venerdì 11 agosto 2023

Percorsi di Storia (1)

 Flash di Storia italiana

Nel 1861 l’unificazione dell’Italia sembrava fatta. Nel Sud ormai la bandiera borbonica sventolava solamente nelle fortezze di Gaeta, Civitella del Tronto e Messina. Le prime elezioni politiche, a carattere nazionale,  si tennero proprio nel gennaio di quel 1861 ed assegnarono la vittoria ai conservatori (la Destra di allora) di Cavour.

La popolazione italiana ammontava a circa 20milioni di residenti, ma il diritto di voto fu riconosciuto ad appena 400mila persone che rappresentavano il 2% di essi. Di quel 2% a recarsi alle urne fu poco più’ della metà. Accadde infatti che in tutte le chiese i parroci avevano predicato ai fedeli l’astensionismo.

La prima Camera dell’Italia unita rappresentava, ovviamente, una estrema minoranza del giovane Regno d’Italia da essa proclamata nel marzo di quell’anno (1861) con Vittorio Emanuele II. 

Nel nuovo, e contemporaneamente primo governo del Regno d’Italia, ovviamente spetto' a Cavour provare di chiamare ministri con provenienza regionale differente.

Ben rappresentata fu la Toscana con Peruzzi e Fanti; l’Emilia  fu rappresentata da Minghetti, il meridione della penisola da De Santis e Niutta e la Sicilia da Natoli.  …

Nell’Aprile di quel 1861 il nuovo governo si presentò alla Camera. Garibaldi, che aveva preannunciato di non volersi dedicare alla politica, fu contro le sue intenzioni eletto nel Meridione. Dopo sollecitazioni che gli arrivavano da più’ e differenziate sponde di opinione pubblica (commilitoni, socialisti nazionali ed esteri, filantropi inglesi, deputazioni patriottiche … partecipanti alla spedizione dei mille) si ritrovò nelle condizioni di non poter declinare l’incarico.

Il primo tema, alla Camera, che si ritrovò’ ad affrontare fu il “trattamento da assegnare  ai volontari garibaldini  che avevano partecipato alla spedizione dei Mille”. Ad un gruppo di operai arrivati a Caprera per omaggiarlo  dichiaro’: “Vittorio è circondato da gente senza cuore, senza patriottismo, da gente che hanno creato un dualismo tra l’esercito regolare e i volontari. Quegli indegni hanno seminato discordie e odio”.

Quelle dichiarazioni riprese dai giornali dell’epoca gli crearono immediate avversioni sia all’interno della Corte che negli schieramenti della destra conservatrice che nella sinistra democratica moderata di allora. Il personaggio Garibaldi, arrivò nell’Aula della Camera in camicia rossa  ( il poncho). Gli applausi gli arrivarono da Sinistra, mentre la disapprovazione ed il mormorio da Destra.

 In una prossima pagina del Blog riporteremo tratti del suo intervento.

(Segue)

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