sabato 15 luglio 2023

Una parola, tanti significati

Democrazia e dispotismo nella Turchia moderna

Il padre della Turchia moderna, colui che abolì il sultanato, è stato Mustafà Kemal Ataturk (1881-1938).  Ataturk sta per "padre della Turchia moderna". 

La Turchia da Kemal Ataturk
a
Recep Tayyip Erdoğan.

Questi, seppure aspiri
all'ingresso nell'UE,
usa il pugno duro
nella guida del Paese.
Della storica chiesa
di Santa Sofia, dopo
il parecchio tempo
di destinazione a
Bene Culturale, ne
ha fatto una Moschea.



Sin da ragazzo, dodicenne, intraprese la carriera militare, entrando nella scuola militare di Salonicco (odierna Grecia). Nel 1905 era già capitano e cominciò a simpatizzare con le correnti politiche avverse al dispotismo del sultanato. Fondò in seguito, a Damasco, un movimento politico-progressista Patria e Libertà.

Negli anni 1911-1912 in Tripolitania partecipò contro la guerra di invasione degli italiani in Tripolitania. Dopo tutte le vicende della prima guerra mondiale che si conclusero col crollo del sultanato, nell'aprile 1920, ad Ankara, una Assemblea nazionale lo elesse presidente con l'onere di dover scacciare dal territorio nazionale tutte le forze militari straniere arrivate in conseguenza del crollo del sultanato.

Assicurata con la pace di Losanna l'indipendenza del paese (Luglio, 1923) Kemal fece proclamare la Repubblica da una vasta assemblea che egli trasformo' in "Partito del Popolo", ed in seguito Partito Repubblicano, fece trasportare la capitale del nuovo Stato da Istambul ad Ankara.

La linea politica estera del nuovo stato, laico, fu indirizzata al pacifismo e ai buoni rapporti con i paesi cristiani balcanici e con i paesi islamici medio-orientali. In politica interna invece fu instaurato il pugno duro per perseguire la politica di "laicizzazione" delle istituzioni già islamiche e puntare fermamente alla occidentalizzazione dei costumi e degli stili di vita. Gli interventi della politica quindi puntarono a dare una nuova e diversa identità nazionale al Paese, con conseguenti radicali modifiche dei codici civile e penale che sostituivano le leggi canoniche islamiche (con obbligo di modifiche persino all'abbigliamento dei singoli). Fu introdotto il calendario e l'alfabeto latino al posto di quelli arabi. Furono avviati straordinari investimenti per consolidare reti stradali e ferroviarie.

Di contro fu fortemente repressiva la politica nei confronti delle numerose comunità minoritarie che fossero greche, curde ed altre ancora. 

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