movimento antipartito, divenne un partito-milizia, quindi un partito di governo e subito dopo un regime totalitario (il tutto all'interno di uno Stato monarchico che divenne Stato imperiale e razzista). 

 Accadde, incredibilmente, che un minuscolo movimento, bocciato alle consultazioni elettorali, divenne un regime totalitario di massa, fino al 1945. Quanto accadde non va letto semplicemente con ottica politica, bensì con ottica politica totalitario perchè ha investito la Storia non solo dello Stato, ma quella dell'intera nazione, intesa come società, classi sociali, generazioni, economia, cultura, architettura, urbanistica, lingua, moda, costumi, ambienti, città. Non c'è stato contesto della vita sociale a cui non è stato imposto un modello influenzato dal fascismo.

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Da parte sua Renzo De Felice, tiene a mettere all'inizio del suo impegno storico sulla figura di Mussolini che l'arco della carriera del personaggio è stato ampio, da quando all'inizio cominciò  a conoscere l'asperità, i vari percorsi, le difficoltà dell'impegno politico per le fasce sociali sfavorite  e poi l'identificazione fino all'esorbitante personificazione e protagonismo che lo condussero a percorrere tante vie, tanti abbandoni fino alla triste conclusione in solitudine e (forse) alleviata dalla passione, comunque mostrata, per la politica.

De Felice inquadra, nelle prime pagine del suo impegno da storico, la figura del personaggio Mussolini  come ripieno di giovanili ed ingenui entusiasmi, di inquieto e disorientato, pieno di risentimenti e di miti politici, sociali e sentimentali, di paure e di timidezze, di odi e di invidie. Possedeva comunque il fiuto del capo-popolo e l'istinto politico. Fu avversato ed odiato dagli stessi strati sociali che egli, da giovane militante socialista, aveva tanto e tanto ancora eccitato, gente che veniva da lontano e che nelle idee di giustizia sociale era rimasta ferma e solida, che aveva creduto alla lotta di classe operaia e contadina e che mai si commosse all'idea che Mussolini, da giovane,  aveva diretto il settimanale "Lotta di classe". La gente che animerà la Resistenza  possedeva infatti tanta capacità critica ed autocritica da ben sapere che non contano i rapporti personali, le momentanee ed umane ingenuinità in questa o in quella personalità quando si è certi della linea generale verso cui improntare la realtà sociale e sostanziale della vita. Su questi presupposti si attennero gli uomini della Resistenza, quegli uomini con cui Mussolini aveva da giovane intrapreso l'impegno politico.

(Segue)

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