mercoledì 20 settembre 2023

Economia, politica, democrazia (2)

 La Contemporaneità

Istituzioni e assetti giuridici nuovi

 

I francesi di Napoleone arrivati in Italia oltre a riunificare le decine di staterelli esistenti istituirono una Repubblica, la Repubblica Cisalpina, che comprendeva la già austriaca Lombardia, laValtellina, e gran parte dell'attuale Emilia Romagna.

 A noi più che la vicenda storica in sé interesserà su questa periodica pagina del Blog il processo evolutivo sotto il profilo sociale, economico e legislativo, finalizzati a sconvolgere l'intero assetto tardo feudale, rivoluzionato con vaste riforme giuridiche che, proprio perché innovative, non raggiunsero mai, durante la vigenza repubblicana, le finalità di cambiare in profondità gli usi e costumi di vita della società precedente.

Le iniziative più evidenti della Repubblica, comunque, furono:

--l'introduzione di un codice civile,

--l'abolizione dei dazi doganali e dei monopoli fra un villaggio o città e gli altri,

--la ripartizione territoriale non più sull'estensione dei feudi ma in dipartimenti pubblici,

--l'istituzione di organi dipendenti dal "centro" per il controllo contabile della finanza pubblica locale e centrale, i Censori della contabilità, primo embrione dell'attuale Corte dei Conti,

--Il provvedimento più incisivo fu però l'incameramento delle proprietà ecclesiastiche, che vennero ridotti a beni pubblici, pronti tempestivamente alla vendita pubblica per finanziare le continue campagne militari di Bonaparte. Nell'ottica economica questo provvedimento restituì mobilità al mercato della terra, mentre nell'ottica civica si tradusse nella drastica riduzione del ruolo pubblicistico dell'aristocrazia feudale.

 Già nel Settecento nel Nord Italia si consolidò la libera proprietà individuale della terra e poterono affermarsi i conseguenti nuovi e diversi rapporti contrattuali con la forza lavoro contadina, assecondati dal tendenziale aumento del prezzo dei raccolti.

E spunta l'inflazione

I francesi occuparono anche le legazioni papali della Romagna e qui adottarono la tecnica dell'inflazione continua della moneta vaticana sottoposta a continue emissioni. Ciò avveniva nonostante lo Stato Vaticano avesse proceduto alla vendita di oltre un quinto dei feudi ecclesiastici per soddisfare l'appetito di risorse delle armate napoleoniche

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